Nei prossimi giorni il
governo vuole riprendere la questione ex Ilva con l'obiettivo di
confermare con ArcelorMittal l'accordo 4 marzo. Questo accordo,
soprattutto sul problema esuberi non si discosta granchè dal piano
industriale presentato dalla Morselli la scorsa settimana. Quindi si
va ad un nuovo accordo antioperaio peggiorativo. Come avevamo già
denunciato, al di là delle parole, il governo di fatto accetta le
condizioni di Mittal. E non saranno certo gli incontri con Emiliano,
o il nuovo tavolo governo/OO.SS./AM che cambierà la sostanza senza
una ripresa forte e prolungata della lotta, e senza che attraverso la
lotta si presenti una chiara piattaforma operaia e su questo ci sia
scontro fino a risultati. I sindacati giocano di rimessa ai piani del
governo, ma non presentano nessuna piattaforma seria.
COSA
DICEVA L'INTESA DEL 4 MARZO
"Per
l’occupazione, si parla di “tenuta” dei livelli con 10.700
risorse a regime. Questo vuol dire che da quest’anno, prima di
arrivare al 2025, l’occupazione scenderà perché si farà
ricorso agli ammortizzatori sociali per ristrutturazione.
Entro
il 31 maggio, «con riferimento al periodo necessario a raggiungere
la piena capacità produttiva dello stabilimento di Taranto in base
al nuovo piano industriale», dovrà infatti essere definita «una
soluzione che preveda il ricorso a strumenti di sostegno, compresa la
cassa integrazione guadagni straordinaria, per un numero di
dipendenti da determinare».
COSA AVEVA GIA' DETTO LO SLAI COBAS AC SU QUESTA INTESA
Dal
volantino - Diciamo
NO all'accordo perchè prevede cose assolutamente negative: il
definitivo abbandono dei lavoratori attualmente in cigs in Ilva AS;
una cigo permanente che permette ad ArcelorMittal di modulare i
volumi produttivi secondo le sue necessità; e un nuovo consistente
esubero dei lavoratori AM, in nessun modo copribile con la cosiddetta
"newco per il preridotto".
Nello stesso tempo i volumi produttivi possono essere raggiunti solo con un'intensificazione dello sfruttamento - meno operai e stessa o più produzione –, un peggioramento dei diritti e delle condizioni di lavoro e di conseguenza un aumento della insicurezza in fabbrica. E' inutile dire i gravi riflessi di questo accordo per gli operai dell'indotto...
...con questo accordo si è data ad AM ampia possibilità di sfruttare fin quando gli è utile o di minacciare di andarsene quando vuole (salvo il pagamento di una leggera penale); in questa condizione AM non ha interesse a risanare gli impianti, e gli incidenti continueranno…
Nello stesso tempo i volumi produttivi possono essere raggiunti solo con un'intensificazione dello sfruttamento - meno operai e stessa o più produzione –, un peggioramento dei diritti e delle condizioni di lavoro e di conseguenza un aumento della insicurezza in fabbrica. E' inutile dire i gravi riflessi di questo accordo per gli operai dell'indotto...
...con questo accordo si è data ad AM ampia possibilità di sfruttare fin quando gli è utile o di minacciare di andarsene quando vuole (salvo il pagamento di una leggera penale); in questa condizione AM non ha interesse a risanare gli impianti, e gli incidenti continueranno…
L'ingresso
dello Stato, delle Banche nel pacchetto azionario di AM non è una
cosa positiva in sé, perchè è all'insegna della logica dei padroni
in un'economia capitalista: socializzare le perdite, scaricare sullo
stato le spese di ambientalizzazione, salvaguardare e privatizzare i
profitti e gli interessi dei padroni dell'acciaio. D'altra parte
questo ingresso dello Stato non è in grado di salvaguardare né
occupazione, né condizioni di lavoro, né in maniera seria far
avanzare il processo di ambientalizzazione e di tutela della salute
degli operai e della popolazione dei quartieri inquinati..."
Nessun commento:
Posta un commento