lunedì 30 maggio 2022

SCIOPERO BERETTA - DOPO L’APERTURA DELLE INDAGINI IL PADRONE PENSA AD UN COLPO DI SPUGNA PER RIFARSI L’IMMAGINE POPOLARE NEI SUPERMERCATI CON UN CAMBIO APPALTO CHE REPRIME E SELEZIONA LE OPERAIE

 

SCIOPERO 8 MARZO 22

Il 13 di aprile gran parte della stampa locale e nazionale si è occupata massicciamente della multinazionale Beretta, marchio noto nel campo della produzione dei salumi, o come hanno scritto i media ‘familiare’ per la sua popolarità tra le masse/clienti, per una indagine aperta dalla guardia di finanza di Lecco per ‘le cooperative irregolari usate come ‘serbatoi’ di manodopera’ e a basso costo.

Al termine dell’articolo, la rassegna stampa.

Ma popolare tra le masse, devono diventare le condizioni di produzione delle operaie dietro la fetta che si prende nel supermercato, sfruttamento usura furti in busta paga.

Iniziamo qui una indagine con il fatto del giorno, il cambio appalto.

L’appalto in fabbrica vuol dire che l’operaio produce senza essere dipendente, vuol

dire che la cooperativa di turno esercita una intermediazione di manodopera senza motivo se non per tenere i lavoratori sotto il ricatto della precarietà del rapporto di lavoro (le operaie dopo 8 anni di lavoro continuativo dentro la Beretta con un contratto a tempo indeterminato rimbalzato da 4/5 cambi appalto, in banca si sentono negare un prestito per 400 euro perché non danno garanzie) e una busta paga da fame che arriva a malapena a mille euro, per un lavoro come operaie, duro, usurante ma in virtù dell’appalto, pagato con il CCNL Multiservizi.

Il cambio appalto è il frutto avvelenato di questa intermediazione, forma moderna o ‘fluida’ del tradizionale caporalato.

È la libertà che la legge di questo Stato concede ai padroni per buttare all’aria il tavolo e azzerare la situazione delle operaie. A garanzia degli interessi padronali arrivano Cgil Cisl Uil a sottoscrivere gli accordi di cambio appalto.

I dati e le informazioni sull’argomento di tutte le realtà sindacali combattive andrebbero messi in comune per una necessaria opera di denuncia e controinformazione in fabbrica sull’azione antioperaia dei confederali.

In questo caso il ruolo principale tocca alla Uil. È credibile che all’avvio del primo troncone di indagine a fine 2021 la committente abbia pensato al cambio appalto. A seguire i responsabili di fabbrica hanno iniziato una campagna con le iscrizioni della Uil in una mano e le disdette allo Slai Cobas dall’altra. Ora per tutti è chiaro il perché.

Slai Cobas da solo sta difendendo le operaie nel cambio appalto, contro un premio presenza che vorrebbe penalizzare persino chi si infortuna, ma in particolare esigendo di conoscere l’oggetto del cambio appalto. Quante linee di produzione, quali aree industriali passeranno sotto il controllo di MPM? (la società che subentrerà a The Workers).

Non è un dettaglio. È matematica operaia. Per garantire il lavoro devono esserci le linee di produzione. Diversamente domani, le operaie potranno essere dichiarate facilmente in esubero e trasferite in altri appalti, liberandosi di quelle scomode, malviste dai capi, sindacalizzate, o molto usurate dall’attività produttiva. Quello che non hanno potuto fare prima, ci provano a farlo con la complicità del sindacato amico, che non crea problemi e si è già dichiarato nella sua assemblea, pronto a sottoscrivere l’accordo di cambio appalto, usato poi dall’azienda come termine.

Il gioco delle tre carte. Dal punto di vista formale cercano di vincere la resistenza operaia organizzata con lo Slai Cobas con un sindacato che sottoscrive l’accodo e mettere le lavoratrici davanti alla scelta ‘chi firma entro il 31 maggio il nuovo contratto è assunta, chi non firma è fuori’.

Per lo Slai Cobas la battaglia non è affatto chiusa.

Oggi dalle 12.00 sciopero.

La solidarietà migliore con le operaie, gli operai che lottano è allargare la lotta.

Contro gli appalti in fabbrica serve una campagna nazionale unitaria, così come va debellato il CCNL Multiservizi dalle fabbriche, come elemento di giustizia, come parte della necessaria e generale battaglia per il salario.


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