Tre lavoratori del Policlinico rischiano di perdere il
posto di lavoro per avere denunciato lo stato disastroso della sanità pubblica.
Un centinaio di colleghi e colleghe si sono mobilitati in solidarietà.
Il 7 Febbraio tre lavoratori del Policlinico Umberto I
rilasciavano delle interviste dichiarando quelle che sono le mancanze
dell'ospedale e del sistema sanitario locale. In queste interviste
evidenziavano la verità sullo stato della sanità pubblica del nostro paese:
dalle mancanze di strutture e letti per i pazienti alla diminuzione
dell'organico, dalla esternalizzazione e precarizzazione di molti lavoratori
alla privatizzazione di diversi servizi. La direzione del Policlinico venendo a
conoscenza di queste interviste ha deciso di attaccare i lavoratori con una
contestazione disciplinare che può addirittura portare al licenziamento.
Questi
provvedimenti sono arrivati pochi giorni dopo l'esito elettorale del 4 Marzo
quando Zingaretti è stato riconfermato presidente della Regione. Lo stesso
Zingaretti che aveva nominato la nuova direzione a pochi mesi dalle elezioni. Diversi
mesi era già successo a un lavoratore e a una lavoratrice dello Spallanzani che
per delle interviste radiofoniche avevano ricevuto 4 mesi di sospensione. L'attacco
che gli ospedali pubblici portano avanti contro i lavoratori che raccontano i
problemi quotidiani che affrontano non può essere giustificata da nessuna
interpretazione diffamatorio, nè tantomeno come danno d'immagine. Anche questa
situazione rappresenta come le istituzioni pubbliche si trasformino invocando
la volontà di imitare le imprese private. Allo stesso mostra come anche nel
pubblico oggi si vogliano impaurire e rendere silenti i lavoratori.In queste settimane si sono tenuti due presidi durante i consigli disciplinari di questi tre lavoratori, uno al Rettorato della Sapienza e l'altro al Policlinico Umberto I (a seconda di dove siano contrattualizzati i lavoratori). Un centinaio di lavoratori e lavoratrici di diversi ospedali della città si sono mobilitati in solidarietà. Nelle prossime settimane arriveranno le sentenze, le mobilitazioni continueranno.
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