Redazione,
Lunedì 31 agosto, il giorno prima della scadenza
prefissata dall’azienda per firmare 1.500 lettere di licenziamento, il
sindacato dei metalmeccanici ABC ha sottoscritto, dopo l’approvazione
dell’assemblea degli operai, l’accordo con MERCEDES-BENZ che evita tutti i
licenziamenti, accettando nei fatti la proposta della controparte, consistente
nel taglio dei salari immediato del 10%, contro il 30% minacciato
unilaterlamente in prima battuta, e la contemporanea applicazione del programma
per la tutela dell’occupazione (Programa de Protecção do Emprego, PPE)
consistente nella copertura di metà della percentuale di salario perduto da
parte del governo federale dello stato di Sao Paulo. MERCEDES-BENZ è la prima
fabbrica ad adottare tale ammortizzatore sociale, approvato appena un mese fa.
Il padronato minacciava inoltre l’eliminazione dell’adeguamento salariale
all’INPC (Índice Nacional de Preços ao Consumidor, l’equivalente del nostro
ISTAT) per il 2016: tale misura viene reintegrata, ma dimezzata ed integrata da
un fondo equivalente a 3000 Real, circa 720 euro. La multinazionale tedesca
dell’automotive motiva la sua politica di sangue operaio parlando del calo nel
mercato interno del 43,1% di vendite di camion e del 28,6% per gli autobus,
aggiungendo che le previsioni per il 2016 restano negative. Lo sciopero era
partito lunedì 24 agosto conseguentemente all’invio dei telegrammi agli operai
che preannunciavano il piano lacrime e sangue. Per tutto il mese l’impianto di
São Bernardo do Campo è rimasto nella sostanza inattivo, anche grazie al
periodo di ferie. Philipp Schiemer, presidente di MERCEDES-BENZ Brasile, si
dice soddisfatto “per un attimo di respiro per l’azienda e per i dipendenti che
vivono una grave crisi economica”. Il nuovo contratto integrativo salva gli
operai fino al 31 agosto del 2016; stando alle dichiarazioni padronali per
l’anno prossimo, il copione si ripresenterà uguale se non addirittura peggiore.
Poi passa a dettare l’agenda politica ed economica al governo: “il Paese ha
bisogno di misure per uscire dalla recessione, controllando l’inflazione
crescente e gli elevati tassi di interesse, in modo da riprendere la crescita
economica ed aumentare la fiducia degli investitori a promuovere nuovi affari”.
“L’instabilità politica ed economica ci obbliga a limitare gli investimenti nel
mercato brasiliano. Tale situazione, se persistente, minaccia in modo serio
l’occupazione e le imprese stesse”.
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