mercoledì 23 dicembre 2015

22 dicembre - Gli operai muoiono in Cina, come in Italia, in nome del profitto



 ansa

Edifici piegati e accatastati gli uni sugli altri, una marea di fango che copre un’area di 20.000 metri quadrati, soccorritori con le tute arancioni che lavorano alla luce delle fotoelettriche davanti a montagne di macerie: sono le immagini impressionanti che giungono dalla provincia del Guandong, nella Cina meridionale, dove una frana ha investito un distretto industriale con un bilancio di 91 dispersi. Secondo le prime ricostruzioni, in un deposito di rifiuti che si trova alle spalle degli edifici travolti. La massa di terra ha provocato anche la rottura di una conduttura di gas provocando un’esplosione che è stata sentita a 4 chilometri di distanza. Il ministero della pubblica sicurezza di Shenzen stima in almeno 18 gli edifici colpiti e in parte sepolti dalla massa di fango e detriti. Sette persone sono state tratte in salvo dalle squadre di soccorso che impiegano circa 1.500 uomini, mentre Li Yikang, vice segretario generale del governo cittadino, ha detto che sono 900 gli evacuati, soprattutto dalla parte settentrionale della città, quella più colpita. Gli edifici crollati ospitavano gli impianti di produzione di almeno 15 aziende, mentre altri erano adibiti a dormitorio per gli operai. Secondo le autorità cittadine, è stato possibile trasferire la maggior parte delle persone ospitate prima che la frana investisse la zona. Un quotidiano locale riferisce che a cedere sarebbe stato una collina di terreno di riporto che si era formata in oltre due anni di lavori edili nella zona. Il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Keqiang hanno fatto sapere di avere ordinato l’invio immediato di aiuti, tra cui un gruppo di lavoro per il coordinamento dei soccorsi, 100 camion di vigili del fuoco, cani addestrati, droni ed altri equipaggiamenti.


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