alcuni interventi
all'assemblea nazionale telematica del 16 giugno del Patto d'Azione
Slai Cobas Taranto
Prima
di tutto diamo un forte abbraccio solidale, purtroppo virtuale per il
momento, ai lavoratori della TNT; appena è successa questa
aggressione violenta abbiamo informato i lavoratori e portato la
denuncia e solidarietà dappertutto.
Sul 6
giugno. Anche noi riteniamo che sia stato una buona e riuscita
giornata di lotta. Anche a Taranto è stata buona ed articolata, ha
toccato sia ArcelorMittal, soprattutto con volantinaggi, striscioni,
scritte, discussioni con gli operai, ma anche assemblee con i
lavoratori degli appalti comunali, e poi una iniziativa in piazza che
da tempo non si vedeva a Taranto, anche prima del coronavirus, in cui
a parte i lavoratori, delegati dello Slai c
Cobas
sc c'erano i compagni giovani della Fgc. Per noi questa giornata è
stata importante per il sentire che c'è stato tra i lavoratori, le
lavoratrici che il Patto d'azione è un valore aggiunto, è il nostro
capitale in più; è questo sentire che ha dato valore a questa
giornata, il fatto che i lavoratori hanno compreso che non si è
trattato delle normali iniziative che pur facciamo ma che questo PdA
permette un valore nazionale e quindi da unità e forze alle singole
lotte. Questo sia all'Ilva sia tra le lavoratrici precarie degli
appalti comunali è stato l'elemento più importanti.
Vengo
però subito alla seconda parte. Attualmente il problema è di
consolidare il PdA. Sono d'accordo con la frase che diceva Eddy: o è
un Patto d'azione o no.
PdA non
è una formula, è un patto, un sentire comune, non è neanche una
sommatoria, anche a livello locale non si tratta solo di mettere
insieme, ma si tratta di essere uniti, portare avanti la piattaforma
concordata, che non è stata concordata tra “addetti ai lavori”,
ma si tratta di una piattaforma che risponde effettivamente – e lo
diciamo noi che, sapete, all'inizio abbiamo fatto anche delle
discussioni, osservazioni sulla piattaforma – ma riteniamo che oggi
la piattaforma sia uno strumento importante, un'arma perchè nei vari
punti risponde a quelli che sono i nodi centrali della lotta e della
realtà.
In
questo senso, il problema è rafforzare questa scelta nella coscienza
di tutti. Faccio l'esempio della lotta contro la repressione, ma non
solo. Ciò che succede nella gravissima repressione verso i
lavoratori della TNT deve portarci a dire: “siamo tutti della TNT”;
quando succede, come è successo, un'aggressione gravissima al nostro
rappresentante dei lavoratori cimiteriali, che sta avendo
pesantissime conseguenze sia per il lavoratore e i suoi famigliari
sia per gli altri lavoratori... “siamo tutti cimiteriali”; noi
siamo lontani e in contrasto con alcune posizioni, teorie, ideologie
degli anarchici, ma se colpiscono gli anarchici... “siamo tutti
anarchici”.
Quindi,
il PdA noi lo vediamo come rendere concreto il discorso “Toccano
uno toccano tutti”.
Da un
lato la questione di iniziative che sono legate alla realtà. C'è la
questione dell'Ilva, dell'ArcelorMittal che non è affatto una
questione di Taranto, è una questione europea, internazionale;
quindi è normale che il PdA sia visibile in una lotta come questa;
così come sulla questione migranti, ora si è aperta la stagione dei
braccianti migranti con tutte le conseguenze negative che stiamo
vedendo, ma anche di proteste, iniziative di lotta, anche su questo
il PdA subito prende posizione, estende le iniziative. Questo vale
anche su altri fronti, è ripresa la questione delle carceri, il PdA
si attiva su questo, non aspetta neanche di concordare nelle
assemblee telematiche il che fare ma deve essere normale...
Sinceramente mi è sembrato un po' strano che sia sulla questione
Ilva sia sulla questione migranti con tutta la vicenda sanatoria, con
il suo bluff, in cui a parte noi e campagne in lotta, in generale il
PdA non si è sentito; è invece questo sta nella piattaforma.
Quindi
un aspetto è legare alla realtà del momento in cui dobbiamo avere
le antenne allertate, avere questo spirito unitario; l'altro aspetto
sono le campagne.
Nei
primi due punti della piattaforma noi parliamo di “salario medio
garantito per i disoccupati...”, parliamo di “riduzione drastica
dell'orario di lavoro a parità di paga”, chiaramente, in questo va
benissimo che i costi della pandemia li paghino i padroni. Ecco
questi due punti, ma anche altri, richiedono secondo noi delle
campagne prolungate, perchè non basta dirle, e azioni anche
specifiche di lotta. E' chiaro che sul salario medio garantito i
principali protagonisti sono i disoccupati, le lavoratrici precarie,
ecc. (qui faccio una breve parentesi, ma credo che anche nelle altre
realtà si sta verificando, i lavoratori precari si impattano con una
realtà di appalti al massimo ribasso, addirittura al 99% - è chiaro
che poi questo ribasso viene scaricato sui contratti, sulle
condizioni di lavoro, sulla sicurezza dei lavoratori), questo
richiede una campagna prolungata.
Come
abbiamo detto prima, è importante il consolidamento del PdA. E'
chiaro che il Patto si deve allargare, ma il PdA è anche in
distinzione positiva, non è che stiamo nel Patto per puro caso.
Stiamo nel Patto anche perchè è differente per esempio con altri
sindacati di base – e a Taranto, fatecelo dire con l'Usb c'è un
mare di differenza e quindi non potremmo a Taranto vedere un
allargamento con l'Usb in quanto tale, differente è con i lavoratori
iscritti all'Usb. Questo per dire che chi sta nel PdA deve stare nel
PdA, non può stare nel Patto e poi fare l'opposto, portare avanti
azioni, parole d'ordine totalmente opposte e differenti.
A
livello locale noi abbiamo cominciato. Il 6 è stato importante
l'unità con i compagni della Fgc, e sulle varie battaglie dobbiamo
allargare il Patto. Per il momento il luogo di riferimento, anche per
preparare i materiali è la sede dello Slai c
Cobas sc.
Finisco
tornando sulla repressione. Il 19 faremo un presidio alla Prefettura
in cui porteremo tutta la questione delle repressioni delle lotte dei
lavoratori, della TNT. Pensiamo che questa giornata del 19 giugno
contro la repressione possa essere una proposta anche per altre
realtà.
Palermo
Anche
noi abbiamo salutato il 6 giugno questo “filo rosso”
che ha legato nord e sud. A
Palermo iniziativa riuscita con presenza di lavoratori di diversi
settori e di organizzazioni comuniste aderenti al PdA, o ancora non
aderenti. Non è stato un lavoro affatto scontato, va valorizzato
tutto quello che c'è stato in quel giorno a livello nazionale. Nello
stesso tempo va rilevata l'assenza di alcune realtà di sindacati di
base e di centri sociali che ancora non colgono l'importanza oggi di
unirsi nella lotta contro i padroni, Stat, governo e quindi
l'importanza di questo fronte per respingere tutti gli attacchi che
subiamo ogni giorno. I lavoratori e le lavoratrici che sono in lotta
il 6 erano contenti, non solo di essere nuovamente in piazza, ma di
questa manifestazione del PdA. Siamo partiti da una piattaforma che
contiene le istanze immediate che emergono dalle lotte, ma nella
manifestazione il discorso ha avuto un respiro più ampio sia nelle
parole d'ordine, sia nei cartelli che abbiamo portato, negli
interventi, si è parlato, denunciato il sistema capitalista che è
la vera causa di quello che subiamo ogni giorno.
Le lavoratrici e le compagne che sono state in piazza in prima linea
e hanno portato un arricchimento della giornata sul doppio attacco di
classe e di genere che come donne subiamo e che con la pandemia si è
amplificato, non solo per il lavoro, ma anche sul fronte familiare.
Per es, l'ultimo provvedimento del “pacchetto famiglia” del
governo è il concentrato di quello che è l'attacco alle donne, alle
lavoratrici, il famoso smart working vuole diventare un “modello”
per conciliare per le donne la famiglia e il lavoro. All'assembla dei
delegati che condividiamo, questo punto delle lavoratrici, del doppio
sfruttamento e oppressione che subiamo chiediamo che diventi un punto
importante all'OdG.
Sulla repressione, a Palermo collegandoci ai fatti repressivi che
stanno accadendo a livello nazionale, vi è stata un'assemblea con i
lavoratori per concretizzare la solidarietà ai lavoratori delle TNT
violentemente repressi, il 19 giugno scendere nuovamente in piazza
come Patto, partendo dalla mozione che il PdA ha fatto sulla
repressione e per collegarci a tutti i fatti di repressione dal nord
al sud; le stesse lavoratrici di Palermo subiranno un processo per
aver difeso il loro posto di lavoro. Il 6 giugno le lavoratrici hanno
portato in piazza la denuncia dell'attacco al diritto di sciopero,
della sanzione per lo sciopero delle donne del 9 marzo, in cui noi
abbiamo sfidato il primo divieto, perchè allora cominciò
l'emergenza coronavirus che poi ha portato al lockdown, ma noi come
lavoratrici siamo scese ugualmente in piazza sfidando la polizia, le
prescrizioni, difendendo lo sciopero delle donne, non solo in sé per
tutte le istanze delle lavoratrici, ma come diritto di sciopero in
generale.
Aldo
Milani
Nel momento in cui noi diamo importanza perchè il PdA abbia un suo
sviluppo, riteniamo centrale la possibilità di poter mettere insieme
delle forze che sul terreno delle contraddizioni che la crisi
accelererà, in grado di potersi connettere all'interno di una
visione che non può essere puramente tradunionista e siano in grado
di poter dare l'anima e la forza al PdA. Se guardassimo alla
situazione attuale, con tante lotte, ho difficoltà a comprendere un
risveglio dei lavoratori a livello nazionale, c'è una difficoltà
oggettiva e credo che dobbiamo partire avendo almeno chiaro alcuni
elementi di fondo.
Sull'assemblea dei delegati. Partiamo da due fattori fondamentali. Un
primo, in cui vi è differenza tra noi e la Adl, la visione un po'
della Adl è quella di sviluppare l'iniziativa più di carattere
generale, anche per la loro impostazione anti ideologica, che dal
punto di vista politico si rivolge ad un'area generalizzata, dove il
PdA diventa quasi un elemento secondario. Per noi invece l'assemblea
dei delegati diventa una questione di rafforzamento, assemblea che
non parte solo dal mettere insieme i lavoratori che vogliono una
lotta dura tradunionista.
Noi abbiamo il problema anche nel Sicobas
di una visione che è legata alla fase precedente, in cui bastava
fare picchetti duri, lo scontro e ottenere dei risultati anche
immediati. Oggi la difficoltà è quella di capire quello che è il
capitalismo, e non è un caso che nei settori fondamentali in cui
abbiamo ottenuto di più, abbiamo un processo di ristrutturazione in
cui spariscono interi magazzini. Ed è chiaro che la nostra visione
non è quella sola di una lotta economica dura, ma quella di legare
la battaglia sul terreno della difesa economica dei lavoratori contro
padroni e governo ad una prospettiva più generale. Quindi, dare
sviluppo al PdA. Non si tratta di mettere insieme i delegati, secondo
l'appartenenza a quella o quell'altra organizzazione. Il PdA non è
una sommatoria di due, tre organizzazioni che tendono ad allargare la
propria sfera di influenza intorno al proprio perimetro, ma di andare
a cogliere il fatto che nella crisi si manifesteranno tutta una serie
di iniziative in cui vi deve essere la capacità di dare un respiro
politico, di prospettiva, non solo di carattere economico ma la
capacità di implementare queste rivendicazioni all'interno di una
piattaforma del PdA.
E' in questa prospettiva che noi pensiamo che dobbiamo fare una prima
assemblea del PdA nei primi di luglio, dove chiameremo varie
situazioni, e in cui il PdA ha un respiro più ampio, ma lì si
confronteranno anche coloro che intendono dare sviluppo,
eventualmente a settembre a questa assemblea dei lavoratori. Tenendo
conto che allo stadio attuale c'è difficoltà oggettiva, che non
data dalla difficoltà di qualche militante che appartiene alle
organizzazioni attualmente nel PdA, ma è la difficoltà in termini
di contenuti e movimento e verso tutto l'insieme dei lavoratori che
si troveranno a pagare questa crisi e la capacità di far sì che il
programma che abbiamo espresso nel PdA diventi fattore effettivo di
lotta e di scontro per difendersi meglio nella crisi.
Questa assemblea dei delegati non può essere la ripetizione del
“lirico due” in cui militanti si trovano insieme per fare una
critica alle burocrazie sindacali, ma in cui vi sia la capacità di
poter mettere insieme anche dei movimenti per discutere anche della
possibilità di fare uno sciopero nazionale per dare una prospettiva
alle varie vertenze e trovarsi insieme su un programma più generale.
In questa la difficoltà è di non mettere insieme le realtà di
appartenenza, ma individuare quali sono i punti di azione e la
capacità di legarli ad una prospettiva di carattere più generale.
Su questo terreno chiamiamo anche i lavoratori che oggi sono in
minoranza della Cgil, non tanto per fare una battaglia al loro
interno per avere uno spazio di manovra ma per prendere posizioni
suun terreno sia di rivendicazione sia di carattere
anticapitalistico. Su questo chiameremo a questa assemblea. Il
problema è di verificare quante forze ci sono effettivamente oggi in
grado di poter promuovere questa situazione, alla luce del fatto che
stanno avvenendo dei processi di ristrutturazione dove vengono
attaccati i lavoratori. Noi siamo nel settore della logistica in cui
fino ad oggi abbiamo ottenuto dei risultati anche concreti e là sta
avvenendo un attacco. Allora o siamo in grado di collegare quato
attacco ad una prospettiva di carattere generale, se no è
impensabile.
Vedi la lotta della TNT (accanto alla lotta dell'Uds in cui hanno
licenziato 102 lavoratori a Bologna). Sta avvenendo un processo di
attacco ai lavoratori dove siamo più forti, perchè questo è il
capitalismo, il suo processo di ristrutturazione di fronte alla crisi
significa liquidazione della forza lavoro. Il discorso della
patrimoniale, di far pagare la crisi ai borghesi, passa attraverso
anche la partecipazione dei lavoratori...
Il PdA non può essere la sommatoria di forze per rivendicare
soltanto degli obiettivi,ma nella visione di una classe non in sé ma
per sé, una visione politica di prospettiva. Per questo abbiamo dato
vita al PdA, non per allargare la sfera del Sicobas, ma per la
capacità di sviluppare nell'attività di difesa economica spingere
delle avanguardie a prendere posizione all'interno della sfera della
lotta economica in una visione politica più ampia. Questa è
l'assemblea che noi vogliamo andare a fare a settembre e su questo
faremo un documento di primo confronto tra compagni che vogliono
indirizzare il lavoro per promuovere questa assemblea a settembre,
verificando quanto sono i compagni disponibili a spendersi in questa
prospettiva, non in termini di sommatoria di forze e neanche di un
intersindacale, ma la necessità di mettere insieme chi di fronte a
questo attacco sempre più duro del capitalismo si pone da un punto
di vista di classe che non è soltanto lotta sul terreno di
rivendicazionismo, ma per legare la propria resistenza ad una
prospettiva di carattere più generale.
Bergamo
Il problema non è tanto della repressione ma di alzare il livello
dello scontro e della lotta.
L'assemblea nazionale dei delegati e dei rappresentanti delle lotte è
un tassello importante del PdA di tutti quelli che lasciano perdere
bandiere e bandierine e si sporcano le mani per rafforzare questa
situazione che deve vedere protagonisti i protagonisti delle lotte
nei posti di lavoro, nelle fabbriche e nel sociale, per un
avanzamento anche teorico e dello scontro in atto rispetto al sistema
capitalistico, che da un lato porta avanti sfruttamento, pandemie,
guerre, razzismo – che genera le rivolte degli Usa. Dobbiamo vedere
questa strada perchè alla fine non ci sono altre soluzioni se non
organizzarsi per preparare la nostra guerra di classe, per cui
dobbiamo prepararci già ora e marciare da ora perchè non dobbiamo
aspettare, dobbiamo rispondere concretamente e direttamente agli
attacchi che vengono fatti e la migliore risposta agli attacchi sono
le azioni di lotta.
Noi cercheremo di costruire una risposta contro la repressione, in
fabbrica, il divieto di assemblea e del diritto di sciopero; con
un'azione di sciopero, per riconquistarci la lotta e dare la forza ai
lavoratori, che devono riprendersi in mano la possibilità che solo
la lotta di classe più generale può portare a dei risultati.
Eddy
conclusioni
Premessa sul metodo, per non vanificare gli interventi. Per esempio
anche rispetto all'ultimo intervento sulla repressione – Srp –
che io condivido pienamente anche per l'esperienza tra i disoccupati,
e di cui ora nel lockdown viviamo sulla nostra pelle un'escalation,
come veniva ricordato, è evidente che oggi è 16 ed è difficile
immaginarci realmente come possiamo sostenere la giornata del 19. Ma
a me interessa che noi concretamente riusciamo a spostare pezzi di
lavoratori, compagni e compagne su queste iniziative, quindi dovremmo
in futuro darci un'organizzazione migliore a livello superiore
affinchè tutte le iniziative che riguardano i 12 punti della
piattaforma possano essere promosse, partecipate o sostenute da un
punto di vista chiaro dei contenuti del ns percorso come meritano.
Speriamo che le indicazioni che diamo oggi che sono le prime per
andare in una direzione di una maggiore convergenza politica, ma
anche di una maggiore organizzazione concreta di tutte le iniziative
che venivano prima ricordate.
Io penso che abbiamo fatto oggi un chiarimento ulteriore sulla
definizione del PdA e la visione e la prospettiva del FUC si
posizione anticapitalista. Sulla questione anticapitalismo non
facciamo mai abbastanza a sottolinearlo ed è nella mozione, nella
piattaforma, nel documento in cui abbiamo fatto nascere questo
percorso, ma era giusto chiarire che quando parliamo del fronte unico
di classe è fondamentale per chiarirci che questo pano di
discussione tra organizzazioni e pezzi di movimenti sociali, è un
patto tra organizzazioni che conferma la volontà di andare verso
questo Fronte che è tutto da costruire.
In estrema sintesi, i punti principali.
Primo. Un pò tutti, tranne alcune cose che si sono volute
evidenziare della giornata del 6, hanno tracciato un bilancio
positivo non solo per i numeri ma per la qualità del discorso, del
fatto che si è sviluppata a livello nazionale e ha avuto la capacità
di coinvolgere direttamente i settori che già organizziamo ma anche
capacità di parlare ad altri.
Secondo. Questo però non significa che questa prima verifica, per
quanto positiva, ci debba autoparimetrare ma significa continuare ad
estendere, allargare su quei punti, sulla carta d'identità ad altri
soggetti organizzati, sindacali, politici, ma anche singoli compagni
e compagne, lavoratori e proletari. Per fare questo è necessario
organizzarci. Quindi entro una decina di giorni fare una verifica
veloce nelle singole città fare delle riunioni locali, in maniera
che sia le organizzazioni che a livello nazionale hanno interventi
territoriali, sia organizzazioni territoriali, penso a lotte
importante che si sviluppano su alcuni territori possano iniziare a
confrontarsi città per città e iniziare a sviluppare assemblee
locali che servono a dare vita, forma e sostanza alla proposta della
costruzione del Fronte e alla verifica del PdA. Questo serve non solo
per organizzare a livello territoriale ma è la precondizione per
avviare le campagne, per far vivere con l'agitazione,
materiale,iniziative di lotta i n12 punti della piattaforma, che non
diventino semplicemente l'elenco della spesa o una cosa programmatica
ma che li si faccia vivere nel concreto delle lotte nei territori,
quartieri e luoghi di lavoro. Quindi provare a dare gambe non solo in
questo assemblearismo telematico.
Terzo. Iniziare a sostenere non solo quelle lotte che abbiamo citato
su cui è importante verificare la convergenza delle forze che stanno
nel PdA – ora la Tnt che per portata e per le conseguenze che sta
avendo.
Ultima questione. L'indicazione di questa assemblea di sostegno al
processo di costruzione di un'assemblea delle delegate e delegati di
tutti i luoghi di lavoro,di tutti le sigle sindacali e di tutti i
lavoratori che al di là delle sigle sindacali vogliono porsi su
questo terreno e che con le lotte che stanno portando avanti non sono
guardano a collegarsi ma anche ad una prospettiva politica
anticapitalista, per far fare un salto di qualità a queste lotte che
oggettivamente in questo contesto parlano non solo della lotta
economica ma della necessità di essere all'altezza dello scontro
politico in atto.
In conclusione, faremo una prima riunione da vicino, mettiamo a
disposizione Bologna la nostra sede, dobbiamo capire i numeri, dopo
le assemblee locali, nodi territoriale del fronte.
Su Minneapolis, sviluppare lotte contro il nostro imperialismo
Prima settimana di luglio fare un'iniziativa alle prefettura su
migranti/sanatoria che tenga dentro l'elemento di solidarietà
internazionalista – sulla data aspettiamo indicazioni da 'Campagne
in lotta' – per unire la solidarietà internazionale alle lotte
qui, questo è ciò che è produttivo per la solidarietà di classe.
Ricordata mailing list su cui si può pubblicare tutto, migliorare
strumenti di comunicazione.
Il 19 giugno,dove si svilupperanno le iniziative contro la
repressione, i compagni del Fronte le andranno a sostenere.
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