Questa mattina siamo venuti a conoscenza che la Direzione dell'INPS, annullando e in contrasto con i suoi stessi accertamenti e conclusioni fatti da due ispettori, ha riconosciuta legittima la cassintegrazione straordinaria richiesta dalla Effer srl, azienda metalmeccanica, produttrice di gru industriali, da dicembre 2011 a dicembre 2012 che aveva portato tanti dei 100 operai a stare per settimane, mesi a casa, e che era stata gestita anche in forme discriminatorie non applicando neanche la rotazione prevista.
Nel maggio 2012 lo Slai cobas, da poco organizzato in questa fabbrica, contro questa cigs, accettata invece in pieno da Fim, Fiom, Uilm, aveva subito presentato un esposto all'Inps e alla Procura ma contemporaneamente aveva fatto lotte, scioperi, presidi davanti alla Effer, sviluppando l'unità e la solidarietà degli operai (verso gli operai sempre in cigs); queste iniziative, per la prima volta fatte alla Effer contro la cig, avevano prima permesso di respingere un tentativo di repressione/licenziamento da parte della ditta verso i due delegati Slai cobas, e poi di far rientrare tutti gli operai al lavoro.
Ma l'azione dello Slai cobas e degli operai aveva anche portato ad un accertamento da parte degli ispettori dell'Inps finalmente fatto bene, in cui si riconoscevano come vere tutte le denunce dello slai cobas e si concludeva con il disconoscimento della cigs alla Effer e la richiesta alla stessa Effer di restituzione all'Inps dei soldi di cigs. Gli ispettori dell'Inps accertavano che la ditta non poteva essere autorizzata alla cigs nel momento in cui aveva già usufruito negli anni precedenti di cig, il suo fatturato negli anni era cresciuto (mentre gli operai e quindi i costi del lavoro erano diminuiti), e nel momento in cui esternalizzava ad altra ditta proprie lavorazioni, mentre teneva contemporaneamente suoi dipendenti a casa.
Ma, evidentemente, questa anomalia di accertamento e conclusione, per la prima volta a favore dei diritti degli operai, e fatta sulla base di precise indicazioni e con la mobilitazione dello Slai cobas, non è andata a genio alla sede centrale di Roma, la quale, appena la ditta ha fatto opposizione al verbale degli ispettori di Taranto, ha tirato le orecchie a Taranto e ha imposto una revisione del verbale e quindi il suo annullamento.
Questo, più di tante parole, dimostra come lo Stato è dalla parte dei padroni, quando sono i lavoratori a chiedere aumenti dei redditi i soldi non ci sono, quando invece vanno i padroni a "battere cassa" i soldi escono eccome, in violazione anche delle stesse leggi dello Stato!
Ma questo deve far comprendere anche agli stessi operai - che spesso, per non lottare, hanno una sorta di fissazione per le vie legali, e si illudono che le istituzioni debbano dar loro giustizia - che PRIMA DI TUTTO E' CON LA LOTTA CHE SI POSSONO DIFENDERE LAVORO E SALARIO, RESPINGERE CASSINTEGRAZIONE ILLEGITTIME, LICENZIAMENTI, ECC.
Vengono anche le iniziative legali, ma queste devono trovare forza dalle lotte, dalla continuità della mobilitazione e dallo sviluppo dell'organizzazione degli operai. E questa stessa vicenda lo dimostra chiaramente: con la lotta e solo con la lotta noi abbiamo imposto un'accertamento nuovo e anomalo, per l'andazzo normale in corso all'Inps.
Mettere prima, o come priorità l'azione legale è prendere in giro da sè stessi, soprattutto oggi in cui i governi nella crisi più di prima difendono gli interessi e i profitti dei padroni.
GLI OPERAI DELLA EFFER DOPO IL PRIMO PERIODO DI MOBILITAZIONE SI SONO, INVECE, UN PO' FERMATI E ILLUSI, NON HANNO SEGUITO L'INDICAZIONE DELLO SLAI COBAS DI RAFFORZARE L'ORGANIZZAZIONE COBAS E CONTINUARE A DIFENDERE OGNI DIRITTO IN FABBRICA.
NELLO STESSO TEMPO DOBBIAMO DIRE CHE QUELLA LOTTA HA VINTO!
LA EFFER HA DOVUTO FAR RIENTRARE TUTTI GLI OPERAI (pur avendo una cig ancora aperta e sempre sottoscritta dai sindacati confederali)
LA EFFER HA INTERROTTO L'ESTERNALIZZAZIONE DI PARTE DELLA PRODUZIONE.
Ora occorre ripartire con lo sviluppo del cobas, perchè possibili situazioni negative per gli operai sono sempre in agguato.
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