sabato 22 luglio 2023

22 luglio - I testi di ORE 12 Controinformazione Rossoperaia - 34 - La questione mafiosa e il governo Meloni-Nordio/ la scuola in tempi di Meloni/Valditara

 

La Meloni ha avuto paura delle contestazioni e per questo non ha partecipato alle iniziative del 19 luglio. La notizia è stata ripresa dai mezzi di stampa a grandi titoli perché è legata ad un'altra questione, a quella sulla riforma della giustizia.

Ogni anno, da 31 anni a questa parte, infatti, il 19 luglio ci sono iniziative a Palermo che ricordano la strage di via D’Amelio. In quella data, nel 92 una Fiat 126 imbottita con 90 chili di tritolo, saltò in aria subito dopo l'arrivo delle macchine del giudice Borsellino e della sua scorta sotto il palazzo in cui abitava la madre e dove guarda caso, non era stata istituita la zona rimozione. Si tratta di una strage che dopo 31 anni viene ancora definita piena di misteri, nel senso che non si sono trovati, non ci sono gli autori materiali, ma i mandanti, e tra i mandanti Riina e Messina Denaro, ma non i mandanti politici. Non ci sono i nomi dei servizi segreti.

Il primo mistero è quello che riguarda la sparizione della famosa agenda rossa, in cui Borsellino teneva gli appunti sulle sue indagini e che, a detta da chi fa le indagini, è stata rubata da qualcuno estraneo alle forze dell'ordine che si aggirava in via D'Amelio, dei servizi segreti appunto. L'altro mistero è “il più grande depistaggio della storia italiana”, così è stato definito, e cioè quello di scaricare su un piccolo mafiosetto di quartiere, tutta la responsabilità dell'attentato. Tutto questo, naturalmente, per coprire gli interessi congiunti di politici, servizi segreti, mafiosi... borghesia in generale, che in tutto questo fa gli affari e si arricchisce.

Mafia e politica, quindi come la strage di capaci del 23 maggio del 92 in cui morì il giudice Falcone. In quel caso però, sotto il tunnel dell'autostrada erano stati piazzati ben 500 chili di tritolo. Politica e mafia che si intrecciano, una di quelle verità che oramai viene gridata anche negli slogan. Per esempio, è stato riportato da un giornale che Salvatore Borsellino, il fratello, ha detto, ha gridato “fuori lo stato dalla mafia”, facendo un po’ di ironia probabilmente; “noi combattiamo la mafia-Stato, la mafia dei colletti

bianchi che ha ucciso mio fratello per prendere il potere”, accusando la melone, appunto, di non essersi presentata per paura delle contestazioni.

Naturalmente il potere, la borghesia ce l'ha ben saldo nelle mano in questo momento. Gli scontri che ci sono, sono scontri all'interno delle fazioni della borghesia per chi deve di volta in volta guidare, stare a capo di questo comitato d'affari che è la borghesia nel nostro paese.

La polemica però, quest'anno è stata così forte che la fascista Meloni, attuale capo del governo, non ha voluto presenziare a nessuna delle iniziative pubbliche né a quelle del mattino, né alla fiaccolata serale dei suoi colleghi fascisti, deputati e consiglieri comunali, tutti raccolti in questa fiaccolata. Ma si è ritagliata uno spazio di tipo istituzionale, così ha detto e presenziando poi alla fine ad una seduta del comitato per l'ordine e la sicurezza, di cui non si capiva il senso. Ma il senso si capisce perché chiaramente voleva sottrarsi alle domande, perfino di giornalisti a cui è stato vietata la presenza durante la deposizione della corona alla caserma Lungaro. Solo nell'atrio della prefettura ha rilasciato qualche dichiarazione e in particolare ha voluto ricordare il suo incontro con il figlio di Borsellino per darsi un tono di importanza e di riconoscimento ricambiando il saluto. Ha approfittato però nell'occasione per dire che la lotta alla mafia loro la fanno eccome. E siccome alla Meloni piacciono i numeri, ha ricordato che in 8 mesi ci sono state ben 1300 arresti. Beh, naturalmente non ha detto che si tratta fondamentalmente di piccola manovalanza, più o meno piccola, e che questi vengono rilasciati, tantissimi vengono rilasciati dopo qualche giorno. E che Palermo, questi sono altri “dati” non detti, e la Sicilia, continua ad essere invasa invece dalla droga, che i morti per droga stanno aumentando, tanto che ci sono iniziative perfino dei preti nei quartieri, che anche i bambini addirittura piccolissimi, finiscono all'ospedale perché in casa trovano droga e la ingeriscono. Che ci sono stati altri scontri armati per il controllo del territorio… sono tornati, anche se non tantissimi, ma sono tornati all'ordine del giorno. E come addirittura aggiunge anche don Ciotti alla domanda di un giornalista - Don Ciotti ha fattore dichiarazioni più interessanti in questo senso, per prendere ad esempio uno dei preti impegnati in questa che viene definita la lotta alla mafia – “c'è più droga… c'è più gioco d'azzardo. I boss oramai sono diventati imprenditori, manager, professionisti. Investono nell'immobiliare e sono in grado di aprire banche”. Altro che debolezza, nonostante i grandi arresti anche di nomi importanti. Ma la denuncia, appunto, viene da qui. La denuncia dei politici che fanno passerella viene da questo, dai preti, dai politici cosiddetti antimafia. E viene sul fatto che non c'è risposta. E quindi la denuncia della passerella diventa più acuta. E così come l'imbarazzo evidente di chi, come per esempio il vescovo Lorefice che nelle sue omelie dice che bisogna combattere l'egemonia della mafia in città. E lo deve dire mentre davanti a lui sono seduti il sindaco di Palermo, Lagalla, sponsorizzato da Cuffaro, che si è fatto gli anni di galera per sostegno alla mafia e Schifani, l'attuale presidente della Regione, che è stato sostenuto da Dell'Utri, il compare di Berlusconi. Morto da poco e mafioso da sempre. Come fanno a parlare di giustizia questi, quando il mafioso Brusca, quello che ha premuto il tasto del telecomando della strage di Capaci, è a piede libero?

In particolare, quest'anno la polemica, che certo è legata al fatto che dopo 31 anni ancora si cercano gli autori e non ci sono risposte, è stata attivata anche dall'arroganza di un ministro di questo governo di stampo fascista, il ministro della giustizia Nordio, che qualche giorno prima aveva annunciato di voler modificare il codice penale, abolire il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Proprio quell'articolo, come hanno ricordato un po’ tutti, voluto da Falcone e Borsellino che ha permesso in questi anni di far venire alla luce i legami stretti tra politici e la mafia, cioè di quelle “zone grigie della complicità”, come ha detto perfino Mattarella.

E quindi, da un lato abbiamo tutti i buoni propositi, di volta in volta in queste iniziative, che sono quelli di combattere la mafia. Tajani, l'insignificante Tajani, attuale Segretario della di Forza Italia, ha detto ripetendo una frase famosa di Cuffaro, “La mafia ci fa schifo”... Ma Nordio e il governo Meloni hanno in corso una politica che di fatto spiana la strada agli affari mafiosi e illegali di ogni tipo. Altroché! E quindi: abolizione dell'abuso d'ufficio, liberalizzazione degli appalti e tutto ciò che può ostacolare gli affari della borghesia in generale e della mafia in particolare, di quella legata alla mafia. Ma proprio questa politica è la più grande smentita delle chiacchiere, delle tante chiacchiere che si fanno in queste occasioni, ma non solo, in queste occasioni da parte del governo. È invece la conferma chiara e palese che questo governo non può, non vuole, non può dare alcuna risposta alla lotta alla mafia, anzi, appunto, spiana la strada, si alleggeriscono, si tolgono i vincoli che sono stati posti allo spadroneggiare dei padroni di ogni tipo, compresi i padroni mafiosi collegati direttamente alla mafia.

Ma il problema è che i danni che la borghesia ha fatto e fa attraverso questo suo braccio armato, sono stati e sono enormi e innanzitutto vengono pagati dai lavoratori, dalle masse popolari che subiscono queste stragi. Poi con la corruzione generale ad ogni livello, con i fiumi di droga, come titolano i giornali, le intimidazioni per il pizzo, il famoso controllo del territorio. E appunto, quando le contraddizioni tra pezzi della borghesia diventano troppo forti, allora lo scontro tra parti di questa borghesia diventa anche scontro violento e si ricorre alle stragi. Ma le stragi riguardano soprattutto il proletariato, la classe, la classe operaia in generale, le masse. Perché è dalla strage di Portella della Ginestra che questo metodo viene utilizzato nel contrasto alla classe che si è organizzata nei propri partiti e che pretende nella lotta di classe di far valere i propri interessi.

È chiaro che rileggere i particolari, le testimonianze delle stragi di chi c'è stato…viene fuori tutta la ferocia che viene usata da parte della borghesia per salvaguardare i propri interessi e quindi morti in quantità veramente grande, le stragi sparse un po’ per tutta Italia.

Una ferocia, però che è innanzitutto contro la classe. E contro questo non c'è nessuna antimafia che tenga, è una parola che - per ripetere quello che ha detto don Ciotti appunto, che va cancellata o posta in quarantena permanente. Non c’è antimafia dei preti né dei politici “puliti”, né dei cosiddetti movimenti. La concezione di chi parla di antimafia, compreso questo che c'è stata in questi giorni durante il corteo, durante i cortei è sempre quella come di un corpo estraneo alla società, un qualcosa che si può espellere dallo Stato, quello stesso Stato che poi invece si definisce stato mafioso, appunto.

Ma è questo invece il sistema capitalistico, questo è l'imperialismo italiano. In particolare, questa è la sua storia, appunto, dalla strage di Portella alle stragi politico-mafioso-fasciste e tutte intrecciate, e tutte tese all'attacco contro la classe, come dicevamo.

Ma quello che risalta in queste occasioni, e su questo bisogna puntare l'attenzione, è che queste iniziative vengono giocate dai governi, dai politici e da chi gli sta attorno, come fattore di distrazione di massa, perché l'attenzione non viene concentrata mai su danni alla classe operaia, all’uso come strumento politico di una parte della borghesia, la borghesia nel suo complesso contro la classe operaia, le masse popolari. L'attenzione viene concentrata sui danni: danni all’economia, all'immagine delle istituzioni, della politica… e purtroppo a tutto questo, a questa visione, concorrono appunto tutti coloro che non hanno una posizione di classe chiara e aperta.

Dalla polemica, dalle attività complessive di queste iniziative, oggettivamente, sono rimaste fuori, rimangono fuori come attivismo vero e proprio, masse popolare, lavoratrici e lavoratori.

Per questo bisogna concentrare la lotta contro il governo, che è il vero cancro, diciamo sociale, che nel suo scontro appunto con le masse, con le lavoratrici, proletari ammorba l’aria diciamo sociale in cui si vive. E questa organizzazione, questo concentrare la lotta contro il governo deve passare attraverso l'organizzazione di classe, attraverso l'organizzazione del partito rivoluzionario. Si tratta da parte della borghesia, di una violenza apertamente armata. Sono solo le masse organizzate che possono esercitare una violenza opposta, per dare una risposta a tutto questo che ogni anno si ripropone come una celebrazione di una parte della borghesia contro l'altra, ma soprattutto di una parte della borghesia nel suo complesso, contro il proletariato e le masse popolari.

La scuola in tempi di Meloni/Valditara

Il 14 luglio il governo Meloni/Valditara, attraverso l'Aran, i sindacati confederali, ad eccezione per ora della Uil, ma con in prima linea Cisl e Cgil e a seguire al carro Anief e Snals, hanno firmato l'ipotesi del rinnovo contrattuale della scuola e dell'università, scaduto da ben due anni. Si trattava infatti del contratto 2019-2021. Immediati sono stati i plausi alle dichiarazioni di avere raggiunto l'importante obiettivo sia del governo che dai sindacati confederali; dalla Meloni, soddisfatta “per il passo in avanti per restituire autorevolezza e dignità al personale scolastico”, al ministro Valditara, che ha parlato “del più grande obiettivo realizzato fino ad ora, per cui persino la Cgil ha espresso apprezzamento”, all'Assemblea nazionale della Coldiretti a Roma, alla segretaria della Cisl scuola Barbacci, che ha parlato di “una tappa significativa del percorso verso un giusto riconoscimento dei carichi di lavoro del personale della scuola, garantendo particolare attenzione alle fasce retributive più basse, particolarmente vulnerabili agli effetti dell'inflazione”, alla sempre più vergognosa Cgil, con Fracassi che ha parlato di “importante acquisizione per tutti i nostri settori. Ora avanti sul prossimo contratto”.

Quindi in questi giorni sui vari giornali borghesi, a partire dal Sole 24 Ore, ma anche su diverse riviste più specifiche, diciamo della scuola vi è stata un'ampia propaganda sulla questione appunto di questa firma del contratto con diversi e variegati titoli sui lavoratori della scuola, “le cui tasche in questa estate rovente si riempiranno di soldi”, ma in realtà si tratta solo di volgari e odiose falsità, con cui peraltro si trattano le tantissime lavoratrici e tantissimi lavoratori della scuola come dei veri e propri emeriti ebeti, che non hanno neanche un minimo di cervello, perché basta poco per farsi i conti, conti che saprebbero fare anche i bambini della scuola elementare: di fatto la parte economica era già stata sottoscritta a dicembre e gli aumenti con gli arretrati sono stati già percepiti a gennaio, quindi si è trattato, per esempio, per i docenti di un aumento in media di 98 € lordi e l'ipotesi di contratto firmata oggi vede ora un innalzamento fino a 124 € lordi medi, quindi significa una differenza per i docenti di 26 € lordi medi mensili, mentre per il personale Ata parliamo di un innalzamento di sei, 7 € lordi mensili, cioè: altro che aumento di stipendi, altro che arricchimento di tasche. Gli stipendi sono stati incrementati di appena il 5%, ma a fronte di un'inflazione al 12% ufficialmente, ma sicuramente molto di più se guardiamo poi a tutte le spese quotidiane, le bollette eccetera, questi aumenti sono assolutamente irrisori, insufficienti, inadeguati per un settore lavorativo che resta comunque a livello europeo tra il più bassi e pagati, e quindi diciamo un aumento che viene annullato appunto dall'aumento dei prezzi viene assolutamente eroso dall'inflazione che aumenta… anche i lavoratori della scuola in tal senso si vedono appunto colpiti, cioè si sono visti in questi anni colpiti i salari, si è perso circa in media il 15%, hanno perso circa 300 € netti e non saranno questi aumenti per cui si allarga la bocca il governo e si allargano la bocca i servi confederali a risolvere la situazione. La Cgil nel frattempo per non ha perso tempo a pararsi dietro una misura che è stata inserita in questo contratto per cercare di nascondere tutta la nefandezza del contratto in sé e quindi si è allargata subito facendo un proclama dicendo che grazie alla loro battaglia in questo contratto è stata inserita una misura che sicuramente elimina una discriminazione che fino ad oggi hanno subito i precari, sia docenti che ATA, e, cioè, che con questo nuovo contratto i supplenti potranno adesso fruire anch'essi dei tre giorni di permesso retribuito per motivi personali e familiari che fino ad oggi è stato un diritto riservato solo al personale di ruolo. Allora, fermo restando che intanto si trattava di un atto dovuto e che comunque si trattava di una misura che già doveva essere da anni prevista per i precari, per il personale precario, in realtà è assolutamente parziale, perché riguarderà soltanto una fetta dei precari e cioè quelli che avranno un contratto annuale al 31 agosto e al 30 giugno, mentre saranno esclusi assolutamente tutti i tantissimi precari temporanei, cioè gli ultimi, l'ultima ruota del carro della scuola, quei precari che invece restano assolutamente discriminati in tutto. Perché sono dei precari, e ricordiamo a maggioranza donne, che, appunto, non hanno praticamente garantito quasi nulla: appena un mese di malattia pagato al 50% e se si esaurisce sono soggetti a licenziamento, non hanno previsti giorni, nessun giorno se capita un'esigenza familiare e un personale e sappiamo tra l'altro appunto la scuola a maggioranza è fatta da lavoratrici donne che hanno tante difficoltà, soprattutto da supplenti. A gestire anche il tempo lavoro, il tempo famiglia e quindi è assolutamente discriminato da questo punto di vista, visto che siamo in un paese in cui il lavoro di cura, di peso, di cura della famiglia, dei figli è quasi tutto, appunto, scaricato sulle spalle della maggioranza, delle lavoratrici, delle donne, e supplenti che, per esempio, sono stati e restano penalizzati, per esempio per quanto riguarda il pagamento dello stipendio, perché per mesi e mesi il tesoro, appunto, non paga gli stipendi. Quindi, per esempio, su questi precari non è stata prevista nessuna misura migliorativa, ma poi restano assolutamente restano tutti i problemi annosi della scuola, che comunque anzi addirittura si aggravano, resta il problema degli organici che non vengono assolutamente potenziati, permane il divieto di chiamare i supplenti, soprattutto per quanto riguarda gli ATA, resta la questione della insufficiente stabilizzazione dei precari in un paese in cui la piaga del precariato, è veramente una piaga sociale. Secondo un articolo del Sole 24 Ore di marzo i precari nel 2022 hanno raggiunto la cifra record nella scuola di 225000 su un totale di 900.000 posti assegnati, mentre solo 7 anni prima erano 100.000. E questo riguarda solo i docenti, secondo stime che riguardano tutti i lavoratori della scuola, il 22,4% di questi docenti, ATA è precario. E in questo paese, mentre il governo Meloni si allarga la bocca di appunto essere un governo che dà lavoro, di essere un governo che risolve il problema del lavoro, quando invece solo nella scuola, il precariato è veramente una piaga, è grandissimo, e anzi peggiora di anno in anno.

Quindi restano appunto tutti i problemi annosi della scuola, si aggravano e si aggraveranno ancora di più alla luce anche dell'ulteriore pesantissimo attacco che questo governo si prepara a fare nell'anno scolastico 2024-25 con il dimensionamento delle scuole e la soppressione di centinaia e centinaia di scuole che colpirà soprattutto il sud e ancora di più si aggraverà se andrà avanti la questione dell'autonomia differenziata, ma questa firma di contratto è un'ulteriore attacco, alla condizione di lavoro dei lavoratori, ma è anche un'ulteriore attacco, in senso anche ideologico, e poi pratico, perché costituisce un'ulteriore passo in avanti in quella che deve essere la marcia rapida che questo governo vuole portare avanti, più in generale in quello che noi diciamo moderno fascismo che avanza, e in particolare nella scuola per quello che riguarda appunto il potenziamento di una scuola che ideologicamente e praticamente deve essere sempre più fondata sul merito, sulla logica gerarchica e verticistica, con privilegi per pochi, a danno dei tanti e quindi sulla divisione appunto, dei lavoratori, sul depotenziamento dei lavoratori, sullo scardinare anche la potenzialità dei lavoratori anche nell'unirsi, nel fare determinate battaglie o proteste, sul dare sempre più poteri ai dirigenti scolastici, manager con sempre più poteri, anche repressivi e sempre più larghi margini, di attaccare appunto i diritti dei lavoratori.

Un esempio per fare capire questo è l'istituzione in questo nuovo contratto delle figure dei cosiddetti docenti tutor e orientatori, cioè il formare una sorta proprio di élite e di casta, dei docenti di piccola casta, di piccola élite ristretta, élite ristretta, casta dei docenti rispetto a tutti gli altri che per una manciata in più, appunto di soldi e qualche privilegio in più avranno comunque il compito di allineare sempre di più il percorso di istruzione degli studenti alle esigenze del sistema produttivo dei padroni e del capitale. E gli stessi termini: docente tutor, docente orientatore, sono proprio proiettati a quella che deve essere la formazione degli studenti e l'orientamento degli studenti nella scelta, per esempio dell'università o nella scelta del settore lavorativo in cui proiettarsi che deve essere sempre più piegata e allineata all'esigenza appunto delle aziende del capitale e dei padroni. Il Ministro giustifica tutto questo, Valditara ha giustificato tutto questo nei mesi precedenti alla firma di questo contratto, dove già aveva praticamente annunciato l'istituzione appunto di queste figure e poi con il decreto 63 del 5 Aprile 2023 e una conseguente circolare aveva istituito queste figure che avevano comunque prodotto proteste, soprattutto da parte dei docenti, in alcune forme che si sono concretizzate nel collegio dei docenti, in alcuni documenti emessi dai collegi in lettere inviate al ministro… proteste che naturalmente sono state assolutamente inascoltate e soffocate dai sindacati confederali, e men che meno dal governo… Valditara ha giustificato tutto questo con il fatto di volere praticamente contrastare la dispersione scolastica, ma anche questa è assolutamente una falsità, assolutamente una becera ipocrisia reazionaria da parte appunto del Ministro fascista Valditara, perché invece è tutto proiettato al fatto che gli studenti dovranno non soltanto essere obbligati all'alternanza scuola lavoro, che oggi è sempre più collimata alla questione, appunto degli interessi delle aziende, dell'avere manodopera sempre più facilmente da sfruttare a gratis fino a uccidere gli stessi studenti. Ricordiamo purtroppo gli studenti morti in fabbrica durante l'alternanza scuola lavoro, ma che oggi deve essere sempre più anche allineata a quelle che sono le esigenze della guerra imperialista, vedi gli studenti che vengono obbligati a fare questo Pcto nelle caserme, oppure nelle basi militari. Ma gli studenti saranno obbligati a dovere sottostare anche a pacchetti formativi di almeno 30 ore annuali che saranno tenuti appunto da questi docenti tutor, docenti orientatori, sempre nella logica di quel percorso di istruzione che deve essere sempre più allineato alle esigenze del sistema produttivo, a ricondurre le professionalità e alle competenze necessarie, oggi sempre più necessarie a esplorare i futuri possibili e collegarli alle professionalità attuali emergenti, queste sono parole del ministro Valditara, a promuovere, per esempio il sistema terziario di istruzione. Questo è quindi il vero obbiettivo ideologico e politico e pratico poi, a cui deve essere proiettata la scuola per questo governo. Una scuola appunto, che deve essere sempre più smantellata dal punto di vista della scuola pubblica e sempre più privatizzata e al servizio degli interessi del sistema capitalistico di cui questo governo, e in particolare il ministro ignobile Valditara è servo dei servi.

Quindi anche questa firma di questo contratto fa vedere ancora una volta in maniera chiara come la scuola è sicuramente un terreno importante che pone la necessità di dovere lottare contro quelli che sono gli attacchi più immediati che anche la firma di questa ipotesi di contratto fa emergere per i lavoratori appunto, della scuola docenti Ata, ma anche per gli stessi studenti e che questo nuovo governo naturalmente scaglia contro i lavoratori, contro gli studenti e contro il sistema scolastico nel suo insieme, ma nello stesso tempo la scuola è un settore, un campo che mette anche in campo la prospettiva che sicuramente deve essere di lotta e che deve essere sicuramente più ampia perché mette in campo la questione appunto del sistema sociale capitalistico in cui viviamo, che sempre più vuole porre e imporre una scuola che deve essere sempre più asservita agli interessi di classe e del capitale. Ora, i segnali di lotta che ci sono stati nei mesi scorsi da parte degli studenti, che comunque sono scesi per alcuni mesi in piazza, hanno fatto manifestazioni e cortei, diverse iniziative per cui sono stati anche repressi, a cominciare dal dallo stesso ministro Valditara, ma anche questi segnali, in forme non di piazza, ma che sono arrivati di protesta, per esempio dai docenti e in questi ultimi giorni assolutamente non scontati da parte, per esempio del personale ATA, che tra l'altro è un settore assolutamente poco mobilitabile, anche perché in maggioranza è ingabbiato nelle grinfie dei sindacati confederali, ma che in questi ultimi giorni, comunque tramite raccolte firme, social, documenti ha espresso anche una protesta contro questa firma del contratto con un segnale anche più significativo che è venuto per esempio da Palermo, da un gruppo di assistenti amministrative, quasi tutte donne che hanno protestato in maniera anche più fisica, organizzando anche alcune assemblee in alcune scuole, facendo un incontro all’USR, scrivendo documenti appunto di denuncia e di protesta al ministro, e contro i sindacati confederali con richieste ben precise che riguardano tutti i problemi che abbiamo enunciato prima, immediati che ci sono nella scuola, ma che restano tutti lì, senza essere risolti, neanche uno.

Sono tutti segnali comunque positivi che sicuramente fanno emergere il malessere, comunque il disagio che anche nella scuola vivono, disagio sociale che vivono appunto i lavoratori e le lavoratrici e tantissime lavoratrici e gli studenti; segnali positivi perché sganciati in un certo qual modo anche dalla logica asservita e sempre più organica al governo dei sindacati confederali e in un certo qual modo anche dal basso, vedi per esempio queste iniziative che ci sono state a Palermo delle assistenti amministrative, del personale ATA.

Quindi auspichiamo che da settembre questi segnali possano concretizzarsi in qualcosa di più organizzato e anche organico e unirsi anche agli altri settori lavorativi che subiscono gli attacchi sempre più pesanti da questo governo al servizio del sistema dei padroni, e diciamo appunto partendo da quelli che sono gli interessi immediati del settore, allargarsi in una battaglia che necessariamente deve essere più larga, che deve comunque vedere anche il collegamento dei lavoratori della scuola anche con i lavoratori degli altri settori che ogni giorno sempre di più vengono colpiti e attaccati da questo governo che, come abbiamo detto prima e ribadiamo, con tutto quello che fa ogni giorno con le leggi sempre più anti proletarie, antipopolari e antioperaie mette in campo vuole appunto avanzare rapido in quella che è una marcia verso un regime moderno, verso un moderno fascismo sempre più aperto, in cui appunto lavoratori e lavoratrici non devono  ribellarsi e i cui diritti devono essere sempre più ristretti e colpiti, quindi auspichiamo che anche dalla scuola questi segnali positivi di protesta che ci sono stati, possano diciamo concretizzarsi in un qualcosa di più organico e di più efficace, diciamo per andare avanti in questa battaglia contro gli attacchi che diventano ogni giorno sempre più pesanti.


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