venerdì 31 ottobre 2025

BELGRAVIA SCIOPERO PER IL SALARIO CONTRO LA REPRESSIONE IN FABBRICA

Oggi è stato indetto lo sciopero dalle 12.00 alle 15.00 degli operai alla Belgravia di Azzano S. Paolo, rivendicando l’aumento della paga e contestando l'uso del contratto agricolo, sottopagato e a tutele ridotte nonostante il lavoro industriale dello stabilimento, l'altra faccia dei bassi salari. Un contratto utilizzato come stagionale, quindi ultra precario, (clamoroso il caso dell’operaio da 18 anni precario ‘fisso’) mentre le commesse industriali sono ininterrotte 365 giorni l'anno.

I lavoratori denunciano le pesanti condizioni di lavoro che negli anni hanno usurato i lavoratori, l’antisindacalità e la repressione dell’azienda in risposta alle rivendicazioni degli operai, ora in particolare verso il delegato sindacale e RLS, per ostacolarne l’azione e intimidire l’insieme dei lavoratori.

Nel complesso una buona iniziativa per i lavoratori Belgravia, solidali con i popoli oppressi in lotta, dalla Palestina all’India, che ha rilanciato le iniziative in corso in fabbrica ed ha salutato positivamente, la prospettiva dello sciopero generale del 28 novembre, una obiettivo necessario per nuovi rapporti di forza tra la classe operaia governo, padroni e il loro sistema di sfruttamento. Per i salari, contro la finanziaria di guerra, per una Palestina libera dal fiume al mare.

31 ottobre - info da tarantocontro -Ex-Ilva: si approfondisce la crisi, unica soluzione piattaforma operaia/organizzazione

 

La vicenda Ilva di Taranto, che ribadiamo si tratta della più grande fabbrica operante nel nostro paese, è uno dei più grandi stabilimenti industriali siderurgici d'Europa.

Ora siamo al punto di una crisi senza ritorno, con operai massicciamente in cassa integrazione, con una gara per la vendita o sventita di questa fabbrica che non ha dato finora alcun esito favorevole, sia per la continuità della fabbrica, sia naturalmente per gli operai e i cittadini di Taranto.

A fronte di questo c'è stato uno sciopero generale il 16 ottobre, indetto dai sindacati confederali, il cui esito è stata una convocazione al ministero per la giornata di ieri, convocazione che il giorno prima è stata rinviata all'11 novembre. Le organizzazioni sindacali hanno fatto comunque un presidio sotto il Ministero per portare l'allarme grave sulle sorti dello stabilimento e la gravità anche di questo rinvio.

Chiaramente il governo è il primo responsabile oggi della situazione e con essi i padroni a livello internazionale e nazionale che vogliono certo mettere le mani sull'Ilva, risanata da un punto di vista ambientale e senza carichi pendenti per loro. Ciò richiede una montagna di soldi da parte dello Stato.

Lo Stato nella forma ultraliberista di cui è rappresentante questo governo non intende assumere le responsabilità che vengono da questa situazione di crisi. Oggi, a diverse tonalità, tutte le organizzazioni sindacali sono per una nazionalizzazione permanente o provvisoria della fabbrica. È chiaro però che le organizzazioni sindacali, come è stato detto nel corso dello sciopero dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, non sono la soluzione ma parte del problema perchè proprio la linea e il tipo di mobilitazione da loro svolta in tutti questi anni, a cui si è associata nella maggior parte dei casi l'USB, sono corresponsabili della nessuna soluzione e quindi dell'approfondimento della crisi della fabbrica.

Noi da sempre diciamo che gli operai si devono muovere autonomamente dai piani di padroni e governo e devono imporre innanzitutto le loro esigenze, che non sono quelle agitate sotto la bandiera della messa in sicurezza dall'USB e da parte dei sindacati confederali. La soluzione è il lavoro, il “lavorare tutti e lavorare meno” degli operai all'interno dello stabilimento; è un piano delle bonifiche radicali all'interno della zona industriale che veda i lavoratori impiegati direttamente; e infine una tutela rigida delle condizioni di lavoro nell'appalto.

Questa piattaforma è sostenuta solo dallo Slai Cobas per il sindacato di classe.

Tutto l'agitarsi dei sindacati confederali e dell'USB è volto ad ottenere incentivi all'esodo, pre-pensionamenti, e naturalmente, essendo la platea dei lavoratori molto estesa, una sorta di cassa integrazione permanente che accompagni il piano di ristrutturazione e di eventuale rilancio della fabbrica. Ma, al di là che si tratta di provvedimenti che potrebbero interessare una platea ristretta, per esempio la maggiorparte degli operai ha un'età ancora molto lontana dalla pensione e i sindacati non chiedono neanche la pensione piena a 25 anni di lavoro (come era previsto anni fa per la siderurgia); porre queste richieste come principali negli incontri romani di fatto si contrappone alla lotta per il lavoro, si diffonde tra gli operai una attesa per gli ammortizzatori sociali, invece che la necessità della lotta.

Quindi esiste una diversità di piattaforma di linea in questa fabbrica tra ciò che sostiene lo Slai Cobas per il sindacato di classe e ciò che sostengono i sindacati confederali e l'USB.

Il nostro lavoro è convincere gruppi di lavoratori a muoversi autonomamente e imporre la piattaforma operaia all'intero movimento sindacale, che è l'unica prospettiva di difesa del lavoro, del salario e chiaramente di nuove condizioni di ambiente e sicurezza nella fabbrica e nella città.

In questa fase, poiché noi non abbiamo la forza materiale per imporre questa piattaforma, dobbiamo accumulare forze intorno ad essa

Sotto questo punto di vista l'approfondimento della crisi dello stabilimento e il fallimento della linea del sindacalismo confederale e dell'USB possono diventare una condizione favorevole alla ribellione operaia sia pur minoritaria e alla riorganizzazione autonoma della classe operaia. Lavoriamo per questo e speriamo nelle prossime settimane di dare notizie positive rispetto a questo processo.



mercoledì 29 ottobre 2025

29 ottobre - info: Nel processo Ilva "Ambiente svenduto" di Potenza gli avvocati dei Riva e degli altri imputati riprendono il loro sporco mestiere di deviazione e allungamento dei tempi

 Nell'ultima udienza, l'avvocato Annicchiarico ha ritirato fuori la testimoniannza di un ispettore del lavoro, per scagionare l'Ilva/Riva dai reati di "inquinamento". 

Nel processo di 1° grado questo ispettore, Fernando Severini, volente o nolente, cadde nella trappola degli avvocati dei Riva che volevano all'epoca deviare l'attenzione sulle gravissime responsabilità dei Riva, dicendo che: in realtà erano altre aziende che inquinavano. 

Questa sporca manovra non riuscì all'epoca - certo che anche l'Arsenale inquina le acque ma allora e ora si sta facendo il processo ai padroni, e loro complici politici, istituzionali, dell'ex Ilva. E nel processo di primo grado giustamente i Riva ebbero pesanti condanne.

Ma anche ora gli avvocati degli imputati ci ritentano. 

E ciò che non va affatto bene è che anche il giudice Francesco Valente dell'udienza preliminare ha accettato questo sporco gioco, chiedendo di acquisire il fasciscolo ("andato perduto") dell'inchiesta sull'Arsenale quanto altro tempo ci vorrà per "recuperarlo", tenendo conto che all'epoca quell'inchiesta fu bloccata in alto, dai vertici a Roma della MM, e quindi, è molto difficile che si trovi il fascicolo? Nel frattempo di questa ricerca, il processo si blocca? Fermo restando che al processo Ilva di Taranto i suoi contenuti furono ampiamente riferiti (purtroppo) dall'Ispettore, la cui testimonianza è presente nei verbali di 1° grado che anche noi, Slai cobas, abbiamo - Se il giudice vuole può aprire una inchiesta e processo nei confronti dell'Arsenale, della Marina Militare, ma non si può bloccare, ancora dopo anni e anni, il processo Ilva! 

Così anche il giudice di Potenza allunga i tempi - con le prescrizioni sempre incombenti - nonostante che per sveltire l'udienza preliminare ha, dalla ripresa post estate, fissato 2 udienze a settimana. 

Ancora una volta, gli avvocati degli imputati si prendono e ottengono tutto lo spazio, il tempo che vogliono, si sentono a "casa loro"; e si permettono costoro (pagati dai padroni a suon di milioni di euro) di dire, come Annicchiarico ha detto qualche udienza passata, "Abbiamo sete di giustizia...". Loro! che sulla ingiustizia, sulle morti di lavoratori, cittadini, bambini, sui malati, da 12 anni hanno trovato la "vena d'oro".

 Dall'articolo della Gazzetta del Mezzogiorno

"L’indagine del 2005 sulla Marina militare per l’inquinamento di Mar Piccolo dovrà arrivare sui banchi del processo «Ambiente svenduto» a Potenza

Entro il 31 ottobre il fascicolo «fantasma» sull'inquinamento provocato dalla Marina militare nel Mar Piccolo di Taranto dovrà essere consegnato al giudice Francesco Valente che sta celebrando, nel tribunale di Potenza, l'udienza preliminare per gli imputati coinvolti nell’inchiesta “Ambiente svenduto” sulle emissioni velenose dell'ex Ilva di Taranto. 

lunedì 27 ottobre 2025

27 ottobre - OPERAI E LEGGE DI BILANCIO: Legge di bilancio - Come mai come mai sempre in culo agli operai... Perchè ci sono due classi... E governo e parlamento sono il "comitato d'affari" della borghesia

 

La legge di bilancio presentata è pienamente addomesticata agli interessi del "ceto medio", e a dare ancora benefici economici ai padroni. 

Ma chiaramente non basta. Non basta ai padroni che, per bocca del presidente della Confindustria, chiedono molto di più; non basta agli stessi partiti di governo che ora si azzuffano come polli - Lega contro Forza Italia, entrambi contro FdI - perchè devono accontentare il loro elettorato. 

Si azzuffano per gli "affitti brevi" sulle case di villeggiatura; ma sono uniti invece quando famiglie, bambini, pure in regola con gli affitti, vengono buttati fuori dalle loro case (perchè il proprietario deve trasformare le case in bed & breakfast, per farci molti più soldi), da squadre esagerate della polizia in tenuta antisommossa, con picconi per rompere i muri, e sempre più con stile blitz all'americana. 

Mentre la legge di bilancio, ad usum del ceto medio, vuole cancellare la prima casa dal calcolo dell'Isee.

La querelle sulla tassazione sui cosiddetti "extra profitti", è un imbriglio. In realtà si tratta di una leggera, ma molto ipotetica tassazione extra sui mega profitti fatti dalle banche; che comunque deve essere "volontaria"... Ma alle Banche. che in questi anni hanno fatto super profitti, non sta bene neanche questo mini prelievo. già in forse.

Ciò che unisce realmente è il fatto che non si sono "buttati" soldi per i lavoratori, per le masse popolari

più tartassate; a questi la manovra riserva qualche elemosina, ma giusto, in una logica tipicamente fascista, perchè stiano buoni e zitti.

Le elemosine che vengono messe per i proletari, i settori più impoveriti, sono oltre che una miseria, date a condizione e in modo discriminante, anche offensivo - pensiamo per esempio alle donne, per cui  gli incentivi all'assunzione sono condizionati dal numero di figli. Le aziende avranno un esonero contributivo del 100%, ma la lavoratrice deve avere almeno 3 figli a carico. Così il bonus mamme salirebbe solo di 20 euro, ma devi avere almeno 2 figli a carico.

Così sui salari. Si propagandano come "interventi molto attesi" una serie di agevolazioni fiscali ridicole e ininfluenti per recuperare la riduzione dei salari dovuta a mancati rinnovi contrattuali, aumento dell'inflazione, aumento della produttività, per cui i profitti sono aumentati e i salari sono diminuiti. Alcuni esempi: l'innalzamento della soglia esentasse dei buoni pasto che passa da 8 euro a 10 euro; tassazione agevolata che scende dal 5 al 1% sui premi di produttività; una aliquota agevolata del 5% sugli aumenti per i rinnovi contrattuali; tassazione agevolata del 15% su maggiorazioni per lavoro festivo, notturno, per lavoro in giorni di riposo settimanale, per indennità di turni, ecc. - una cosiddetta "agevolazione" che segue e sta a dimostrare in realtà l'aumento del lavoro, dello sfruttamento che è diventata la normalità nelle aziende, e che si vuole rendere sempre più costante in tutte le fabbriche e posti di lavoro, dove nello stesso tempo si tagliano posti di lavoro.

Ma qual è l’ammontare effettivo dei "benefici" annunciati? "A titolo di esempio, prendiamo uno stipendio netto di 1600 euro. Anche ipotizzando un repentino rinnovo contrattuale e applicando gli sgravi fiscali previsti, il vantaggio atteso si potrebbe aggirare intorno ai 15 euro al mese. Per l’esecutivo aiuterebbero a coprire l’aumento dei prezzi. Il guaio è che negli ultimi anni l’inflazione ha mangiato oltre 200 euro mensili di quello stesso stipendio. Le misure del governo, dunque, non arrivano a compensare nemmeno il 10 percento del crollo del potere d’acquisto". Da Il Manifesto.

La contropartita a questa elemosina è l’obbligo di restare al lavoro più a lungo: passo dopo passo si arriverà tra non molto tempo ad andare in pensione a 70 anni. 

Nello stesso tempo l’anno prossimo i padroni godranno di altri 4 miliardi di agevolazioni. 

Sul lavoro, mentre il Mimit/Urso le grandi vertenze sul tavolo, ex Ilva, Stellantis, di medie o grandi altre fabbriche metalmeccaniche, le sta gestendo a servizio degli interessi del capitale, con massicci esuberi, al massimo compensati temporaneamente da cassintegrazione di migliaia di lavoratori - che portano ad un pesante taglio salariale, sulle assunzioni nei settori pubblici siamo anche qui alle elemosine. Per la sanità, vengono stanziati 2,4 miliardi (l'impegno finanziario più basso a livello europeo), e la legge di bilancio prevede l'assunzione di circa 7 mila unità tra infermieri e medici, a fronte di una ipotesi di almeno 30 mila assunzioni - che sarebbero ancora poche. Solo in Campania, si dice, servirebbero 18 mila infermieri... 

Certo, questa manovra è ancora non definitiva, ma questo non deve essere fattore di illusione. La manovra finale sarà anche peggiore, per accontentare tutti: padroni, banche, ceto medio, mire elettorali dei partiti di maggioranza 

Unica cosa che non cambierà e che tiene uniti tutti sono i forti aumenti delle spese militari: "il governo conferma l’intenzione di chiedere 15 miliardi all’Ue per il riarmo. L’incremento di spesa militare sarà calcolato in deroga ai vincoli. Si tratta di prestiti, a tassi che si annunciano tutt’altro che risibili". 

Su che servirebbe fare, quale lotta da parte dei lavoratori e masse popolari, ne stiamo parlando ogni giorno e continueremo a farlo e dove siamo ad organizzarla. Ma sicuramente non sono le manifestazioni del sabato quelle che possono incidere. Ma sicuramente i proletari più avanzati devono comprendere che finchè ci sono due classi: borghesia e proletariato; governo e parlamento al servizio dei padroni, della borghesia, la lotta, per strappare risultati, deve far paura a lor signori. 



27 ottobre - ANCORA LEONARDO GROTTAGLIE: Firme per l'appello dei lavoratori della Leonardo di Grottaglie - I lavoratori e lavoratrici Slai Cobas Taranto stanno organizzando un nuovo presidio alla Leonardo

 Ribadiamo il nostro appoggio a questo appello. Nei giorni scorsi Fim e Uilm hanno preso posizione critica e contraria all'iniziativa promossa dalla Fiom della Leonardo. 

Entreremo nel merito delle posizioni nei prossimi giorni. 



domenica 26 ottobre 2025

26 ottobre - info dal blog tarantocontro: Asili - NO al nuovo capitolato speciale di appalto

 

Le lavoratrici e i lavoratori ausiliari degli asili comunali di Taranto respingono il nuovo "Capitolato speciale di appalto" del Comune di Taranto per i servizi di pulizia e ausiliariato negli asili.

Questo capitolato peggiora in vari punti il capitolato precedente e la condizione lavorativa in corso, già di per sè inaccettabile e per cui varie iniziative sono state già fatte ma senza risposte.

Ora invece di risposte costruttive e migliorative ci troviamo con questo nuovo capitolato, Elenchiamo i punti più negativi:

- mentre in precedenza gli appalti duravano 3 anni, ora questo nuovo riguarda solo 8 mesi o addirittura 6 mesi: dal 27/10/2025 (ma questa data di inizio sicuramente slitterà, e si parla di gennaio 2026) al 30/6/2026; si aumenta così la precarietà delle lavoratrici;

- non viene fatto alcun riferimento all'ausiliariato; questo negli anni recenti è stato un riconoscimento, conquistato con le lotte e i ricorsi legali, di gran parte dell'attività effettiva delle lavoratrici. Ora viene cancellato dal capitolato, benchè restano tutti i servizi di ausiliariato - Significa, di fatto, un tornare indietro, tant'è che questo capitolato sottolinea che il servizio principale è quello di pulizia/sanificazione, allo scopo evidente di nascondere il peso dell'attività di ausiliariato e rispondere NO alla richiesta da noi fatta di attribuzione del 3° livello retributivo, dopo più di 30 di permanenza nel 2° livello;

- pur riconoscendo che le unità lavorative sono nettamente diminuite negli anni (il capitolato parla di 68, in realtà sono meno di 65), i servizi restano gli stessi; quindi il lavoro aumenta senza che aumenti l'orario di lavoro, da noi tante volte richiesto; anzi, questo capitolato riduce il monte ore settimanale da 24 a 21 ore;

- non vengono conteggiati i giorni di pulizia ad inizio e fine anno scolastico così come i giorni per le festività di natale e pasqua e altre - in precedenza ad inizio e fine dell'anno educativo si facevano le pulizie di fondo, a tutela dei bambini, ora invece si usa il termine "immediatamente prima di ciascun anno scolastico" (che si intende per "immediatamente"?)

- chiaramente si mette una pietra tombale sul lavoro estivo, azzerando anche il mese estivo conquistato con la lotta dalle lavoratrici per gli anni 22/23/24 (benchè arbitrariamente scippato nel 2024 nonostante fondi già stanziati);

- si specificano in maniera più dettagliata le operazioni di pulizie in verticale, su mobilio, suppellettili, giochi (che sono quelle più complesse e pesanti, e in continuo aumento); mentre si continua a far valere solo il metraggio orizzontale per dire che il rapporto metri quadri/uomo sarebbe sufficiente.

Benchè da tempo lo Slai cobas ha chiesto di partecipare alla stesura del nuovo capitolato d'appalto, abbiamo avuto conoscenza già a capitolato fatto; nessuna convocazione neanche a scopo informativo è stata fatta alle OO.SS.

QUESTO CAPITOLATO E' INACCETTABILE, E' ALL'INSEGNA DI PIU' LAVORO CON MENO LAVORATRICI E IN POCHE ORE.

CHIEDIAMO CHE VENGA RITIRATO, CHE CI SIA UNA URGENTE CONVOCAZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI - IN CASO CONTRARIO LO SLAI COBAS LO IMPUGNERA'.

Ribadiamo le nostre richieste:

aumento dell'orario di lavoro, a partire almeno da 5 ore giornaliere e 30 settimanali - nell'immediato ci può essere un aumento  trasformando le tante ore di sostituzione, nonchè le ore di chi è andato in pensione o lunghe malattie, in ore ordinarie;

fine delle sospensioni estive, e festive, lavoro tutto l'anno;

riconoscimento del 3° livello retributivo, e mantenimento della qualifica di "ausiliariato" - con differenziazione tra ore di pulizia e ore di ausiliariato.

SLAI COBAS - 24.10.2015 



sabato 25 ottobre 2025

25 ottobre - INFO LEONARDO GROTTAGLIE: PETIZIONE OPERAIA

 Lavoratori Leonardo Grottaglie

Richiesta di stop immediato di forniture belliche destinate ad Israele da parte di Leonardo S.p.A. e società controllate, inclusi tutti gli accordi esistenti e gli articoli dual-use, nonché la sospensione di tutti gli accordi commerciali e le relazioni di investimento con istituzioni israeliane, start-up, università ed enti di ricerca direttamente o indirettamente coinvolti nelle operazioni militari israeliane contro la popolazione palestinese.

All’att.ne di:

Consiglio UE (ambito politica estera/comune di sicurezza – CFSP)


  • Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas

  • Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

  • Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni

  • Ministero degli Esteri – sezione UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento)

  • Ministero dell’Economia e delle Finanze

  • dott. Roberto Cingolani – AD Leonardo S.p.A.

Il genocidio e la pulizia etnica in corso in Palestina, perpetrati da Israele nei confronti della popolazione palestinese, sono un crimine oggettivo ed innegabile, consumato sotto gli occhi indignati di tutto il mondo.

In questo drammatico contesto, Leonardo S.p.A., tra i principali produttori europei di armamenti, garantisce la fornitura di sistemi d’arma e tecnologie militari allo Stato di Israele.

giovedì 23 ottobre 2025

23 ottobre - info da tarantocontro: Ex Ilva, pubblichiamo l'intervista dello Slai Cobas sc a Radio Blackout fatta prima dello sciopero del 16/10

 

Radio Blackout - Abbiamo saputo che c'è uno sciopero generale su quello che sta succedendo sull'Ilva, il 16 ottobre tra due giorni. C'è molto fermento rispetto a questo sciopero, ci sono assemblee, mi sa una vostra assemblea proprio domani, in fabbrica.

Lo sciopero generale è stato indetto dai confederali. Dobbiamo un po' analizzare tutte le sfumature anche perché questo sciopero anticipa un po' l'atmosfera che si sta vivendo a Taranto.

Ci siamo lasciati l'ultima volta qualche mese fa, dove c'erano varie aziende che offrivano denaro in cambio della fabbrica, l'occupazione era sempre una questione secondaria. Adesso tutti queste aziende stanno un pò svanendo perché gli unici due concorrenti a quanto pare che sono rimasti sono due Fondi statunitensi, insomma Trump è venuto in aiuto dalla Meloni a quanto pare, perché il governo ha disatteso quasi tutto quello che aveva, non promesso, solo mormorato rispetto alla fabbrica, rispetto alla città e si prevede un'apocalisse occupazionale, così un po' ne parlano i giornali.

Questa è un po' una breve introduzione, prego se vuoi un po' rimettere in ordine le idee e parlarci un po' di come si sta andando verso lo sciopero generale di Taranto fra due giorni.

Slai cobas sc - Rispetto all'ultima volta che ci siamo sentiti è inutile nasconderci che la situazione sta peggiorando su tutti i fronti, sia sul fronte dei padroni ma anche sul fronte degli operai. Come hai anticipato siamo arrivati a una situazione in cui “l'apocalisse occupazionale” sembra avvicinarsi. La nuova gara è stata lanciata dal governo, pilotata o meno che sia perché non sappiamo più niente anche noi. Prima era stata sponsorizzata a gran voce la Baku Steel con tutto il suo carico, nave di rigassificatore e tutto il resto; ma appena la questione della nave è stata messa in discussione - noi avevamo denunciato da sempre che la Baku Steel puntava soprattutto al gas e questo si è dimostrato vero - la Baku Steel si è ritirata.

Ritirata la Baku Steeel, la Jindal, che pure aveva insistito molto soprattutto nella prima gara, si era autopromossa con interviste sui giornali locali, e che quindi sembrava che in questa seconda tornata potesse tornare a essere favorita, in realtà si è spostata sulla Thyssenkrupp e quindi ha mollato la questione Taranto.

23 ottobre - LAVORATRICI TARANTO: Oggi Conferenza stampa lavoratrici ausiliarie asili comunali

 CONFERENZA STAMPA - INVITO

Giovedì 23 ottobre alle ore 17 presso la sede Slai Cobas via Livio Andronico, 47, le lavoratrici ausialiariato/pulizie Slai Cobas degli asili comunali terranno una Conferenza stampa su:

le condizioni attuali di lavoro, ulteriormente peggiorate

l'opposizione al nuovo capitolato speciale fatto dal Comune, anche peggiorativo del precedente

le iniziative in programma

Sarà presente anche l'avvocata dello Slai Cobas Antonietta Ricci


per Slai Cobas per il sindacato di classe Taranto


23 ottobre - info solidale: BRESCIA, AUTISTI IN APPALTO DA BRESCIA TRASPORTI COSTRETTI A TURNI DA 16 ORE SUI BUS IN CITTA’

 

Una decina di autisti di una ditta che ha in appalto da Brescia Trasporti le linee 14,6 e 8 a Brescia denunciano condizioni di ipersfruttamento sul lavoro. L’azienda, che ha sede a Bari, è la Cbn Italia che fornisce autisti per sopperire alla mancanza di dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico cittadino. Gli autisti denunciano di essere costretti alla guida degli autobus anche per 16 ore continuative e vengono minacciati di vedersi decurtare gli stipendi se rifiutano gli straordinari. Inoltre sono costretti a pulire i mezzi che gli vengono affidati. Hanno deciso quindi di rivolgersi all’ispettorato del lavoro e  chiedono che “Brescia Trasporti vigili sull’operato di questa azienda in appalto e si faccia sentire”.

Vi proponiamo le testimonianze di alcuni di questi autisti. Ascolta o scarica.

Vi proponiamo anche un commento di Maurizio Murari, dei Cobas Trasporti di Brescia e autista di Brescia Trasporti. Ascolta o scarica.



martedì 21 ottobre 2025

21 ottobre - I DIRITTI (NEGATI) AL TEMPO DEL GOVERNO FASCISTA MELONI: La battaglia di Rosaria Ferro, “Io assunta e poi lasciata a casa per un cancro al seno”

 

Da quattro anni lavorava per la Recuperator Spa di Rescaldina (Milano): «L’azienda non ha avuto neanche il coraggio di avvisarmi»


Tremavo, piangevo. In azienda non mi hanno mai chiesto come stavo”

Parla Rosaria Ferro, l’operaia “lasciata a casa” perché ha un tumore. Rientrata dopo le cure “mi sono rimessa in produzione”, ma la Recuperator l’ha mandata via

Giorgio Sbordoni

 “Tremavo piangevo... mi ha chiamato il 12 settembre l’agenzia (l’agenzia di lavoro con cui ha trovato impiego alla Recuperator di Rescaldina) e mi ha detto ‘Rosi, guarda, l’azienda ha cessato il tuo staff leasing’. Loro dicono per mancanza di lavoro, ma in realtà siamo pieni di lavoro e infatti faranno entrare altri operai?”.

Inizia così il racconto di Rosaria Ferro. Di lei ti colpisce la voce ferma, decisa, l’entusiasmo per la vita che esce fuori dalle note squillanti che arrivano dal cellulare, nonostante i colpi la vita negli ultimi tempi non glieli abbia certo risparmiati. Prima il tumore al seno, poi questa doccia fredda da parte dell’azienda per cui lavora in somministrazione da 46 mesi.

Da quando sono rientrata sono in produzione, non sto in un angolino. Sono un’operaia sulla linea con trapano, martello e ogni altro strumento serva, nonostante abbia tolto il cancro al seno, asportato una parte di mammella, subito un intervento sotto l’ascella. Ho 55 anni e lavoro da quando ne ho 14. E di fronte a questa decisione ci sono rimasta malissimo”.

E pensare che il gruppo che ha acquisito nel 2018 la Recuperator, il gruppo Carel, ha vinto premi prestigiosi per la qualità dell’ambiente di lavoro. Confermi? “In azienda in realtà non mi hanno mai chiamato, anche dopo aver saputo che avevo scoperto di avere un tumore al seno. C’è una signora delle risorse umane, non mi ha mai chiesto come stavo, neanche dopo l’intervento”.

E i tuoi colleghi? “Da molti di loro tantissima solidarietà, che non mi aspettavo. Anche oggi c’è stata un’assemblea sindacale della Fiom che mi ha manifestato grande vicinanza, ha alzato la voce sulla mia questione, anche se non sono iscritta al loro sindacato e non sono dipendente diretta, ma impiegata con una agenzia”.

Che cosa vorresti dopo questa vicenda?

Prima di tutto non voglio che succeda a un’altra donna, perché qua ci sono tante donne in somministrazione. Non deve più succedere”.

il comunicato Nidil/Cgil

Personale “usa e getta”: Rosaria contrae un tumore e l’azienda la lascia a casa

20 Ottobre 2025 in NewsUFFICIO STAMPA

Sta accadendo alla Recuperator S.p.A. di Rescaldina (MI), azienda con oltre 80 persone occupate che produce scambiatori di calore e fa parte del gruppo CAREL, subentrato nel 2018.

Il gruppo CAREL si è dotato di un codice etico per uniformare i comportamenti delle proprie società e, pochi giorni fa, ha ricevuto dal Corriere della Sera e da Statista il riconoscimento Italy’s Best Employers 2026, tra le imprese più apprezzate per la qualità dell’ambiente di lavoro, le opportunità di crescita e il benessere del personale.

Un riconoscimento che però contrasta con la vicenda che coinvolge Rosaria Ferro, lavoratrice in somministrazione impiegata in Recuperator, oggi lasciata a casa dopo aver affrontato un tumore.

La storia

Rosaria Ferro, 55 anni, separata e madre di un figlio di 18 anni, era stata assunta da un’Agenzia per il Lavoro e inviata in missione presso Recuperator il 18 gennaio 2022.

Dopo un anno, vista la valutazione positiva del suo inserimento, il 1° gennaio 2023 l’azienda aveva chiesto all’agenzia di trasformare il rapporto in tempo indeterminato.

All’inizio del 2025 Rosaria scopre di avere un carcinoma al seno. Il 13 marzo viene operata e si sottopone a radioterapia. Dopo la convalescenza, l’11 giugno 2025 il medico competente la giudica idonea al lavoro con limitazioni. Il 26 giugno 2025, l’INPS certifica il diritto a due ore giornaliere di permesso per la patologia fino a giugno 2026. Rosaria rientra regolarmente in azienda e riprende a lavorare per sei ore al giorno.

Ai primi di settembre, tuttavia, l’Agenzia per il Lavoro le comunica che la missione terminerà il 4 novembre 2025, dopo 46 mesi continuativi in azienda, per “mancanza di lavoro”. Un’argomentazione che non trova riscontro nei fatti: dopo aver comunicato la cessazione della missione della lavoratrice, Recuperator ha assunto sei nuove persone, di cui tre nello stesso reparto in cui Rosaria era impiegata.

Una decisione che discrimina

Il 7 ottobre 2025 Nidil Cgil Ticino Olona ha incontrato la direzione aziendale contestando la decisione, che appare come un tentativo di allontanare una lavoratrice solo perché colpita da una malattia che ne ha temporaneamente ridotto la capacità lavorativa. L’azienda ha ribadito che la conclusione delle missioni del personale in somministrazione rientra nelle proprie facoltà e non richiede motivazioni.

Se Rosaria fosse stata dipendente diretta di Recuperator, non sarebbe stato possibile un licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo oggettivo. Inoltre, non essendo stata dichiarata inidonea dal medico competente, l’azienda non avrebbe potuto procedere neppure per motivi sanitari, se non dimostrando l’impossibilità di adibirla ad altra mansione (art. 42 del D.Lgs. 81/2008).

Per chi lavora in somministrazione, invece, queste tutele non valgono: anche chi ha un contratto a tempo indeterminato (“staff leasing”) può essere lasciato a casa dall’azienda utilizzatrice da un giorno all’altro, senza spiegazioni. Nel 2024 erano 78.788 le persone impiegate in somministrazione nelle province di Milano e Monza (dati Ebitemp). Un numero che racconta un mercato del lavoro dove la precarietà resta strutturale, e dove troppe persone vengono trattate come “usa e getta”.

Le richieste di Nidil Cgil

Nidil Cgil Ticino Olona e Nidil Cgil Lombardia hanno deciso, con l’assenso della lavoratrice, di rendere pubblica la vicenda e di chiedere al Comitato Etico del gruppo CAREL di verificare la coerenza di questa condotta con i principi dichiarati nel proprio codice etico.

Allo stesso tempo, il sindacato ha sollecitato la Consigliera di Parità della Regione Lombardia a verificare la correttezza di un comportamento che penalizza una donna lavoratrice per il solo fatto di essere una somministrata reduce da un tumore.

È inaccettabile che una persona che ha affrontato una grave malattia e ha dimostrato responsabilità e determinazione nel rientrare al lavoro venga lasciata a casa senza alcuna motivazione.
Serve una tutela reale per tutte le lavoratrici e i lavoratori in somministrazione, per porre fine a una precarietà che troppo spesso si traduce in discriminazione.”




21 ottobre - Due incidenti mortali sul lavoro: operaio schiacciato da una lastra di vetro nel Catanese, 64enne precipita da un tetto nel Riminese...

 non possiamo solo denunciare e piangere i nostri morti, abbiamo il dovere di costruire una rivolta operaia per porre fine alla barbarie di questo sistema

La lastra di vetro cede e lo schiaccia: muore un operaio, ferito un suo collega

Le vittime sono un uomo di 58 anni, morto sul colpo, e un 34enne, attualmente ricoverato in gravi condizioni

Il luogo dell'incidente (Foto: CataniaToday/ReiTv)

Dietro i cancelli di una vetreria di via Monte Grappa a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, si è consumata l'ennesima tragedia sul lavoro: un uomo di 58 anni, di origine straniera, è morto mentre un suo collega di 34 anni è rimasto ferito. 

La dinamica dell'incidente

Da una prima ricostruzione sembra che i due stessero trasportando una pesante lastra di vetro che ha ceduto e schiacciato l'uomo. Per il 58enne, operaio originario del Congo, impiegato come lavoratore occasionale, non c'è stato nulla da fare: è morto sul colpo. Il 34enne ferito è stato trasportato in elisoccorso al Policlinico di Catania ed è in condizioni gravi ma stazionarie. 

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale dell'Ispettorato del lavoro. La procura di Catania ha aperto un'inchiesta.

Claudio Reggiani morto dopo un volo

 di 8 metri: indagini sul perché si

 trovasse sul lucernario che poi è

 crollato

Il 64enne, addetto di una ditta di catering di Pesaro, è caduto dal tetto di un’azienda a San Giovanni. Stava portando del cibo agli operai. La procura ha disposto l’autopsia

La vittima Claudio Reggiani. A destra: i rilievi dei carabinieri in via Tavollo e soccorsi e forze dell’ordine sul luogo dell’incidente (FOTO AMATO BALLANTE)

Rimini, 21 ottobre 2025 – C’è il giallo del mistero e c’è il nero della morte dietro la tragedia con cui è finita a soli 64 anni la vita di Claudio Reggiani, il pesarese classe 1961 che ieri mattina intorno alle 12 è crollato da un lucernario di un’azienda di San Giovanni in Marignano in cui l’uomo non risultava addetto. Sono tutti ancora da capire infatti i motivi sul perché Claudio Reggiani, che risulta essere invece un dipendente di un’azienda di catering del pesarese, si trovasse sul tetto di un capanno della Tecno Mec di via Tavollo a San Giovanni. Secondo le prime ricostruzioni sulla tragedia che stanno svolgendo i carabinieri della Tenenza di Cattolica insieme con il personale della Medicina del Lavoro, ieri mattina Claudio Reggiani era salito sul tetto a circa otto metri di altezza per portare da mangiare ad alcuni operai che si trovavano lì al lavoro.


domenica 19 ottobre 2025

19 ottobre - Solidarietà al giornalista Ranucci, alla figlia e alla redazione di Report

  A Ranucci, alla redazione di Report,


i lavoratori, le lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe, e le redazioni di tarantocontro e ORE 12 Controinformazione rossoperaia, esprimono la loro solidarietà al giornalista Ranucci e alla sua famiglia, alla redazione di Report per il gravissimo attentato, potenzialmente omicida, dell'altro giorno.
Sappiamo bene che la maggiorparte delle inchieste di Report hanno documentato e smascherato fatti e uomini del potere economico, politico di questo paese; e ripetute volte esponenti di questo governo, Meloni e i suoi Ministri in testa, delle Istituzioni, La Russa, Gasparri, ecc., hanno attaccato la trasmissione Report, hanno chiesto che venisse fermata e chiusa. Sappiamo bene che la grande criminalità, mafia, n'drangheta, ecc. coinvolta in affari, appalti, ecc., con le pubbliche amministrazioni nazionali e locali hanno fatto minacce, mandato lettere minatorie, proiettili nei confronti di Ranucci e della sua trasmissione.
Comprendiamo bene che qui vanno ricercati i mandanti dell'attentato, insieme alle formazioni di estrema destra che si prestano a questi servigi per i governi e lo Stato, Servizi segreti, ecc.
E' chiaro che a tutti sembra strano che Ranucci avesse una scorta ma quando c'è un attentato scompare.
Giornalisti di Report avevano poche settimane fa contattato lo Slai cobas sc di Taranto ed erano venuti a Taranto alla sede Slai cobas per intervistare operai dell'ex Ilva sui gravi problemi della sanità per i lavoratori che vengono ammalati dal lavoro sfruttato e nocivo e poi non hanno neanche una sanità efficiente, rapida, ecc. Una trasmissione/inchiesta in programma nella prossima ripresa di Report.
Così come diverse volte Report si è occupata delle condizioni dei lavoratori degli appalti, delle cooperative, documentando e raccogliendo denunce a malaffare.
Per questo i lavoratori e le lavoratrici sono oggi solidali con Ranucci e Report e vogljono che le inchieste continuino; ed esprimono la massima disponibilità ad ogni iniziativa di sostegno.
LAVORATORI, LAVORATRICI DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

sabato 18 ottobre 2025

19 ottobre - info solidale: FIRENZE, IN 10MILA PER LA GKN SFONDANO IL CORDONE DI POLIZIA E OCCUPANO L’AEROPORTO, “NESSUNO FERMA LA RABBIA OPERAIA”

 

Un corteo numeroso e rumoroso, partito intorno a alle 15.30 dal polo universitario di Novoli, area ex Fiat, ha sfilato per le strade di Firenze a sostegno del progetto operaio della fabbrica di Campi Bisenzio, ex Gkn.

Il corteo sotto lo slogan “Il futuro (ir)rompe” chiedeva l’avvio del Consorzio industriale nella fabbrica in Provincia di Firenze. Un consorzio pubblico per  reindustrializzare lo stabilimento in balia di iter politici, pause estive, freni burocratici e stalli elettorali e che attende ancora le nomine.

“Siamo stanchi di questo muro di gomma” ripetono dal Collettivo che ha chiamato in piazza migliaia di persone, almeno 10 mila secondo gli organizzatori. Il corteo, a fine giornata, alla periferia nord di Firenze ha deviato il percorso autorizzato occupando l’aeroporto Peretola. Si sono verificate cariche di polizia prima di raggiungere lo scalo toscano e dentro agli ingressi dell’aeroporto.

Nonostante il cordone poliziesco, la testa del corteo – composto da lavoratori e lavoratrici – al grido di “nessuno ferma la rabbia operaia” è riuscito a eludere il dispiegamento di agenti e raggiungere l’aeroporto di Firenze, occupandolo.

L’intervento di Dario Salvetti, Collettivo di Fabbrica GKN, dall’interno dell’aeroporto di Firenze. Ascolta o scarica