Ci mancavano i commissari nominati per gestire la vertenza Blutec a “gelare gli entusiasmi” sul possibile rilancio della fabbrica.
E ci mancavano pure i sindacalisti cgil-cisl-uil che hanno detto che sono “cauti”. Come se mai avessero voluto fare davvero la lotta per costringere i vari governi, dal nazionale a quello regionale, a rilanciare la produzione. Loro che hanno sempre accompagnato gli operai alle passerelle dei politici di turno, hanno abbassato la testa ad ogni tipo di progetto e ad ogni promessa, da Renzi a Di Maio (alla fine sempre elettorale), per che cosa? Per niente, anzi per pietire il rinnovo della cassa integrazione che sta diventando di fatto “a vita”, un “ammortizzatore sociale secolare”, per parafrasare gli economisti.
Se sia vero oppure no che le aziende della Meccatronica non hanno ancora presentato un progetto, si vedrà. L’importante è che adesso c’è l’occasione di far partire una produzione, e questa del biomedicale nel senso più largo del termine, può essere quella giusta per cominciare.
E se i commissari della Blutec hanno dubbi, (che dovrebbero occuparsi seriamente del gruppo che ha stabilimenti anche nel resto dell'Italia) allora ci sono altri “strumenti” che possono essere messi in campo, come l’impegno diretto di Invitalia (l’agenzia nazionale per gli investimenti che ci mette i soldi!), per esempio.
Questa rimessa in moto della fabbrica è una battaglia da fare, ma è chiaro che senza il protagonismo diretto degli operai questa operazione viene tutta lasciata nelle mani di burocrati di Stato e burocrati sindacali che tutto hanno in testa (soldi e carriere personali) tranne che risolvere il problema…
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