giovedì 24 settembre 2015

24 settembre - PALERMO: FINCANTIERI E AMIANTO... MUOIONO OPERAI E PARENTI... E I PROCESSI CONTINUANO













SIAMO GIA' AL NONO "FILONE D'INDAGINE" E IN TANTI SONO STATI CONDANNATI MA NON HANNO FATTO UN GIORNO DI GALERA PER QUESTA STRAGE!
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L’inchiesta. Indagati 3 ex dirigenti. La Procura ha avviato la richiesta di incidente probatorio per la morte di 15 operai

Fincantieri, nuovo processo per amianto-killer

Amianto-killer, c’è un altro processo in vista per gli ex dirigenti della Fincantieri. Ma anche per gli ex rappresentanti legali delle società Bacini siciliani e di Palermo e della cooperativa Rinascita Picchettini. La Procura ha avviato la richiesta di incidente probatorio per accertare la riconducibilità della morte di 15 operai e del tumore che ne ha colpiti altri tre proprio all’impiego, nella costruzione delle navi, della terribile sostanza. Sostanza, che, dispersa nell’aria e inalata provoca l’asbestosi, un tumore che colpisce i polmoni e che ha effetti letali o comunque gravissimi.
Indagati nel nuovo filone di indagine (il nono, tra quelli recenti) sono Luciano Lemetti, classe 1927, dunque 88 anni compiuti; Giuseppe Cortesi, 67 anni, e Antonino Cipponeri, di 76. Tutti e tre, già condannati con sentenza definitiva per altri fatti analoghi, furono ai vertici dei Cantieri navali nel periodo in cui presumibilmente gli operai contrassero la malattia. C’è poi Ferdinando Mannino, anche lui non più giovanissimo: ha 81 anni ed è sotto inchiesta perché fu al vertice della Bacini siciliani, nel periodo compreso tra il 26 maggio 1986 e il 23 aprile 1998, e della Bacini di Palermo tra l’agosto 1989 e l’ottobre 1994. C’è infine Giuseppe Scrima, di 70 anni, della cooperativa Rinascita Picchettini. Li difendono gli avvocati Gioacchino e Alberto Sbacchi, Corrado Pagano, Giovanni Di Trapani.
L'inchiesta è coordinata di pm Claudia Ferrari e Claudia Bevilacqua e contro gli imputati si costituiranno parte civile gli eredi delle vittime e gli stessi operai ammalati, assieme ai famigliari. Se il gip accoglierà la richiesta dei pm, nominerà degli esperti di sua fiducia per accertare le cause di morti e malattie. Luciano Lemetti, Antonino Cipponeri e Giuseppe Cortesi sono giù tecnicamente pregiudicati e non sono finiti in carcere solo grazie all’indulto, che ha ridotto di tre anni le pene loro inflitte anche dalla Cassazione: 3 anni e 6 mesi per Lemetti, 3 anni e 1 mese per Cipponeri, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni per Cortesi. Ma sono tanti i giudizi ancora aperti nei loro confronti e l’indulto si può applicare solo una volta. Anche se gioca molto il fattore età.
L’amianto-killer, a distanza di poco meno di quarant’anni da quando fu dichiarato nocivo e di un quarto di secolo da quando fu bandito nei Paesi Ue, continua a mietere vittime. Non solo tra gli operai, ma anche tra i familiari, che, come loro, respiravano le polveri della sostanza venefica, usata per costruire le navi e che si depositava sulle tute da lavoro. In tutti i procedimenti si devono fare i conti con la prescrizione e una serie di dibattimenti in corso varranno solo agli effetti civili, perché sono ben lontani dalla conclusione, a distanza di tanti anni dai fatti.
Il giornale di Sicilia
23/9/15

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