Tra la giornata di venerdì e sabato mattina il centro della mobilitazione si è spostato al comune di Treviglio, per chiedere conto al sindaco delle sue dichiarazioni rilasciate per gli operai della fabbrica in ristrutturazione perché aquisita dal gruppo Pozzoni leader nel settore, perché nella sua legalità e voglia di sicurezza faccia rientrare quella per i lavoratori colpiti.
La mobilitazione operaia affiancata dai compagni del collettivo di Treviglio che stanno partecipando attivamente in questa lotta, apprezzati dagli stessi lavoratori.
Fin dalle 8.00 sabato mattina si è vista la disponibilità delle istituzione verso le richieste operaie: nonostante si fosse concordato un incontro con il sindaco, la piazza era riempita con i mezzi di carabinieri polizia, polizia locale e non ultima la Digos provinciale.
Uno schieramento per intimidire, dividere i lavoratori, per mettere in crisi la determinazione di questi operai che stanno dicendo no al piano di ristrutturazione del padrone, per difendere il palazzo comunale da un nuovo ingresso degli operai in gruppo.
Gli operai che rivendicano il diritto al lavoro come corpi estranei per le istituzioni.
Una manovra non riuscita perché gli operai sono restati fermi nella richiesta di incontrare tutti assieme il sindaco, nessuna selezione, nessuna delegazione. Al punto che dopo due ore il sindaco suo malgrado, ha tenuto un inontro ‘pubblico’ davanti al palazzo.
Senza illusioni, ma convinti a difendere il lavoro con i diritti, messo in crisi dall’appalto illegttimo del loro reparto produttivo per ben 15 anni, dato ad una cooperativa logistica grazie agli accordi e alla compiacenza dei confederali, il nuovo appuntamento al comune è per lunedì pomeriggio.
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