L’edizione telematica di mercoledì ventisette ottobre del quotidiano Domani ospita un lungo articolo, a firma Giovanna Faggionato, sul tema delle pensioni future: secondo l’autrice, il problema sarà costituito dall’importo dell’assegno che verrà erogato, e non dalla data in cui si potrà abbandonare l’attività lavorativa.
Da una parte è vero che la questione del salario differito è probabilmente la più importante, impattando direttamente sullo stile di vita del lavoratore in quiescenza, al quale dovrebbe essere garantito un livello di vita dignitoso a prescindere da quanto versato alle casse dello Stato nel corso della sua carriera.
Dall’altra anche il continuo vetiginoso aumento dell’età pensionabile non può essere un fattore giudicato del tutto secondario: non è pensabile costringere il solo soggetto che produce la ricchezza del Paese a riempire le tasche dei padroni, oltre un limite temporale sostenibile, per sopravvivere senza frequentare le mense dei poveri per potersi mutrire.
Infine, anche un pezzo di questo tenore ha una sua utilità: quella di smascherare il ruolo del sindacato collaborazionista che, dopo il vergognoso atteggiamento del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha abbandonato il tavolo a riunione ancora in corso sostenendo di avere altro da fare, si è lamentato per il livello di considerazione ricevuto da Draghi.
Maurizio Landini avrebbe dovuto minacciare la mobilitazione generale prima che ciò accadesse: se non lo ha fatto è perché la sua è soltanto un finto avvertimento, il cui unico obiettivo è quello di scongiurare una possibile “rivolta” della propria base, con conseguente riduzione del numero degli adepti in favore del sindacalismo conflittuale.
Bosio (Al), 29 ottobre 2021
Stefano Ghio - Slai cobas per il sindacato di classe Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
Nessun commento:
Posta un commento