martedì 11 luglio 2023

11 luglio - Da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 10/7: Il ripristino dell'indennita' alla casta parlamentare

 

Pochi giornali parlano e che fa parte ben chiaro del quadro attuale del governo, delle istituzioni, del Parlamento: il ripristino dell'indennità, i soldi alla casta.

Con un colpo gobbo, con protagonisti di berlusconiani di Forza Italia, vi è stata una restaurazione del vitalizio.

Contro il vitalizio ai parlamentari di solito chi sta al governo - e chi ne è a capo - aveva sempre fatto campagne di denuncia, però appena sono andati al governo, piano piano, ripristinano i privilegi della casta che tanto indignano - e giustamente - i lavoratori e cittadini. E così tutto come prima...

Il ricalcolo dei vitalizi permette ad esempio a Formigoni di recuperare 7.709 mensili, a Denis Verdini 6.217 mensili, ad Antonio Azzolino 8.802 mensili, a Pietro Ichino - un famigerato pseudo economista, sempre schierato con tutti i governi, e in particolare quelli a maggioranza PD, contro i lavoratori e i diritti dei lavoratori – 4.352 €, alla figura tra il comico e il grottesco - ma anche espressione, quasi immagine, della casta – a Antonio Razzi, 3.282 €, che ci direbbe per l'ennesima volta “fatevi i cazzi vostri”, a Riccardo Villari 6.217 .

E’ un’indecenza!” si dice anche in parlamento, però intanto l'hanno fatta.

Che senso ha quando questi governanti alla Meloni e tutta la cricca che la circonda come ministri e

come soggetti che hanno messo mani sulle istituzioni dicono: “lo vogliono gli italiani”? “Noi siamo stati votati dagli italiani”, pretendendo con questo di poter mettere i piedi sulla Costituzione, sulle istituzioni, mettere le mani su tutto.

Questo non è affatto vero, è una menzogna, è una menzogna istituzionalizzata!

La Meloni ha preso il 17% dei voti effettivi e governa come se ne avesse preso il 90% - questo solo se ci si basasse ai voti. Ma la Meloni ha detto, per esempio, durante la campagna elettorale, che avrebbe ripristinato i vitalizi e avrebbe dato a Formigoni 7709 euro al mese, che avrebbe “restituito il malloppo”, come si dice? No, non l'ha detto. Sarebbe stato votata se avesse detto questo? Sarebbe stata votata se avesse detto che il suo governo sarebbe stato un verminaio, un porcaio, alla maniera della Santanchè? Sarebbe stata votata se avesse detto che un suo esponente divenuto seconda carica dello Stato reagisce allo stupro che suo figlio ha fatto nei confronti di una ragazza come un vastaso, cioè come un bastardo: “mio figlio? quando mai, mio figlio non si tocca!, cose che fanno schifo solo a sentirle? Sarebbe stata votata se si fosse pensato che avrebbe messo a ministro un vecchio trombone frustrato come Nordio che usa la sua carica come vendetta verso la magistratura e alimenta una riforma, che è una controriforma, che consegna al governo, al potere politico, il diritto di fare e disfare le inchieste della magistratura, soprattutto sul fronte della corruzione politica, economica ed affaristica?

A questo chiamiamo all'attenzione, soprattutto i lavoratori, i precari, i disoccupati e le masse che sono la maggioranza in questo paese ma questa maggioranza non conta nulla, viene chiamata votare ogni cinque anni - e buona parte di essi oggi non vota più - e poi questi al governo per conto della classe dominante: gli industriali, i finanzieri, i banchieri italiani ed europei, i mercanti di armi, fanno quello che gli pare, usano tutto come se fosse tutto nelle loro mani e fossero padroni di tutto. Questo si chiama dittatura.

Dittatura democratica? Certe volte, ma in questo caso neanche così si può chiamare, vista la natura esplicita fascista o ex fascista - per modo di dire - per la maggior parte della compagine governativa attuale.

Servirebbe un movimento di massa per rimuovere tutto questo e mettere in condizioni almeno di una legittima dialettica democratica - come molti democratici ci dicono, anche se poi in realtà neanche loro sono coerenti - che desse possibilità alle lotte dei lavoratori, alle aspirazioni di giustizia e di democrazia, di esprimersi liberamente attraverso la mobilitazione di massa.

In Israele – e quando parliamo di questo “Stato” ci ribolle il sangue, perché sappiamo che questo è uno Stato basato su un'ideologia, il sionismo, e una prassi che purtroppo somiglia persino al nazismo nei confronti delle masse palestinesi che anche in queste ore pagano con vittime e distruzioni delle loro case – in cui il governo israeliano tende a definirsi una democrazia quando sappiamo bene che la matrice storica con cui nasce è tale che di tutto si può parlare ma non certo di democrazia, e se di democrazia dovremmo parlare dev’essere alla maniera del Sudafrica dell’Apartheid, oggi è in atto un movimento di massa da diversi mesi, quasi una rivoluzione, che mette un in discussione il governo Netanyahu - attualmente un governo di coalizione con l'estrema destra più reazionaria, più razzista, di questo paese -, perchè questo governo sta facendo una riforma esattamente come quella che vogliono fare in Italia, che stanno facendo Nordio e la Meloni in Italia.

Noi siamo perché ci sia una rivoluzione contro questa riforma anche in Italia - e chiamiamo i magistrati, gli operatori della giustizia, i giornalisti, i democratici in senso lato, fette delle istituzioni, a ribellarsi, a praticare la protesta pubblica, la dissociazione, la disobbedienza civile e riteniamo che i lavoratori e le masse popolari dovrebbero appoggiare un movimento di questo tipo se ci fosse. E noi comunisti dovremo esserne in prima fila come proletari e come comunisti.


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