martedì 15 dicembre 2015

15 dicembre - Ancora sulla sentenza Solvay....



LA SENTENZA SOLVAY: UNA VERGOGNA SENZA PARI
E’ molto difficile, per chi ha seguito tutto l’iter di questo processo, dare un senso a quanto successo lunedì quattordici dicembre nell’aula di Corte di Assise del Palazzo di Giustizia di Alessandria. Un gruppo di giudici – in parte togati, in parte civili – guidati dalla dottoressa Sandra Capacci, presidente del Tribunale, ha letteralmente fatto a pezzi quattro anni di indagini e tre di udienze. Se ne sono rese conto le persone che affollavano, al momento della lettura del dispositivo, la piccola aula; in quel momento è calato un silenzio a metà tra l’incredulo e l’indignato: nessuno ha avuto la forza di urlare la propria protesta contro quanto appena ascoltato. Il collegio giudicante è riuscito nell’impresa, invero assai ardua se si valutano le semplici risultanze dibattimentali, di derubricare il reato da “disastro ambientale doloso” a “colposo”. Durante le testimonianze è venuto fuori, in modo indiscutibile, che le varie aziende che si sono succedute nel polo chimico di Spinetta Marengo – Montedison, Enimont, Solvay – sono decenni che interrano fusti di materiale contenente cromo al di sotto del terreno dove sorge l’azienda. A chi scrive risulta assai arduo credere che, chi si comporta in questo modo, possa non rendersi conto che, così facendo, potrebbe causare l’inquinamento della falda acquifera sottostante lo stabilimento. Tant’è, la presidente ed i suoi collaboratori hanno accolto in pieno le assurde pretese della difesa dei padroni avvelenatori: così facendo hanno partorito un vero mostro giuridico. I tre maggiori dirigenti imputati – Carlo Cogliati (per il quale il pm Riccardo Ghio aveva chiesto la condanna a anni 18 di reclusione), Bernard De Laguiche (anni 18) e Pierre Jacques Joris (anni 18) – sono stati assolti dai reati a loro ascritti “per non aver commesso il fatto”, mentre per Giulio Tommasi (anni 10) ha ordinato “il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione”. Alla fine gli unici ad essere condannati – se così si può dire – ad anni due e mesi sei ciascuno, sono stati i pesci piccoli: Salvatore Francesco Boncoraglio (anni 15 e mesi 6), Luigi Guarracino (anni 15 e mesi 6), Giorgio Carimati (anni 16 e mesi 9) e Giorgio Canti (anni 15 e mesi 6). Va infine detto che i rei dovranno risarcire alcune parti civili per un ammontare che definire ridicolo è un eufemismo – si va da un minimo di diecimila ad un massimo di cinquantamila Euro – oltre alla rifusione delle spese di costituzione.
Bosio (Al), 14 dicembre 2015
Stefano Ghio - Rete sicurezza Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
di seguito articolo della Stampa
 
Cromo nelle falde, 8 dirigenti di Ausimont e Solvay a processo ad Alessandria: quattro condanne
Il verdetto dopo quattro anni di indagini e tre di processo. Le condanne a due anni e sei mesi ciascuno a Francesco Boncoraglio, Luigi Guarracino, Giorgio Carimati e Giorgio Canti. Il reato è disastro colposo
14/12/2015
silvana mossano

Sono passati sette anni da quando nel sottosuolo del polo chimico di Spinetta Marengo, alle porte di Alessandria, vennero scoperti cromo esavalente e più di venti altri sostanze tossiche. Oggi, dopo oltre cinquanta udienze, la Corte d’Assise - che ha ascoltato tesi d’accusa (a sostegno dell’incriminazione di avvelenamento doloso delle acque contestato a 8 dirigenti Ausimont e Solvay) e tesi a difesa (secondo cui le acque destinate a uso alimentare non erano inquinate) -, ha inflitto ai manager imputati quattro condanne.  Condannati a due anni e sei mesi ciascuno: Francesco Boncoraglio, Luigi Guarracino, Giorgio Carimati e Giorgio Canti. Il reato è disastro colposo.  Il pubblico ministero Riccardo Ghio aveva chiesto complessivamente 127 anni di reclusione, diversificati a seconda dei ruoli. Lo stesso magistrato che,con Arpa e Noe, ha condotto la gigantesca inchiesta, è sempre stato convinto che ci fu dolo nel nascondere la portata dell’avvelenamento delle falde di uno dei bacini idrici più ricchi del Piemonte, per non dover fare una costosissima bonifica (che infatti non ci fu). Queste le condanne che erano state chieste: 18 anni per Carlo Cogliati, Bernard De Laguiche, e Pierre Jacques Joris; 16 anni e 9 mesi per Giorgio Carimati; 15 anni e 6 mesi per Salvatore Francesco Boncoraglio, Giorgio Canti, Luigi Guarracino; 10 anni a Giulio Tomasi. Le parti civili – per decine di persone che si sono ammalate di tumore o loro eredi - condividono la tesi del pm. E il ministero dell’Ambiente ha chiesto un risarcimento di 100 milioni.  


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