Discriminazioni a Pomigliano, si inasprisce la polemica. Operai divisi: ci
sono ex Fiom al lavoro. La replica: costretti a lasciare sindacato.
Granillo: smettano di piangersi addosso
NAPOLI - Mentre i sindacati firmatari dell'accordo esultano per il
superamento in anticipo del 40% di lavoratori riassunti nella newco di
Pomigliano (la quota era prevista da Fiat per luglio), la Fiom torna a
denunciare la discriminazione dei propri iscritti da parte dei Lingotto.
Parlando in occasione dell'assemblea dei delegati del sindacato, il
segretario delle tute blu della Cigl sottolinea: "Il problema non è
semplicemente che la Fiom non ha l'agibilità sindacale, bisogna raccontare
cosa sta succedendo alle persone in carne ed ossa che in Fiat non hanno più
diritti sindacali". In particolare, denuncia, "a Pomigliano su quasi duemila
dipendenti non c'è un iscritto alla Fiom". Per il segretario Fiom "il più
grande gruppo industriale può dire che un sindacato non c'è e, davanti a
questo, la politica e le istituzioni stiano in silenzio". "Non solo le forze
politiche, ma i ministri, il governo e le più alte cariche dello Stato
devono dire se la Costituzione esiste allora la si deve far rispettare anche
dalla Fiat".
POLEMICA TRA I LAVORATORI - Sul tema si inasprisce la polemica anche tra i
lavoratori. L'Ansa scrive che alcuni addetti dello stabilimento di
Pomigliano d'Arco negano discriminazioni, sostenendo che c'è chi ha votato a
favore dell'accordo ed ancora è in cassa integrazione, mentre anche ex
iscritti Fiom oggi possono contare sulla busta paga della newco. "Non è vero
che la Fiat sta discriminando gli iscritti Fiom, la verità è che da gennaio
non c'è più trattenuta sulla busta paga per i sindacati che non hanno
firmato l'accordo. In Fip ci sono ex iscritti, e stanno lavorando già da
qualche settimana", è uno dei pareri raccolti dall'Ansa.
COLPA DELLA TRATTENUTA ELIMINATA? - "Nel nuovo contratto - spiega
all'agenzia di stampa Gerardo Giannone chiamato da Fiat a fare il test
driver della nuova Panda - che ho avuto modo di leggere, c'è scritto che i
sindacati non firmatari dell'accordo, non hanno diritto alla trattenuta in
busta paga, quindi non risulta nessun iscritto Fiom. Ma in Fip ci sono
persone che avevano la tessera fino a dicembre scorso, e che ora se vogliono
possono tranquillamente iscriversi alla Fiom, ma pagare di persona il
sindacato, non potendo più contare sulla trattenuta".
"COSTRETTI A LASCIARE FIOM DALL'AZIENDA" - Una spiegazione che, però, non
sembra logica a chi è ancora iscritto alla Fiom: "E' vero - ha confermato
Sebastiano d'Onofrio, rsu del sindacato metalmeccanici della Cgil al Vico -
ci sono alcuni lavoratori che erano iscritti al sindacato e che sono stati
assunti, ma in alcuni casi sono stati costretti dall'azienda a lasciare la
Fiom per entrare in Fip. E la trattenuta sulla busta paga è solo una scusa,
in quanto avrebbero potuto tranquillamente continuare a pagare il sindacato
a parte, ma sono stati invitati a fare disdetta se volevano uscire dalla
lunga cassa integrazione in cui versano i lavoratori del Vico. Di iscritti,
nella newco, non ce n'è nessuno".
SLAI-COBAS: LA FIOM SI PIANGE ADDOSSO, CON FIAT UNA GUERRA - Da sinistra
arriva l'attacco a Landini di esser colpevole della fuga degli iscritti: se
si sentono discriminati, dice Vittorio Granillo del coordinamento nazionale
Slai Cobas, cambìno strategia. Il sindacalista di base è convinto che i
lavoratori iscritti alla Fiom ritengano che l'organizzazione "si pianga
addosso senza cercare però una soluzione al problema". Nella newco Fabbrica
Italia Pomigliano, non c'è neanche un iscritto al sindacato di base, ma non
per questo "ci si piange addosso", accusa Granillo. E' Landini, prosegue,
"che con il suo atteggiamento determina la fuga dei suoi iscritti. Da due
anni non fanno che piangere e lamentarsi. Ma azioni concrete non se ne sono
viste. Noi siamo impegnati in lunghe battaglie anche legali, e qualche volta
vinciamo altre perdiamo. Quella con la Fiat è una 'guerra', è vero, ma
proprio per questo ci sono battaglie che si vincono ed altre che si perdono,
e piangendo la sensazione che si dà ai propri iscritti, è quella di un
sindacato debole che non sa difenderli". Per Granillo "i lavoratori scelgono
di andare via perché non si sentono tutelati".
"UN PROTOCOLLO DI DELAZIONE ANONIMA" - Dal sindacato di base lamentano anche
la presenza della pretesa dell'azienda di un "vero e proprio protocollo di
delazione anonima per eventuali o presunte violazioni del codice di condotta
aziendale". Nel codice di condotta aziendale che i neoassunti della newco
devono accettare, si legge che se un dipendente "vuole segnalare una
violazione al codice, deve contattare il suo diretto superiore". "Qualora -
si legge ancora - la segnalazione non dia esito o il lavoratore si senta a
disagio, il dipendente ne riferià al competente Compliance officer, o
utilizzerà un qualsiasi meccanismo di segnalazione anonimo o prestabilito".
Una richiesta che, secondo lo Slai Cobas, non è accettabile: "Tragico -
concludono dal sindacato di base - che queste cose sono promosse e
sottoscritte dai sindacati confederali ed avallate, con inspiegabile
silenzio omissivo, dalla Fiom. Noi non ci stiamo, ed abbiamo quindi
impugnato il recente Ccsl e le correlate iniziative illegittime che violano
i diritti dei lavoratori e quelli sindacali".
sabato 18 febbraio 2012
Nessun commento:
Posta un commento