CASO COSPITO: COMUNICATO DELLA REDAZIONE DI RADIO ONDA D’URTO.
Martedì
24 gennaio 2023: Comunicato di Radio Onda d’Urto, emittente
radiofonica di
movimento di Brescia e Milano, testata
giornalistica regolarmente iscritta al Tribunale
di Brescia (n.
24/86).
CASO ALFREDO COSPITO: VIETATO PARLARE…CON RADIO ONDA D’URTO?
La domanda sorge spontanea, leggendo il documento diffuso lunedì 23 gennaio 2023 dalDipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del carcere di Sassari, dove si trova in regime di 41 bis l’esponente anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022.
Il
Dap, organismo che fa capo al Ministero della Giustizia, ha
comunicato all’avvocato di
Cospito, Flavio Rossi Albertini,
il nulla osta alla visita giovedì 26 gennaio in carcere da parte
della dottoressa di fiducia, Angelica Milia, più volte ai
microfoni di Radio Onda d’Urto proprio
per aggiornare lo
stato di salute di Cospito.
Nella
nota la neodirettrice reggente del carcere di Bancali (Sassari),
dottoressa Carmen Forino,
scrive: “visto quanto segnalato dal
Direttore Generale della D.G.D.1., con nota pervenuta a
questa
Direzione in data 20.01.2023, la Dr.ssa Milia viene diffidata a
rilasciare a seguito delle
visite, dichiarazioni all’emittente
radio “Onda d’Urto”, al fine di non vanificare le finalità del
regime di cui all’ex art. 41 bis O.P. Ulteriori dichiarazioni
rese in tal senso, potranno indurre
questa A.D. a valutare la
revoca dell’autorizzazione all’accesso in Istituto”.
Si
tratta di un provvedimento gravissimo, un attacco che non riguarda
solo la nostra
emittente (che trasmette dal 1985 come testata
giornalistica regolarmente iscritta al Tribunale
di Brescia) ma
più in generale la libertà di informazione e che denota un
accanimento
repressivo-carcerario contro il detenuto, di cui
pare acclarato non si vogliano far conoscere le
condizioni di
salute sempre più critiche, unico oggetto delle interviste
rilasciate dalla
dottoressa Milia a Radio Onda d’Urto.
Evidentemente
rompere il silenzio in cui rischia seriamente di morire Alfredo
Cospito
rappresenta qualcosa che…“vanifica le finalità del
regime di cui all’ex art. 41 bis O.P.”.
Colpisce
poi nella nota il riferimento non ai media in generale (cosa che
sarebbe comunque
grave), ma a un organo d’informazione in
particolare: il nostro, storicamente legato ai movimenti sociali.
Crediamo
quindi che a preoccuparsi, e a reagire, dovrebbero essere tutti gli
operatori e le
operatrici dell’informazione di questo Paese.
Quello che può essere o non essere detto a una
specifica
emittente radiofonica non lo può decidere l’Amministrazione
Penitenziaria.
La
stessa preoccupazione dovrebbe riguardare gli Organi, nazionali e
lombardi, di
rappresentanza dei giornalisti, oltre che le forze
politiche, dentro e fuori il Parlamento.
Nelle
prossime ore capiremo quale sia la via migliore e più efficace per
rispondere, in
maniera larga, a quello che riteniamo essere un
segnale decisamente preoccupante. Come sempre, nella storia ormai
quasi quarantennale della nostra Radio, la risposta non potrà che
essere collettiva.
In
queste ore abbiamo comunque già ricevuto decine e decine di
attestati di vicinanza e
solidarietà: questo ci fa molto
piacere.
E’
chiaro però che serve ora una risposta dal responsabile ultimo del
DAP, ossia il Ministro
della Giustizia, on. Carlo Nordio.
Voci,
interviste e altro ->https://www.
radiondadurto.org/2023/01/24/caso-cospito-
comunicato-della-redazione-di-radio-onda-durto/
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