di Giulia Gallizioli & Eugenia Tarini
"...Ad oggi è fatto divieto di procedere a licenziamenti per
ragioni economiche e riduzione del personale sino al 18 agosto 2020.
Il termine, inizialmente previsto fino al 15 maggio è stato esteso
dal recente Decreto Rilancio. E non è neppure necessario allarmarsi
per gli eventuali licenziamenti che dovessero essere stati intimati
nei due giorni lavorativi di presunto “vuoto normativo” che hanno
preceduto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto
Rilancio, avvenuta la notte di martedì 19 maggio 2020: il nuovo
Decreto, infatti, lascia inalterato il giorno iniziale (17 marzo
2020) di decorrenza del divieto, prolungando il periodo senza
soluzione di continuità.
Nel
predisporre un vincolo del genere il Legislatore non tiene conto,
indubbiamente anche per l’urgenza con cui si è reso necessario
adottare tali disposizioni, del concreto rischio che questo divieto
sia troppo facilmente eluso. Il modello infatti si basa su due
assunti, entrambi solo astrattamente veri: che a tutti i contratti di
lavoro si applichino le stesse regole e che la riduzione del
personale occupato nelle imprese non possa essere effettuata in altre
forme che non siano i licenziamenti economici.
Si prendano ad esempio
i lavoratori in prova: il licenziamento durante il periodo di prova
può essere disposto in ogni momento senza che il datore di lavoro
debba formalmente dar conto delle ragioni che lo hanno originato.
Tuttavia, al pari degli altri licenziamenti, non può essere frutto
di mero arbitrio e dunque, in coerenza con la funzione propria del
patto di prova, anche il licenziamento del lavoratore in prova si
giustifica solo con una valutazione negativa dell’operato
professionale del dipendente.
Formalmente non si
tratta dunque di un licenziamento di natura economica e quindi sembra
scappare dalle maglie del divieto: è però evidente che diventa
molto semplice per il datore di lavoro mascherare un licenziamento
per riduzione del personale sotto forma di mancato superamento della
prova e d’altro canto molto difficile per il lavoratore provare che
la perdita del posto di lavoro non è dovuta a un giudizio negativo
sulle sue capacità. Con l’inevitabile conseguenza che chi si trova
in questa situazione potrebbe essere tra i primi a perdere il posto
di lavoro.
In conclusione, sarà
necessaria una lettura estensiva delle norme introdotte con il
decreto, per garantire che questa nuova crisi non crei inutili e
ingiustificate disparità di trattamento. Gli ammortizzatori sociali
potranno tamponare il qui ed ora, ma non saranno nemmeno minimamente
sufficienti se non si interverrà con forza nella tutela
dell’occupazione, rimettendo al centro la dignità del lavoro".
Nessun commento:
Posta un commento