martedì 23 giugno 2020

23 giugno - INTERVENTI ASS.PdA DEL 16-6-20


alcuni interventi all'assemblea nazionale telematica del 16 giugno del Patto d'Azione

Slai Cobas Taranto
Prima di tutto diamo un forte abbraccio solidale, purtroppo virtuale per il momento, ai lavoratori della TNT; appena è successa questa aggressione violenta abbiamo informato i lavoratori e portato la denuncia e solidarietà dappertutto.
Sul 6 giugno. Anche noi riteniamo che sia stato una buona e riuscita giornata di lotta. Anche a Taranto è stata buona ed articolata, ha toccato sia ArcelorMittal, soprattutto con volantinaggi, striscioni, scritte, discussioni con gli operai, ma anche assemblee con i lavoratori degli appalti comunali, e poi una iniziativa in piazza che da tempo non si vedeva a Taranto, anche prima del coronavirus, in cui a parte i lavoratori, delegati dello Slai c
Cobas sc c'erano i compagni giovani della Fgc. Per noi questa giornata è stata importante per il sentire che c'è stato tra i lavoratori, le lavoratrici che il Patto d'azione è un valore aggiunto, è il nostro capitale in più; è questo sentire che ha dato valore a questa giornata, il fatto che i lavoratori hanno compreso che non si è trattato delle normali iniziative che pur facciamo ma che questo PdA permette un valore nazionale e quindi da unità e forze alle singole lotte. Questo sia all'Ilva sia tra le lavoratrici precarie degli appalti comunali è stato l'elemento più importanti.
Vengo però subito alla seconda parte. Attualmente il problema è di consolidare il PdA. Sono d'accordo con la frase che diceva Eddy: o è un Patto d'azione o no.
PdA non è una formula, è un patto, un sentire comune, non è neanche una sommatoria, anche a livello locale non si tratta solo di mettere insieme, ma si tratta di essere uniti, portare avanti la piattaforma concordata, che non è stata concordata tra “addetti ai lavori”, ma si tratta di una piattaforma che risponde effettivamente – e lo diciamo noi che, sapete, all'inizio abbiamo fatto anche delle discussioni, osservazioni sulla piattaforma – ma riteniamo che oggi la piattaforma sia uno strumento importante, un'arma perchè nei vari punti risponde a quelli che sono i nodi centrali della lotta e della realtà.
In questo senso, il problema è rafforzare questa scelta nella coscienza di tutti. Faccio l'esempio della lotta contro la repressione, ma non solo. Ciò che succede nella gravissima repressione verso i lavoratori della TNT deve portarci a dire: “siamo tutti della TNT”; quando succede, come è successo, un'aggressione gravissima al nostro rappresentante dei lavoratori cimiteriali, che sta avendo pesantissime conseguenze sia per il lavoratore e i suoi famigliari sia per gli altri lavoratori... “siamo tutti cimiteriali”; noi siamo lontani e in contrasto con alcune posizioni, teorie, ideologie degli anarchici, ma se colpiscono gli anarchici... “siamo tutti anarchici”.
Quindi, il PdA noi lo vediamo come rendere concreto il discorso “Toccano uno toccano tutti”.
In questo senso il problema di cosa fare dopo ha due aspetti.
Da un lato la questione di iniziative che sono legate alla realtà. C'è la questione dell'Ilva, dell'ArcelorMittal che non è affatto una questione di Taranto, è una questione europea, internazionale; quindi è normale che il PdA sia visibile in una lotta come questa; così come sulla questione migranti, ora si è aperta la stagione dei braccianti migranti con tutte le conseguenze negative che stiamo vedendo, ma anche di proteste, iniziative di lotta, anche su questo il PdA subito prende posizione, estende le iniziative. Questo vale anche su altri fronti, è ripresa la questione delle carceri, il PdA si attiva su questo, non aspetta neanche di concordare nelle assemblee telematiche il che fare ma deve essere normale... Sinceramente mi è sembrato un po' strano che sia sulla questione Ilva sia sulla questione migranti con tutta la vicenda sanatoria, con il suo bluff, in cui a parte noi e campagne in lotta, in generale il PdA non si è sentito; è invece questo sta nella piattaforma.
Quindi un aspetto è legare alla realtà del momento in cui dobbiamo avere le antenne allertate, avere questo spirito unitario; l'altro aspetto sono le campagne.
Nei primi due punti della piattaforma noi parliamo di “salario medio garantito per i disoccupati...”, parliamo di “riduzione drastica dell'orario di lavoro a parità di paga”, chiaramente, in questo va benissimo che i costi della pandemia li paghino i padroni. Ecco questi due punti, ma anche altri, richiedono secondo noi delle campagne prolungate, perchè non basta dirle, e azioni anche specifiche di lotta. E' chiaro che sul salario medio garantito i principali protagonisti sono i disoccupati, le lavoratrici precarie, ecc. (qui faccio una breve parentesi, ma credo che anche nelle altre realtà si sta verificando, i lavoratori precari si impattano con una realtà di appalti al massimo ribasso, addirittura al 99% - è chiaro che poi questo ribasso viene scaricato sui contratti, sulle condizioni di lavoro, sulla sicurezza dei lavoratori), questo richiede una campagna prolungata.
Come abbiamo detto prima, è importante il consolidamento del PdA. E' chiaro che il Patto si deve allargare, ma il PdA è anche in distinzione positiva, non è che stiamo nel Patto per puro caso. Stiamo nel Patto anche perchè è differente per esempio con altri sindacati di base – e a Taranto, fatecelo dire con l'Usb c'è un mare di differenza e quindi non potremmo a Taranto vedere un allargamento con l'Usb in quanto tale, differente è con i lavoratori iscritti all'Usb. Questo per dire che chi sta nel PdA deve stare nel PdA, non può stare nel Patto e poi fare l'opposto, portare avanti azioni, parole d'ordine totalmente opposte e differenti.
A livello locale noi abbiamo cominciato. Il 6 è stato importante l'unità con i compagni della Fgc, e sulle varie battaglie dobbiamo allargare il Patto. Per il momento il luogo di riferimento, anche per preparare i materiali è la sede dello Slai c
Cobas sc.
Finisco tornando sulla repressione. Il 19 faremo un presidio alla Prefettura in cui porteremo tutta la questione delle repressioni delle lotte dei lavoratori, della TNT. Pensiamo che questa giornata del 19 giugno contro la repressione possa essere una proposta anche per altre realtà.

Palermo
Anche noi abbiamo salutato il 6 giugno questo “filo rosso” che ha legato nord e sud. A Palermo iniziativa riuscita con presenza di lavoratori di diversi settori e di organizzazioni comuniste aderenti al PdA, o ancora non aderenti. Non è stato un lavoro affatto scontato, va valorizzato tutto quello che c'è stato in quel giorno a livello nazionale. Nello stesso tempo va rilevata l'assenza di alcune realtà di sindacati di base e di centri sociali che ancora non colgono l'importanza oggi di unirsi nella lotta contro i padroni, Stat, governo e quindi l'importanza di questo fronte per respingere tutti gli attacchi che subiamo ogni giorno. I lavoratori e le lavoratrici che sono in lotta il 6 erano contenti, non solo di essere nuovamente in piazza, ma di questa manifestazione del PdA. Siamo partiti da una piattaforma che contiene le istanze immediate che emergono dalle lotte, ma nella manifestazione il discorso ha avuto un respiro più ampio sia nelle parole d'ordine, sia nei cartelli che abbiamo portato, negli interventi, si è parlato, denunciato il sistema capitalista che è la vera causa di quello che subiamo ogni giorno.
Le lavoratrici e le compagne che sono state in piazza in prima linea e hanno portato un arricchimento della giornata sul doppio attacco di classe e di genere che come donne subiamo e che con la pandemia si è amplificato, non solo per il lavoro, ma anche sul fronte familiare. Per es, l'ultimo provvedimento del “pacchetto famiglia” del governo è il concentrato di quello che è l'attacco alle donne, alle lavoratrici, il famoso smart working vuole diventare un “modello” per conciliare per le donne la famiglia e il lavoro. All'assembla dei delegati che condividiamo, questo punto delle lavoratrici, del doppio sfruttamento e oppressione che subiamo chiediamo che diventi un punto importante all'OdG.
Sulla repressione, a Palermo collegandoci ai fatti repressivi che stanno accadendo a livello nazionale, vi è stata un'assemblea con i lavoratori per concretizzare la solidarietà ai lavoratori delle TNT violentemente repressi, il 19 giugno scendere nuovamente in piazza come Patto, partendo dalla mozione che il PdA ha fatto sulla repressione e per collegarci a tutti i fatti di repressione dal nord al sud; le stesse lavoratrici di Palermo subiranno un processo per aver difeso il loro posto di lavoro. Il 6 giugno le lavoratrici hanno portato in piazza la denuncia dell'attacco al diritto di sciopero, della sanzione per lo sciopero delle donne del 9 marzo, in cui noi abbiamo sfidato il primo divieto, perchè allora cominciò l'emergenza coronavirus che poi ha portato al lockdown, ma noi come lavoratrici siamo scese ugualmente in piazza sfidando la polizia, le prescrizioni, difendendo lo sciopero delle donne, non solo in sé per tutte le istanze delle lavoratrici, ma come diritto di sciopero in generale.

Aldo Milani
Nel momento in cui noi diamo importanza perchè il PdA abbia un suo sviluppo, riteniamo centrale la possibilità di poter mettere insieme delle forze che sul terreno delle contraddizioni che la crisi accelererà, in grado di potersi connettere all'interno di una visione che non può essere puramente tradunionista e siano in grado di poter dare l'anima e la forza al PdA. Se guardassimo alla situazione attuale, con tante lotte, ho difficoltà a comprendere un risveglio dei lavoratori a livello nazionale, c'è una difficoltà oggettiva e credo che dobbiamo partire avendo almeno chiaro alcuni elementi di fondo.
Sull'assemblea dei delegati. Partiamo da due fattori fondamentali. Un primo, in cui vi è differenza tra noi e la Adl, la visione un po' della Adl è quella di sviluppare l'iniziativa più di carattere generale, anche per la loro impostazione anti ideologica, che dal punto di vista politico si rivolge ad un'area generalizzata, dove il PdA diventa quasi un elemento secondario. Per noi invece l'assemblea dei delegati diventa una questione di rafforzamento, assemblea che non parte solo dal mettere insieme i lavoratori che vogliono una lotta dura tradunionista.
Noi abbiamo il problema anche nel Sicobas di una visione che è legata alla fase precedente, in cui bastava fare picchetti duri, lo scontro e ottenere dei risultati anche immediati. Oggi la difficoltà è quella di capire quello che è il capitalismo, e non è un caso che nei settori fondamentali in cui abbiamo ottenuto di più, abbiamo un processo di ristrutturazione in cui spariscono interi magazzini. Ed è chiaro che la nostra visione non è quella sola di una lotta economica dura, ma quella di legare la battaglia sul terreno della difesa economica dei lavoratori contro padroni e governo ad una prospettiva più generale. Quindi, dare sviluppo al PdA. Non si tratta di mettere insieme i delegati, secondo l'appartenenza a quella o quell'altra organizzazione. Il PdA non è una sommatoria di due, tre organizzazioni che tendono ad allargare la propria sfera di influenza intorno al proprio perimetro, ma di andare a cogliere il fatto che nella crisi si manifesteranno tutta una serie di iniziative in cui vi deve essere la capacità di dare un respiro politico, di prospettiva, non solo di carattere economico ma la capacità di implementare queste rivendicazioni all'interno di una piattaforma del PdA.
E' in questa prospettiva che noi pensiamo che dobbiamo fare una prima assemblea del PdA nei primi di luglio, dove chiameremo varie situazioni, e in cui il PdA ha un respiro più ampio, ma lì si confronteranno anche coloro che intendono dare sviluppo, eventualmente a settembre a questa assemblea dei lavoratori. Tenendo conto che allo stadio attuale c'è difficoltà oggettiva, che non data dalla difficoltà di qualche militante che appartiene alle organizzazioni attualmente nel PdA, ma è la difficoltà in termini di contenuti e movimento e verso tutto l'insieme dei lavoratori che si troveranno a pagare questa crisi e la capacità di far sì che il programma che abbiamo espresso nel PdA diventi fattore effettivo di lotta e di scontro per difendersi meglio nella crisi.
Questa assemblea dei delegati non può essere la ripetizione del “lirico due” in cui militanti si trovano insieme per fare una critica alle burocrazie sindacali, ma in cui vi sia la capacità di poter mettere insieme anche dei movimenti per discutere anche della possibilità di fare uno sciopero nazionale per dare una prospettiva alle varie vertenze e trovarsi insieme su un programma più generale. In questa la difficoltà è di non mettere insieme le realtà di appartenenza, ma individuare quali sono i punti di azione e la capacità di legarli ad una prospettiva di carattere più generale. Su questo terreno chiamiamo anche i lavoratori che oggi sono in minoranza della Cgil, non tanto per fare una battaglia al loro interno per avere uno spazio di manovra ma per prendere posizioni suun terreno sia di rivendicazione sia di carattere anticapitalistico. Su questo chiameremo a questa assemblea. Il problema è di verificare quante forze ci sono effettivamente oggi in grado di poter promuovere questa situazione, alla luce del fatto che stanno avvenendo dei processi di ristrutturazione dove vengono attaccati i lavoratori. Noi siamo nel settore della logistica in cui fino ad oggi abbiamo ottenuto dei risultati anche concreti e là sta avvenendo un attacco. Allora o siamo in grado di collegare quato attacco ad una prospettiva di carattere generale, se no è impensabile.
Vedi la lotta della TNT (accanto alla lotta dell'Uds in cui hanno licenziato 102 lavoratori a Bologna). Sta avvenendo un processo di attacco ai lavoratori dove siamo più forti, perchè questo è il capitalismo, il suo processo di ristrutturazione di fronte alla crisi significa liquidazione della forza lavoro. Il discorso della patrimoniale, di far pagare la crisi ai borghesi, passa attraverso anche la partecipazione dei lavoratori...
Il PdA non può essere la sommatoria di forze per rivendicare soltanto degli obiettivi,ma nella visione di una classe non in sé ma per sé, una visione politica di prospettiva. Per questo abbiamo dato vita al PdA, non per allargare la sfera del Sicobas, ma per la capacità di sviluppare nell'attività di difesa economica spingere delle avanguardie a prendere posizione all'interno della sfera della lotta economica in una visione politica più ampia. Questa è l'assemblea che noi vogliamo andare a fare a settembre e su questo faremo un documento di primo confronto tra compagni che vogliono indirizzare il lavoro per promuovere questa assemblea a settembre, verificando quanto sono i compagni disponibili a spendersi in questa prospettiva, non in termini di sommatoria di forze e neanche di un intersindacale, ma la necessità di mettere insieme chi di fronte a questo attacco sempre più duro del capitalismo si pone da un punto di vista di classe che non è soltanto lotta sul terreno di rivendicazionismo, ma per legare la propria resistenza ad una prospettiva di carattere più generale.

Bergamo
Il problema non è tanto della repressione ma di alzare il livello dello scontro e della lotta.
L'assemblea nazionale dei delegati e dei rappresentanti delle lotte è un tassello importante del PdA di tutti quelli che lasciano perdere bandiere e bandierine e si sporcano le mani per rafforzare questa situazione che deve vedere protagonisti i protagonisti delle lotte nei posti di lavoro, nelle fabbriche e nel sociale, per un avanzamento anche teorico e dello scontro in atto rispetto al sistema capitalistico, che da un lato porta avanti sfruttamento, pandemie, guerre, razzismo – che genera le rivolte degli Usa. Dobbiamo vedere questa strada perchè alla fine non ci sono altre soluzioni se non organizzarsi per preparare la nostra guerra di classe, per cui dobbiamo prepararci già ora e marciare da ora perchè non dobbiamo aspettare, dobbiamo rispondere concretamente e direttamente agli attacchi che vengono fatti e la migliore risposta agli attacchi sono le azioni di lotta.
Noi cercheremo di costruire una risposta contro la repressione, in fabbrica, il divieto di assemblea e del diritto di sciopero; con un'azione di sciopero, per riconquistarci la lotta e dare la forza ai lavoratori, che devono riprendersi in mano la possibilità che solo la lotta di classe più generale può portare a dei risultati.

Eddy conclusioni
Premessa sul metodo, per non vanificare gli interventi. Per esempio anche rispetto all'ultimo intervento sulla repressione – Srp – che io condivido pienamente anche per l'esperienza tra i disoccupati, e di cui ora nel lockdown viviamo sulla nostra pelle un'escalation, come veniva ricordato, è evidente che oggi è 16 ed è difficile immaginarci realmente come possiamo sostenere la giornata del 19. Ma a me interessa che noi concretamente riusciamo a spostare pezzi di lavoratori, compagni e compagne su queste iniziative, quindi dovremmo in futuro darci un'organizzazione migliore a livello superiore affinchè tutte le iniziative che riguardano i 12 punti della piattaforma possano essere promosse, partecipate o sostenute da un punto di vista chiaro dei contenuti del ns percorso come meritano.
Speriamo che le indicazioni che diamo oggi che sono le prime per andare in una direzione di una maggiore convergenza politica, ma anche di una maggiore organizzazione concreta di tutte le iniziative che venivano prima ricordate.
Io penso che abbiamo fatto oggi un chiarimento ulteriore sulla definizione del PdA e la visione e la prospettiva del FUC si posizione anticapitalista. Sulla questione anticapitalismo non facciamo mai abbastanza a sottolinearlo ed è nella mozione, nella piattaforma, nel documento in cui abbiamo fatto nascere questo percorso, ma era giusto chiarire che quando parliamo del fronte unico di classe è fondamentale per chiarirci che questo pano di discussione tra organizzazioni e pezzi di movimenti sociali, è un patto tra organizzazioni che conferma la volontà di andare verso questo Fronte che è tutto da costruire.
In estrema sintesi, i punti principali.
Primo. Un pò tutti, tranne alcune cose che si sono volute evidenziare della giornata del 6, hanno tracciato un bilancio positivo non solo per i numeri ma per la qualità del discorso, del fatto che si è sviluppata a livello nazionale e ha avuto la capacità di coinvolgere direttamente i settori che già organizziamo ma anche capacità di parlare ad altri.
Secondo. Questo però non significa che questa prima verifica, per quanto positiva, ci debba autoparimetrare ma significa continuare ad estendere, allargare su quei punti, sulla carta d'identità ad altri soggetti organizzati, sindacali, politici, ma anche singoli compagni e compagne, lavoratori e proletari. Per fare questo è necessario organizzarci. Quindi entro una decina di giorni fare una verifica veloce nelle singole città fare delle riunioni locali, in maniera che sia le organizzazioni che a livello nazionale hanno interventi territoriali, sia organizzazioni territoriali, penso a lotte importante che si sviluppano su alcuni territori possano iniziare a confrontarsi città per città e iniziare a sviluppare assemblee locali che servono a dare vita, forma e sostanza alla proposta della costruzione del Fronte e alla verifica del PdA. Questo serve non solo per organizzare a livello territoriale ma è la precondizione per avviare le campagne, per far vivere con l'agitazione, materiale,iniziative di lotta i n12 punti della piattaforma, che non diventino semplicemente l'elenco della spesa o una cosa programmatica ma che li si faccia vivere nel concreto delle lotte nei territori, quartieri e luoghi di lavoro. Quindi provare a dare gambe non solo in questo assemblearismo telematico.
Terzo. Iniziare a sostenere non solo quelle lotte che abbiamo citato su cui è importante verificare la convergenza delle forze che stanno nel PdA – ora la Tnt che per portata e per le conseguenze che sta avendo.
Ultima questione. L'indicazione di questa assemblea di sostegno al processo di costruzione di un'assemblea delle delegate e delegati di tutti i luoghi di lavoro,di tutti le sigle sindacali e di tutti i lavoratori che al di là delle sigle sindacali vogliono porsi su questo terreno e che con le lotte che stanno portando avanti non sono guardano a collegarsi ma anche ad una prospettiva politica anticapitalista, per far fare un salto di qualità a queste lotte che oggettivamente in questo contesto parlano non solo della lotta economica ma della necessità di essere all'altezza dello scontro politico in atto.
In conclusione, faremo una prima riunione da vicino, mettiamo a disposizione Bologna la nostra sede, dobbiamo capire i numeri, dopo le assemblee locali, nodi territoriale del fronte.

Su Minneapolis, sviluppare lotte contro il nostro imperialismo
Prima settimana di luglio fare un'iniziativa alle prefettura su migranti/sanatoria che tenga dentro l'elemento di solidarietà internazionalista – sulla data aspettiamo indicazioni da 'Campagne in lotta' – per unire la solidarietà internazionale alle lotte qui, questo è ciò che è produttivo per la solidarietà di classe.
Ricordata mailing list su cui si può pubblicare tutto, migliorare strumenti di comunicazione.
Il 19 giugno,dove si svilupperanno le iniziative contro la repressione, i compagni del Fronte le andranno a sostenere.

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