Corriere delle Comunicazioni
Ericsson, licenziamenti di massa in vista: via 25mila dipendenti
Ancora ignoti i mercati su cui si abbatterebbero
i tagli, ma salvi i lavoratori svedesi. La società punta a risparmiare 1,2
miliardi di dollari entro il 2018. L’azienda non conferma né smentisce la
notizia lanciata da un giornale svedese
Ericsson potrebbe licenziare circa 25mila – su
109mila – dipendenti come parte del piano di ristrutturazione avviato dal Ceo
Borje Ekholm. Lo scrive il giornale svedese Svenska Dagbladet citando fonti
anonime presso la società. Si tratterebbe di un ulteriore maxi-taglio dopo
quello di 7mila lavoratori effettuato nell’ultimo anno.
L’azienda a luglio
aveva annunciato di voler accelerare su una serie di misure in grado di ridurre
i costi annuali di almeno 1,2 miliardi di dollari entro metà del 2018. La
società ha registrato una perdita operativa di 145,3 milioni di dollari durante
l’ultimo trimestre, segnando così un’inversione del bilancio rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite sono diminuite dell’8% su base
annua, contratte le entrate del 7,7%. La società sta affrontando una feroce
pressione concorrenziale dalla cinese Huawei e dalla finlandese Nokia. In calo
anche gli investimenti delle telco: la domanda di tecnologia 5G rimane al
momento una promessa. Ancora ignoti i Paesi su cui si abbatteranno i
licenziamenti. Ma secondo le indiscrezioni potrebbero concentrarsi in
particolare su alcuni mercati arrivando così a tagliare fino all’80-90% della
forza lavoro di alcuni di essi. Il piano prevederebbe la concentrazione di
alcuni mercati. I dipendenti svedesi – circa 14mila – dovrebbero essere
risparmiati. Anzi, per quanto riguarda la Svezia si parla di una campagna
acquisti per compensare i danni causati da precedenti tagli dei costi. In
particolare dovrebbe essere “protetto” il personale delle unità ricerca e
sviluppo, settore che guida le vendite a lungo termine. Secondo li giornale
svedese non è ancora chiaro se i tagli includano il personale in forze nella
unit Media che dovrebbe essere ceduta. “Ericsson non ha comunicato quali
specifiche unità o paesi potrebbero essere colpiti. È troppo presto per parlare
di misure specifiche o per escludere qualsiasi paese”, ha dichiarato Ericsson
in una dichiarazione sul suo sito web. A luglio ha abbandonato la poltrona il
presidente Leif Johansson, in carica dal 2011, che però ha lasciato tempo
all’azienda fino all’annual general meeting 2018 per trovare un successore.
L’annuncio era arrivato a seguito delle pressioni esercitate dall’azionista
Cevian Capital (ha acquisito il 5,6% di Ericsson per 1 miliardo di dollari) che
aveva criticato la performance del board per il lavoro “poco efficace” svolto.
In Italia da marzo scorso è stata avviata una procedura per la riduzione di personale.
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