mercoledì 12 febbraio 2020

12 febbraio - QUALCHE COLPO AI PADRONI, I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI, ALTRO NON SONO CHE AZIONI PUNITIVE DA PARTE DEL PADRONE SENZA RICORRERE AL GIUDICE.

SONO L’ESPRESSIONE DELL’AUTORITÀ PADRONALE PER MANTENERE L’ORDINE 

DI SEGUITO TRE LICENZIATI REINTEGRATI
SALUTIAMO CALOROSAMENTE GLI OPERAI CHE HANNO SAPUTO ANDARE FINO IN FONDO E CHE RIENTRANO IN FABBRICA
MA SONO LA SOLIDARIETÀ E LA LOTTA DI CLASSE CHE POSSONO LIMITARNE L’USO


E’  finalmente rientrato in fabbrica Manpreet, operaio iscritto allo Slai Cobas sc alla Montello spa, colosso del riciclo e recupero rifiuti, con gli operai a maggioranza, immigrati, donne e in appalto ad una cooperativa.
Una vittoria legale impegnativa, con una lunga battaglia nei tribunali che ha richiesto ben due ricorsi, il primo contro il licenziamento disciplinare il secondo contro la nuova cooperativa subentrata nel frattempo con un cambio appalto, che si opponeva al reintegro, affiancata dalle mobilitazioni e dal sostegno del sindacato, dei compagni di lavoro, dei lavoratori della zona, che hanno dato a Manpreet la forza di tenere duro fino al rientro. Senza cadere nella trappola della conciliazione economica, della rinuncia alla lotta. Un rientro applaudito dalla stragrande maggioranza degli operai in fabbrica.


A FINE 2018 TENARIS DALMINE HA SCATENATO UNA CAMPAGNA REPRESSIVA CON LICENZIAMENTI, FONDATA SUI PRESUNTI RILIEVI DI INVESTIGATORI PRIVATI PER POTER LICENZIARE GLI OPERAI CHE USUFRUISCONO DELLA LEGGE 104. 
NEI GIORNI SCORSI È ARRIVATA UNA SENTENZA POSITIVA, DI SECONDO GRADO, FRUTTO DELLA TENACIA DI UN OPERAIO CHE NON SI È FERMATO AL PRIMO AVVOCATO, AL PRIMO SINDACATO CHE HANNO DATO PER PERSA LA SUA CAUSA.
UNA SENTENZA CHE HA SMASCHERATO LA CREDIBILITÀ DELLE INDAGINI PRIVATE, ED HA REINTEGRATO L’OPERAIO, CHE VOGLIAMO RIVEDERE AL PIÙ PRESTO IN FABBRICA

invitiamo gli operai alla lettura di questo opuscolo di Lenin del 1895

Gli operai con la 104 sono malvisti perché rompono la pianificazione aziendale. Con gli organici ridotti al minimo, ogni uomo sulle linee deve essere molto flessibile e pianificabile, in poche parole a disposizione. Essere o non essere in fabbrica deve essere esclusivamente frutto della programmazione aziendale, per comporre i turni con la massima armonia produttiva, la massima saturazione dei tempi produttivi.
Gli operai con la 104 sono malvisti perché utilizzano un beneficio previsto da una legge, e aggirano l’autorità aziendale, che tutto ha fatto per trasformare i diritti (permessi, riposi e ferie) in concessioni. Per integrare i cosiddetti cali produttivi, le ferie vengono bruciate unilateralmente, i riposi possono saltare, per i permessi si fatica sempre a trovare un sostituto.
Chi utilizza la 104 è un elemento contraddittorio con l’ordine produttivo, QUELLO SANCITO DAGLI INFAMI ACCORDI DI FIOM FIM UIL SULLA FLESSIBILITÀ TOTALE.
Esattamente quello che traspare dall’ultimo CCNL Metalmeccaici, dove Confindustria ha preteso ed ottenuto una limitazione nell’uso della 104, per ostacolarne l’uso a seconda delle necessità della persona assistita, per subordinarne l’uso nella misura maggiore possibile alla produzione.
Chi usa la 104 è un pessimo elemento per il padrone. Speriamo rientri


FBM -VINCE TRE PROCESSI E TORNA AL LAVORO UN DELEGATO FIOM COMBATTIVO, 
DOPO UN LICENZIAMENTO MONTATURA.
UN DELEGATO CHE SI È OPPOSTO ALLA PRECARIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO, CHE HA CONTRASTATO LA DIREZIONE PER FRENARE L’INSERIMENTO DI OPERAI IN REPARTO CON LE AGENZIE E SIMILI, 
OPERAI RICATTATI E CON UN ALTO TURN OVER, CHE TRA L’ALTRO NE LIMITA DI MOLTO LA FORMAZIONE, ANCHE PER LA SICUREZZA.

Nessun commento:

Posta un commento