una giornata di lotta non è uno sciopero generale cari
compagni!
Iniziamo a
chiamare le cose con il loro nome se vogliamo per davvero 'rilanciare la lotta
di classe è un percorso!
Ma non c'è
peggior sordo di non vuol sentire!
Basta giocare
allo sciopero generale! Lo sciopero generale è cosa troppo seria e
importante per essere banalizzata in questa maniera.
Basta con l’auto/trionfalismo che gratifica se stessi, ma non permette nessun reale avanzamento dei rapporti di forza..
Se non quello, certo non decisivo dei numeri, del sindacalismo di base e di classe
Certo se la 'propaganda è tutto' - la piattaforma ultra generica e buona per tutte le stagioni sarebbe una piattaforma di classe - allora effettivamente - noi apparteniamo a un altro mondo.
Costruiamo con metodo determinazione, a partire dalle vertenze di valore nazionale
10 -100 -1000 giornate di lotta! ovunque è possibile!
Basta con l’auto/trionfalismo che gratifica se stessi, ma non permette nessun reale avanzamento dei rapporti di forza..
Se non quello, certo non decisivo dei numeri, del sindacalismo di base e di classe
Certo se la 'propaganda è tutto' - la piattaforma ultra generica e buona per tutte le stagioni sarebbe una piattaforma di classe - allora effettivamente - noi apparteniamo a un altro mondo.
Costruiamo con metodo determinazione, a partire dalle vertenze di valore nazionale
10 -100 -1000 giornate di lotta! ovunque è possibile!
Slai Cobas
per il sindacato di classe
Coordinamento
Nazionale
30 ottobre
2017
SCIOPERO
GENERALE! RILANCIAMO LA LOTTA DI CLASSE!
Una splendida dimostrazione di forza e di orgoglio operaio e proletario si è avuta in piazza in occasione dello sciopero generale di venerdì scorso. Qualche migliaio di persone (duemila solo nello spezzone SI Cobas) ha bloccato la città con due cortei che si sono poi congiunti in Duomo, riempiendo la piazza delle rivendicazioni e delle lotte dei lavoratori in corso e preannunciando le battaglie future. Così come Milano, anche le altre principali metropoli sono state attraversate dalla determinazione operaia, non più comprimibile nell’angolo in cui padronato e governi la volevano costringere schiacciandolo con il peso della crisi sistemica del capitale. Un protagonismo che si è riversato nelle strade, dando un segnale univoco e chiaro.
E' stata
infatti una giornata che ha dato un segnale di unità, dimostrando che è
possibile superare steccati e parzialità e che occorre più che mai un passo
diverso per dare un forte peso alle rivendicazioni salariali e vertenziali e
per riprendersi la dignità. Questa la vera discontinuità rispetto al passato,
che ha avuto inizio con lo sciopero generale del giugno scorso dei trasporti e
della logistica, che è appunto rappresentata dal tentativo politico di
ricomporre, dopo anni di frammentazione, le sigle del sindacalismo conflittuale
in un’unica piattaforma di lotta.
Ma non si
pensi che si tratti di solo di lotte vertenziali o di rivendicazioni dal corto
respiro e di poca prospettiva. Ormai infatti i cortei hanno ripreso a parlare
di "classe" e di lotte per riprendersi il futuro, rifiutando un
presente basato su sfruttamento intensivo, tagli e crisi che preludono a
licenziamenti e disoccupazione, Jobs Act...Questo quanto ci restituisce questa
importante giornata di lotta: l’unità e il conflitto di classe sono gli unici
strumenti per dare una risposta più complessiva e intrinsecamente politica
all’attacco che quotidianamente il padronato conduce nei confronti del lavoro.
Il percorso
è appena cominciato. Sta a tutti, sindacati di base, realtà politiche,
militanti, comprendere che lo sforzo è grande ma necessario. Ribadiamo infatti
ciò che già scrivevamo nel lancio dello sciopero: è ora e tempo di porsi
l'obiettivo di avere un ruolo politico di organizzazione e direzione delle
lotte, per dare concretezza di obiettivi e prospettive più generali all'intera classe e ai settori sociali che vogliano farsi
carico di una risposta alla riorganizzazione padronale facendo vivere, vertenza
su vertenza, lotta dopo lotta, a partire dai bisogni materiali di milioni di
uomini donne e giovani proletari, un immaginario di trasformazione
rivoluzionaria dell'esistente.
Questo il
compito che ci aspetta.
I compagni e le compagne del C.S.A. Vittoria
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