IL
6 GIUGNO BERGAMO GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL PATTO
D’AZIONE PER UN FRONTE UNITO ANTICAPITALISTA
I
PROLETARI IN PIAZZA TRA DENUNCE SULLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO,
E
VOLONTÀ DI RISCOSSA.
Con la volontà di
far pagare la crisi ai padroni, una crisi aggravata dai ritardi nel
pagamento delle indennità di cassa integrazione, dalla carenza degli
interventi governativi, alcune decine di lavoratori si sono ripresi
la piazza di Bergamo con la manifestazione del 6 giugno, presenti lo
Slai Cobas per il
sindacato di classe, Proletari Comunisti e alcuni
studenti dei Giovani Comunisti.
Nei cartelli e negli
interventi al megafono la solidarietà e lo schieramento a fianco
della rivolta delle masse afroamericane a Minneapolis e in tutti gli
Usa; la denuncia per il ruolo criminale di padroni e Regione
Lombardia nella trasformazione della pandemia in strage; l’attacco
ai posti di lavoro anche con l’uso strumentale della Cig in molti
casi già pianificata come anticipo ai licenziamenti ora bloccati dal
DPCM Covid; i tagli dei posti di lavoro nella logistica ma anche
nelle fabbriche a forte presenza di cooperative, senza troppe
formalità sfruttando cambi appalto e la totale assenza di regole in
questo sistema che altro non è che la forma moderna del caporalato;
le vertenze degli operai degli appalti di Maschio NS e SAB/Tricolore
in lotta per difendere il posto di lavoro; la ripresa nelle grandi
fabbriche del lavoro, sul filo di accordi sindacali confederali che
tutelano la certezza della produzione ma non la sicurezza gli operai;
le richieste dei lavoratori della sanità per un forte incremento
degli organici regolarizzando per cominciare tutti i precari gettati
allo sbaraglio nella pandemia, a base di una vera riforma della
sanità che deve essere un servizio popolare efficiente e gratuito
per tutti; la pesante situazione di molte famiglie semplicemente alla
fame, schiacciate da bollette affitti mutui e in generale dal caro
prezzi.
Un quadro difficile,
che si va allargando velocemente, i dati Istat rendono noti 247000
posti di lavoro in meno ad aprile, 6000 di questi secondo un recente
studio sono a Bergamo, con le donne i precari e gli immigrati tra i
più colpiti.
Una
situazione posta nella prospettiva della mobilitazione, organizzata
di classe e di massa, contro il sistema dei padroni che è solo fame
sfruttamento e distruzione.
Anche
dando gambe ed energie nuove al Patto d’Azione per un Fronte Unito
Anticapitalista.
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