giovedì 13 luglio 2023

13 luglio - da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 12/7: Sul Vertice Nato a Vilnius - Testo

 

Il vertice NATO a Vilnius, in Lituania, iniziato martedì 11 luglio e terminato il 12 luglio è il quarto vertice NATO dall’aggressione russa contro Kiev iniziata il 24 febbraio 2022: il primo si era tenuto il giorno dopo l’inizio l’invasione – il 25 febbraio 2022 - seguito da incontri a Bruxelles e a Madrid.

L'adesione della Finlandia alla NATO ha allargato di 830 miglia i confini dell'Alleanza con la Russia. In Finlandia il partito al governo è partito fratello di quello di Meloni e a livello europeo ha annunciato il suo passaggio dal gruppo Identità e democrazia (ID) ai Conservatori e riformisti europei (ECR), guidati proprio dal primo ministro italiano Meloni. 

Intanto in Lettonia la Polizia di Stato ha eseguito controlli sui social, multando chiunque il 9 Maggio sia stato sorpreso a esprimere felicitazioni per il Giorno della Vittoria sul nazifascismo.

L’ennesima conferma della direzione in cui stanno andando i governi imperialisti e fascisti che, per loro, sono la soluzione, in quanto fedeli esecutori dei piani repressivi, antioperai e antipopolari e di guerra.

Un vertice che si tiene nel contesto del tentato golpe a beneficio dell’imperialismo occidentale

con la marcia del Gruppo Wagner verso Mosca e della situazione di stallo della cosiddetta controffensiva ucraina che ha come obiettivo il territorio russo.

Un vertice di guerra, dove conta il complesso industriale della difesa, la produzione di munizioni, armi micidiali, di difese missilistiche, aerei di combattimento, navi e carri armati a supporto delle scelte dei governi imperialisti USA/UE, quello che il capo del governo imperialista italiano, Meloni, da vera serva della NATO, chiama “deterrenza”.

Un vertice per alimentare la guerra con l’invio di altre truppe e con il potenziamento delle Basi, con esercitazioni multinazionali congiunte frequenti per rafforzare ancora di più militarmente il fianco orientale della NATO contro la Russia oggi, che è l’obiettivo su cui l’imperialismo USA insiste da tempo, un allargamento dei confini della NATO che ha portato all’aggressione imperialista russa di Putin.

Un vertice di guerra per fare aderire l’Ucraina alla NATO - in un processo che, comunque, ora non trova l’unità tra i governi imperialisti (sono contrari Germania, Francia, Ungheria, oltre a Grecia, Slovenia, Croazia), contrasti, comunque, che esistono tra i governi imperialisti anche su altri campi – una adesione che potrà cominciare con la fine della guerra con l’obiettivo di “coprire” con l’ombrello NATO l’Ucraina con l’art. 5, per fare dell’Ucraina il principale avamposto NATO orientale assieme alla Polonia (così come in Medio Oriente l’imperialismo USA ha fatto con lo stato occupante terrorista, nazisionista, razzista: Israele).

Nel comunicato della NATO si scrive:  «Saremo in grado di estendere un invito all'Ucraina ad aderire all'Alleanza  quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte»

Quindi i tempi per l’adesione erano scontati fin da subito, anche se “Zelensky accusa l'Alleanza per la mancanza di tempi certi… e chiede rispetto per il suo popolo in lotta”. Rispetto che si tradurrà in ulteriore invio di armi.

La Polonia, in particolare, sta costruendo uno degli eserciti più forti d'Europa. Varsavia ha fatto un giro di appalti e prevede di spendere il 4% del suo PIL per la difesa nel 2023. Anche gli Stati baltici stanno intraprendendo importanti aumenti della spesa per la difesa, puntando al 3% del PIL nei prossimi anni. 

Un vertice, quindi, che creerà ulteriori presupposti alle possibili conseguenze sul piano di un conflitto, anche con l’uso di armi nucleari, a livello mondiale, non più per procura ma diretto, con truppe imperialiste NATO in Europa e creando le premesse per lo scontro militare nell’Indo-Pacifico che ha la Cina come obiettivo. 

La NATO aveva già rafforzato la sua presenza nella parte orientale con 8 gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. Si tratta del più grande rafforzamento di difesa collettiva della Nato da una generazione a questa parte. In Bulgaria, l’Italia è la Nazione al comando. Sono presenti 945 militari.

Il quotidiano il Manifesto scrive: “sarà il vertice della super-NATO, aprirà filiali a Tokio e Seul, una NATO mai così grande e pervasiva”. Che, aggiungiamo noi, rappresenta ancora di più una minaccia per i popoli e per i lavoratori come braccio armato dell’imperialismo. 


Non è un caso che questo summit sia stato organizzato nell’area baltica, in Lituania, come una provocazione, una sfida, proprio ai confini con la Russia, e in un paese che è schierato al servizio degli interessi dell’imperialismo USA/NATO/UE, a Vilnius, che gli imperialisti hanno trasformato in una città blindata dove la propaganda di guerra è presente in ogni angolo, dai manifesti agli autobus ricoperte di scritte, tipo “mentre tu aspetti l’autobus, l’Ucraina aspetta di entrare nella NATO” oppure “...aspetta gli F-16”, con “spettacoli” di odio bellicista antirusso organizzati dai fasci-imperialisti del NAFO -North Atlantic Fella Organization – una organizzazione che opera a sostegno della propaganda bellica imperialista, un’organizzazione che opera su internet con lo scopo di “trollare” la propaganda russa e di diffondere un “messaggio ironico pro-ucraina”: ma c’è poco da ironizzare in situazioni di questo summit come quando, ad esempio, hanno allestito un palco con degli squali finti a simboleggiare quello che ha ucciso un turista russo in Egitto un mese fa per lanciare un messaggio guerrafondaio di morte.


La Nato alzerà gli obiettivi per lo stoccaggio di munizioni poiché Kiev sta consumando i proiettili molto più velocemente di quanto i paesi occidentali possano produrli. Allo stesso tempo, gli alleati mostreranno come intendono realizzare l’obiettivo concordato al vertice di Madrid dello scorso anno, di mettere in massima allerta oltre 300.000 soldati, rispetto ai 40.000 del passato, per contrastare la Russia.

"Questa settimana al vertice della NATO rafforzeremo la nostra deterrenza e difesa, anche con maggiori investimenti. Intensificheremo il nostro sostegno all'Ucraina e avvicineremo l'Ucraina alla NATO e lavoreremo ancora più a stretto contatto con i partner per sostenere l'ordine internazionale basato su regole", le parole del segretario generale della Nato Stoltenberg in Lituania per il vertice Nato. (Il Sole 24 ORE).

Di garanzie fra Ucraina e Nato si parlerà nel primo Consiglio Nato-Ucraina, che si svolgerà nella giornata di mercoledì e che vedrà la partecipazione del presidente ucraino, Zelensky che, prevediamo, assumerà la parte del solito questuante, famelico di armi, drogato di guerra, in continua ricerca del pretesto/'casus belli' per fare intervenire la NATO. E, tra le garanzie, ci saranno anche quelle di garantire i profitti dei padroni imperialisti con la ricostruzione.

La visita di Zelensky in Turchia prima dell’inizio del vertice ha ottenuto una fornitura di droni armati dalla Turchia, firme su accordi di cooperazione militare per produrre direttamente in Ucraina i droni armati turchi, così come il rientro in Ucraina dei capi militari nazisti di Azov consegnati dalla Russia alla Turchia, in cambio dello sblocco delle forniture di grano dal Mar Nero.

E l’apertura del summit a Vilnius è toccata al dittatore fascio-islamico turco, Erdogan, a dimostrazione che gli imperialisti e i loro servi reazionari vanno ai loro summit ma con il pugnale dietro la schiena.

Erdogan ha subito cercato di ottenere il più possibile per favorire gli interessi dell’espansionismo turco con il via libera della Svezia nella NATO. Decisione che, tra l’altro, colpirà l’opposizione curda in esilio in Svezia di cui Erdogan ne richiede la consegna come contropartita dell’accettazione dell’ingresso della Turchia nella UE ; tutte mosse salutate dal capo dell’imperialismo USA, Biden, con lo sbocco dell’acquisto dei 40 nuovi caccia F-16 dagli Stati Uniti. "Mi appello a questi Paesi che stanno facendo attendere la Turchia alla porta dell'Unione Europea da più di 50 anni", ha detto Erdogan, parlando prima della sua partenza per il vertice Nato a Vilnius. "Prima venite ad aprire la strada alla Turchia nell'Unione Europea e poi apriremo la strada alla Svezia, proprio come abbiamo fatto con la Finlandia", aggiungendo che ripeterà tale dichiarazione anche durante il vertice dell'Alleanza atlantica.

Quando parliamo di espansionismo turco – che con Erdogan è a guida fascio-islamica – dobbiamo guardare alle sue mire in Crimea (a questo proposito 2 fatti: la liberazione dei comandanti militari nazisti dell’Azov dopo l’incontro con Zelensky così come l’incontro tra il ministro degli Esteri turco e il leader nazionale dei Tatari di Crimea, comunità che la Turchia considera di sua “pertinenza”, sono schiaffi assestati in pieno volto a Putin), così come all’accentuarsi dei contrasti sui confini marittimi che coincidono, guarda caso, con le rotte del gas e che potrebbero sfociare in scontri con la Grecia.


Un altro elemento che contribuirà ad alimentare morte e distruzione è la decisione, presa prima dell’inizio del summit NATO a Vilnius del governo imperialista USA che ha annunciato l’invio delle bombe a grappolo, peraltro già in uso da parte dell’Ucraina e della Russia – si tratta di veri crimini di guerra, un crimine contro i civili; soprattutto: le bombe a grappolo sono progettate ed utilizzate per colpire persone e veicoli ma anche per distruggere piste di atterraggio, linee elettriche o, ancora, per liberare sostanze chimiche. Vengono sganciate, in genere, da velivoli (caccia, bombardieri o elicotteri) o, talvolta, lanciate per mezzo di artiglierie, razzi e missili guidati, e contengono un certo numero di submunizioni che vengono disperse in aria, secondo diverse modalità, ed esplodendo a contatto col suolo. viene lanciato un missile che ne contiene molte che esplodono in tutte le direzioni e, se non esplodono subito, possono rimanere nel terreno e provocare la morte dei civili in caso venissero calpestate. Tra il 2003 e il 2006 circa 13mila bombe a grappolo statunitensi e britanniche sono state sganciate sull’Iraq.


Le denunce erano tornate alla ribalta mondiale con la guerra in Siria (in questo caso però ampiamente sostenute dagli Usa e dalla stampa occidentale).

Già dal 2012 Human Right Watch affermava di temere che il regime siriano possa utilizzare le cluster bomb, le micidiali ‘bombe a grappolo’, contro i covi dei ribelli tra le montagne della provincia di Hama.

Nel 2015 sempre Human Right Watch (Hrw) ha denunciato che l’offensiva militare di Russia e governo di Damasco in corso da fine settembre in Siria “ha incluso un ampio uso” di bombe e altre “munizioni a grappolo” in violazione della risoluzione 2139 dell’Onu.

Nel 2018 Amnesty International denunciava che il governo siriano aveva intensificato gli attacchi illegali contro la popolazione civile del governatorato di Idlib utilizzando bombe a grappolo, vietate dal diritto internazionale.

In Italia la campagna contro le bombe a grappolo, alcuni anni fa aveva individuato una fabbrica di produzione dei micidiali ordigni. La Simmel Difesa di Colleferro (Roma) nel 2007 era finita nel mirino dei movimenti antimilitaristi con l’accusa di produrre le micidiali bombe a grappolo o cluster bombs.

Nel 2021 La Simmel Difesa spa ha fatturato 52 milioni di euro. Profitti per le industrie di armi.


Su un punto i governi imperialisti cercheranno di convergere: aumentare le scelte di spesa da parte dei governi verso l’aumento delle spese militari scaricate sui lavoratori e le masse popolari. Se prima l’obiettivo era arrivare al 2% del Pil, ora quel dato è diventato il punto di partenza per aumenti ancora maggiori. 

Gli effetti della guerra sul piano interno, sulla condizione di vita delle masse popolari, e sul piano esterno, per i proletari e per i popoli significano morte, distruzione, peggioramento delle condizioni di vita, miseria, fame, fascismo

Il capitalismo nella sua fase più putrescente, l’imperialismo, ormai è su un punto di non-ritorno, deve uscire dalla sua crisi - necessariamente dal suo punto di vista - con la guerra, lo ha sempre fatto e oggi minaccia i popoli con una nuova guerra mondiale.


Combatterlo è un dovere per fare avanzare l’umanità, combattere il proprio imperialismo, il proprio governo (in Italia quello di Meloni), il proprio Stato, espressioni degli interessi della dittatura della borghesia imperialista - dittatura anche quando era coperta dalla “democrazia” che oggi sta evolvendo verso il fascismo; unirsi nella solidarietà internazionalista con i popoli in lotta e in guerra contro i propri regimi al servizio dell’imperialismo.


E rimaniamo in Italia sul ruolo dell’imperialismo italiano rappresentato dal governo Meloni.

Una prima nota riguardo al colloquio che si è tenuto a Vilnius tra Meloni ed Erdogan che dimostra il servilismo e i continui voltafaccia di una serva fascista, qual’è.

Nel bilaterale, durato meno di un'ora, al vertice di Vilnius, il premier turco Erdogan avrebbe chiesto a Meloni di appoggiare l’ingresso della Turchia in Ue. Il capo del governo italiano sarebbe rimasta in silenzio senza prendere posizione. Due anni fa diceva: “La Turchia di Erdogan. Un nemico necessario?”: "bisogna dire no all’ingresso della Turchia nell’UE revocando lo status di Paese candidato all’adesione. Non possiamo accettare i suoi ricatti. Draghi ponga la questione sul tavolo del Consiglio Europeo”. 


Meloni a Vilnius assieme a Tajani e Crosetto (“sosteniamo l’Ucraina a 360°”)

Riportiamo su questo ampi stralci da un sito on line, portavoce del complesso militare-industriale italiano e della politica della borghesia imperialista italiana:

Dal Mediterraneo al 2% per la Difesa. Ecco i dossier italiani a Vilnius - 10/07/2023 formiche:

Al vertice Nato di Vilnius, l’Italia si presenta con una serie di dossier cruciali, dalla spesa militare al 2%, alle iniziative per la produzione di munizionamento e per l’innovazione per la Difesa, fino alla sfida del Mediterraneo allargato (che poi significa, oltre che profitti per l’ENI anche i criminali respingimenti anti-immigrati, quindi, per il governo Meloni, si tratta di coinvolgere la NATO nei respingimenti anti-immigrati!ndr), area di principale interesse nazionale, le cui fragilità dovranno essere affrontate da tutti i Paesi alleati

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sono arrivati nelle repubbliche baltiche, in vista del vertice dell’Alleanza Atlantica che si svolgerà a Vilnius martedì 11 e mercoledì 12 luglio. Prima di raggiungere la capitale lituana, Meloni e Crosetto hanno fatto tappa a Riga, in Lettonia, dove hanno incontrato il Contingente italiano Baltic task group impegnato nell’operazione Baltic guardian, una delle iniziative messe in campo in ambito Nato per rafforzare la difesa e la deterrenza del fianco orientale atlantico a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. 


La questione del 2%

Il nostro Paese sta gradualmente innalzando la propria spesa con l’obiettivo di raggiungere la soglia del 2% (circa 40 miliardi di euro, ne mancano ancora circa dieci), entro il 2028, prevedendo naturalmente anche la partecipazione a missioni, operazioni e altre attività. La spesa prevista si baserebbe principalmente sui fondi del ministero della Difesa, ma vedrebbe la partecipazione anche del ministero delle Imprese e Made in Italy e quello dell’Economia. 


Munizioni e tecnologia

Le spese da destinare alla Difesa si collegano a un altro aspetto fondamentale, emerso in particolare a seguito dell’impegno assunto dall’Italia di inviare aiuti, anche militari, a Kiev: la produzione di munizionamento. Il consumo di munizioni sui campi ucraini ha dimostrato come l’industria occidentale non sia in grado di mantenere la produzione necessaria per affrontare un conflitto su grande scala. A Vilnius la Nato dovrà riflettere su quali decisioni dovranno essere poste in essere per assicurare il potenziamento della produttività con una pianificazione di medio-lungo periodo. L’Italia in questo campo ha un ruolo di primo piano, dato che ospita a Torino una delle articolazioni della rete del Defence innovation accelerator for the North Atlantic (Diana), la rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare le start up innovative facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari lanciato dall’Alleanza Atlantica con l’agenda Nato 2030.


Impegno sul fianco sud

Altro tema che vedrà impegnato il nostro Paese sarà portare all’attenzione degli alleati il concetto che la sicurezza del Mediterraneo è parte essenziale del sistema di difesa transatlantico. Al di là della corrente crisi lungo il fianco orientale della Nato, dove l’Italia partecipa in prima linea con mezzi e militari al rafforzato dispositivo alleato di deterrenza, e in prospettiva artico, il Mare nostrum è oggi – e nel vicino futuro – un’area la cui instabilità coinvolge da vicino non solo i Paesi del meridione europeo, ma l’intero Vecchio continente. Energia, informazioni, materie prime e semilavorati passano sulle sue acque, le cui rotte devono essere mantenute aperte e sicure. A questo si aggiungono le crisi che attraversano il continente africano, economica, climatica e sociale, le cui ripercussioni saranno di portata epocale se non affrontate anche in seno alla Nato.

Una condizione aggravata ulteriormente dalla guerra russa in Ucraina, come dimostrato dalla crescente presenza di navi e sommergibili della Federazione russa nel bacino, a cui di recente si è aggiunto un gruppo navale cinese composto da tre navi moderne. È chiaro che l’Italia giocherà un ruolo di primo piano, ma la portata globale delle sfide non può prescindere un’azione congiunta anche da parte degli alleati transatlantici. Un concetto che di recente il ministro Crosetto ha affrontato anche con l’omologo statunitense Lloyd Austin, che ha sua volta ha riconosciuto il ruolo dell’Italia quale “alleato fondamentale sul fianco sud della Nato”, apprezzandone il “robusto contributo per la sicurezza nel mondo dai Balcani, il Medio Oriente l’Africa” e in prospettiva verso l’Indo-Pacifico.


Chiudiamo questa breve informazione segnalando alcune iniziative che si sono svolte in contrasto alla guerra e al governo italiano nel nostro paese.

un presidio a Roma sotto l’Ambasciata d’Ucraina per portare la solidarietà degli antifascisti e dalle antifasciste ai compagni e alle compagne che in Ucraina lottano contro il governo nazi-golpista guidato da Zelensky. 

a Vicenza a poche centinaia di metri dalla base militare statunitense Ederle un convegno contro guerra e basi militari

a Palermo con iniziative ai Cantieri navali, sit-in e manifestazioni contro la guerra imperialista 

Da queste iniziative dobbiamo avanzare, costruire un movimento contro la guerra che aggredisca il complesso militare industriale italiano, che lotti contro questo governo fascio-imperialista dello scaricamento della crisi e della guerra tra i lavoratori e le masse popolari.


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