mercoledì 18 dicembre 2024

18 dicembre - Ancora una morte operaia a Genova - "basta morti sul lavoro! ci siamo rotti il ca..o” - Operai protestano per davvero

"Parliamo di sicurezza solo quando ci sono i morti", in strada la protesta dei lavoratori portuali.

"Siamo a parlare di sicurezza quando per l'ennesima volta un lavoratore ha perso la vita e non tornerà a casa". Esplode la protesta dei lavoratori a Genova dopo l'infortunio mortale al terminal di Pra'. Parlano di "situazione inaccettabile" e di allarmi inascoltati, bloccato il traffico davanti a uno dei varchi di accesso al porto.

Operaio morto al porto di Genova, la rabbia dei lavoratori: “Ci siamo rotti, non puoi uscire di casa e non tornare più dalla famiglia”

Striscioni e blocchi sul lungomare, monta la protesta di sindacati e operai: «Manca la prevenzione, troppi morti»

Uno striscione bianco con scritto "basta morti sul lavoro! ci siamo rotti il ca..o” e i new jersey di un vicino cantiere a bloccare lungomare Canepa a Genova. È questa la protesta dei lavoratori portuali che dopo l'incidente mortale della scorsa notte al porto hanno deciso di scioperare per 24 ore e si sono radunati davanti al varco Etiopia del porto di Genova. La rabbia dei lavoratori è alta: «Non puoi uscire di casa e non tornare più dalla tua famiglia, è inaccettabile», dicono i colleghi della vittima. Il traffico è bloccato nel ponente e le ripercussioni si sono subito estese a tutto il resto della città, con code su tutto il nodo autostradale di Genova e gravi disagi in particolare al casello di Genova Ovest e dell'aeroporto.

La rabbia, dopo l’ennesimo morto sul lavoro, diventa incontenibile. Così, stamani, davanti al porto, è scattato subito lo sciopero. «Ancora una volta si parla di sicurezza quando c'è un morto, non è più possibile fare così. Sì, è veramente uno stillicidio in tutta Italia e continua questa drammatica conta. Purtroppo adesso è toccato al porto di Genova e siamo qui in blocco. Abbiamo proclamato 24 ore di sciopero, vogliamo capire cosa è successo, vogliamo verificare, vogliamo che non succeda più e che si facciano tutti gli interventi necessari per evitare queste tragedie». Così Roberto Gulli, segretario generale Uil Trasporti di Liguria, commenta la tragedia nel porto di Genova presso il varco Etiopia dove questa mattina è morto Giovanni Battista Macciò, di Castiglione Chiavarese. L’uomo è morto schiacciato contro un container. E allora, davanti ai cancelli il tam tam è stato immediato. «Che cosa si può fare? Che cosa si deve fare oggi? Sicuramente ci vuole una maggiore attenzione da parte di tutti e bisogna creare tutte quelle procedure, tutte quelle istruzioni che possono mitigare al massimo queste situazioni" ha aggiunto.

Il tema della prevenzione ignorata

«La prevenzione passa dalla formazione, quindi dagli investimenti. Noi sono anni che cerchiamo di fare il possibile per ottenere un sostegno anche economico per far sì che la gente sappia come comportarsi in difficoltà, in situazioni di pericolo. Purtroppo siamo ancora carenti. Si investe troppo poco» dicono ancora i sindacati. «Una persona che esce per andare a lavorare, per portare il pane alla famiglia, che non possa tornare a casa è veramente una tragedia immane. Noi lo abbiamo sempre posto quale primo dei punti fondamentali del nostro lavoro, il nostro obiettivo, è arrivare ad incidenza zero. Sappiamo che è utopia, ma noi ci proviamo e continueremo a lottare per ottenere dei risultati che possano un giorno dire abbiamo salvato anche una sola vita» ha aggiunto Mauro Scognamillo, segretario generale Fit Cisl Liguria. «Ancora una volta si deve parlare di sicurezza sul lavoro quando c'è un incidente mortale, non è possibile andare avanti così. Nella domanda ci sarebbe già la risposta. Siamo alle soglie del 2025, siamo nello stesso luogo dove nel 2007 dopo 5 giorni di rabbia e disperazione su questo varco è nata una legge nazionale sulla rappresentanza, la sicurezza, di cui faccio parte anch'io, che sono gli RLS di sito, ma questo non credo sia il il tema. Ho compiuto 57 anni ad ottobre, quando ho parlato del 2007 fai i due conti eravamo tutti molto più giovani ed eravamo al 32esimo morto su questo varco. Ovviamente senza pensare a quello che è stata la dinamica sulla quale ci sono indagini, ovviamente ma le problematiche sono quelle, una forte produttività, una spinta a fare forse velocemente» ha detto Luca Franza, coordinatore delegati compagnia RLS di sito del porto.



 

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