mercoledì 11 ottobre 2017

10 ottobre - Non sono "fatalità" ne "morti bianche", sono lavoratori -ASSASSINATI- in nome del profitto



L'Osservatorio indipendente di Bologna è su Facebook
Oggi 10 ottobre i morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono diventati 523
Con i morti con mezzo di trasporto, comprensivo dell’itinere di superano i 1100
martedì 10 ottobre 2017

Nettuno di Latina. E' morto su un tetto a 79 anni. Si chiamava  Luigi Mollo l’uomo che questa mattina è caduto da un tetto di una casa in via Trieste, morendo sul colpo. L’anziano si trovava lì per fare riparazioni su un tetto di una vicina. Era in compagnia di un altro operaio straniero. Per cause ancora da accertare, probabilmente nel momento di tentare di salire sul tetto dell’abitazione, è caduto di sotto. Lo straniero è corso per chiedere aiuto, ma si è dileguata poco dopo facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono arrivati i sanitari del 118, accorsi anche con l’eliambulanza, ma non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La Polizia di Anzio sta ora eseguendo le indagini del caso con la collaborazione anche della polizia scientifica ed è anche alla ricerca dello straniero che era a lavorare con lui. Questa tragedia rileva il livello in cui è sceso questo paese dominato dal liberismo economico dove sembra cela vita di chi lavora conta meno della merce.  Poi c'è un altro apsetto che è opportuno analizzare: ma questo ultras settantenne non aveva familiari che gli impedivano di svolgere lavori pericolosi e probabilmente in nero? E chi ha commissiona lavori pericolosi, non si rende conto della gravità delle conseguenze, economiche ma anche penali in cui va incontro in caso d'infortunio di chi esegue i lavori? Ma c'è poco da meravigliarsi con la stragrande maggioranza dei parlamentari che non vanno a vedere o non si interessano di quanti lavoratori muoiono nel nostro Paese, cosa ci si può aspettare?
Pubblicato da carlo asoricelli a 08:51 https://resources.blogblog.com/img/icon18_email.gif
lunedì 9 ottobre 2017
Due uomini hanno perso la vita alla diga Furore di Naro (Agrigento), precipitando da una piattaforma. Un terzo lavoratore è deceduto in un silos ad Ascoli Piceno e un quarto a Mirafiori. E’ l’ennesimo tragico bollettino degli infortuni sul lavoro che ha visto morire quattro operai in un giorno (all’indomani della giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro). “Non basta ricordarle una volta l’anno le morti sul lavoro, con una specifica giornata nazionale, come quella di ieri. Quando il dramma è all’ordine del giorno. La politica può e deve fare di piu’. Lo sottolinea Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Firenze. “Non si può limitare al cordoglio e alle dichiarazioni di circostanza. Le chiamano stragi nell’indifferenza e mai parole furono più vere. Il dramma è per chi rimane, per chi ha perso il proprio caro, morto sul lavoro. E’ un dramma enorme, che è quasi impossibile superare. Se poi ci mettiamo che il più delle volte i familiari non ottengono giustizia e i processi vanno pure in prescrizione, si arriva addirittura alla beffa. E’ come se il proprio caro fosse morto una seconda volta. E per favore, non chiamatele più morti bianche, perché ‘di bianco’ non hanno proprio nulla”. “Si alza il coro di scandalizzati perché oggi sono morti 4 lavoratori, mentre è uno stillicidio giornaliero. Tra l’altro un terzo dei lavoratori morti sul lavoro spariscono dalle statistiche, Che fine fanno gli altri? Resuscitano ovviamente…”. Così Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro commenta la nuova strage sul lavoro. Guardando le statistiche di dieci anni di monitoraggio sapevo che sarebbe stato inevitabile. E questo lavoro serio devo farlo io che sono un volontario mentre le istituzioni se ne fregano? Già la settimana scorsa, come avevo già fatto in passato, volevo lanciare l’allarme, anche ieri ho avuto la tentazione di scriverlo. Ma poi dove si sarebbe verificata la tragedia collettiva? E’ possibile anche prevedere quali sono i giorni più a rischio in edilizia e agricoltura e per chi svolge il lavoro all’aperto. Ma purtroppo non si riesce a scalfire l’indifferenza che c’è nella politica, e non solo, per queste tragedie. Ormai sfioriamo a oggi i 1100 morti complessivi dall’inizio dell’anno. Ma i politici fanno finta di credere che i morti calano da decenni, i media prendono per buono questo calo, ma sanno anche loro che non è vero”.
 
Pubblicato da carlo asoricelli a 23:28 https://resources.blogblog.com/img/icon18_email.gif
Sono diventati 4 i lavoratori morti in questa giornata. Ai due operai siciliani si sono aggiunti altri due morti; a Torino Mirafiori è morto un manovratore, nella provincia di Ascoli Piceno un operaio di 60 anni è caduto in un silos. Purtroppo sapevo che a breve ci sarebbero state delle morti collettive sul lavoro.  Guardando le statistiche  di dieci anni di monitoraggio sapevo che sarebbe stato inevitabile. E questo lavoro serio devo farlo io che sono un volontario mentre le istituzioni se ne fregano? Già la settimana scorso, come avevo già fatto in passato,  volevo lanciare l'allarme, anche ieri ho avuto la tentazione di scriverlo. Ma poi dove si sarebbe verificata la tragedia collettiva?  E' possibile anche prevedere quali sono i giorni più a rischio in edilizia e agricoltura e per chi svolge il lavoro all'aperto. Ma purtroppo non si riesca a scalfire l'indifferenza che c'è nella politica, e non solo, per queste tragedie. Tutti gli italiani sanno, e anche per merito di questo Osservatorio, che le morti sul lavoro sono molte di più di quelle che diffonde l'INAIL, ma anche ieri l'ANMIL, che collabora con l'INAIL prende per buoni questo numero di morti, pur sapendo anche loro che quello che scriviamo è vero.  Tra l'altro, anche se sono parziali, quelle diffuse sono solo denunce,  e una buona parte di queste ogni anno non verranno riconosciute come tali da l'INAIL. Ormai sfioriamo a oggi i 1100 morti complessivi dall'inizio dell'anno Ma i politici fanno finta di credere che i morti calano da decenni, i media prendono per buono questo calo, ma sanno anche loro che non è vero. tra l'altro anche l'anno scorso in questo periodo era stato dato l'allarme "Aumentano i morti sul lavoro". Poi nessuno va a vedere che nei primi mesi dell'anno dopo, quando diffondono le morti per infortunio riconosciute come tali  un terzo delle denunce non vengono riconosciute.   Quando ci sarà il risveglio delle coscienze della nostra classe dirigente e dei partiti politici informati mensilmente da questo Osservatorio che i morti aumentano ogni anno? Ma tiriamo avanti  e continuiamo a fare il nostro lavoro volontario, che contraiamente a altri non ha nessun interesse da difendere.
NARO (AGRIGENTO) -I due poveri lavoratori di cui non si conosce ancora l'identità 
stavano effettuando lavori all'interno di una cisterna e sono precipitati da un'altezza di venti metri all'interno del serbatoio. Secondo le prime ricostruzioni avrebbe ceduto la catena che reggeva il cestello dove si trovavano i due poveri operai.
Ma ameno voi che dovreste occuparvene seriamente e non lo fate state in silenzio. Mi riferisco a politici, sindacalisti, giornalisti di stampa, televisioni e del web. che si occupano di queste tragedie solo quando ci sono morti collettive, mentre è uno stillicidio giornaliero, tra l'altro un terzo dei lavoratori morti per infortunio spariscono ogni anno da tutte le statistiche. Non appaiono quindi non sono morti. Fanno il miracolo di resuscitare, così fanno la gioia dei propri cari.
Pubblicato da carlo asoricelli

Nessun commento:

Posta un commento