13 maggio - Il cinismo padronale... Comdata fatta la legge parte l'uso a proprio favore
Comdata si fa
un uso improprio del Fis, viene sostituito alla malattia e inserito
forzatamente per le interruzioni di lavoro dovute a problemi tecnici
indipendenti dai lavoratori.
Il
Fis nasce con il DL 148/2015 sulla riforma degli
ammortizzatori sociali nell’ambito del Jobs Act (L.
183/2014). Il Fis è l’ammortizzatore sociale previsto per le
aziende che non rientrano nel campo di applicazione della cassa
integrazione. Infatti con il Jobs Act anziché allargare l’ambito
della cassa integrazione per includere tutte le categorie e aziende,
viene creato un nuovo ammortizzatore sociale. Neanche da dire
peggiorativo. I lavoratori in Fis, ad esempio, non percepiscono
gli assegni familiari, e nemmeno il decreto “Cura Italia”
che ha previsto il Fis con causale Covid-19 ha sanato
questa discriminazione fra i lavoratori in CIGO e CIG in
deroga e i lavoratori in Fis. Questo nonostante siano circa 6
milioni (dato Cnel) i lavoratori coinvolti appartenenti al
settore terziario, commercio, turismo, e ad aziende di servizi con
più di cinque dipendenti. Rientrano fra queste ultime le aziende di
servizi di call center, comeComdata della quale si parla in
questi giorni per un uso disinvolto del Fis.
Fis
e malattia secondo Comdata
Comdata
ha attivato la procedura
di Fis per
Covid il 23 marzo con partenza retroattiva (permessa dal decreto Cura
Italia) il 9 marzo. In questo contesto già critico per i
lavoratori, Comdata ha pensato bene di mettere in Fis chi era in
malattia prima del 9 marzo. Questa pratica contravviene quanto
previsto dalla Circolare Inps 130/2017 che dice
esplicitamente “ In
caso di sospensione a zero ore è necessario distinguere l’ipotesi
in cui la malattia sia insorta durante il periodo di sospensione
dall’ipotesi in cui la malattia sia precedente l’inizio della
sospensione”.
Nella prima ipotesi, cioè se un lavoratore si ammala mentre è in
Fis (come pure in Cig), la malattia non interrompe l’ammortizzatore
sociale, perché di fatto si è sospesi dal lavoro e non si deve
nemmeno comunicare all’azienda di essere malati. Nella seconda
ipotesi, cioè un lavoratore in malattia prima della data di partenza
del Fis, il lavoratore resta in malattia e passa in Fis solo al
termine di questa. Perché Comdata abbia deciso di contravvenire
alle regole è chiaro: farsi uno sconto sul costo del lavoro.
Il Fis è infatti pagato per intero dall’Inps mentre
la malattia è pagata per un terzodall’azienda. Peccato
che questa operazione penalizza i lavoratori che in
malattia percepiscono il 100% della retribuzione mentre in Fis al
massimo l’80%. Senza considerare che utilizzare l’ammortizzatore
sociale impropriamente toglie risorse agli altri soggetti aventi
diritto in quanto il Fis-Covid non gode di un finanziamento
illimitato.Vista la ferma posizione dell’azienda a non modificare
il suo comportamento, i sindacati hanno chiesto un parere
allaDirezione Centrale degli Ammortizzatori Sociali dell’Inps che
nella circolare 1822 del data 30 aprile chiarisce in maniera netta ed
inequivocabile la scorrettezza del comportamento di
Comdata. Nell’incontro
fra segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom di venerdì
scorso, l’azienda ha quindi finalmente dichiarato di voler recepire
la circolare dell’Inps e che nel prossimo cedolino “ andrà
a sanare le situazioni di malattie iniziate prima del 9 marzo“.
L’azienda dovrà sanare anche il passaggio da malattia a Fis di
lavoratori in servizio al momento della malattia. Infatti Comdata ha
messo in Fis anche lavoratori in malattia in giornate in cui da
calendario turni dovevano essere in servizio. Non si può usare il
Fis a piacimento aziendale per risparmiare sulle spalle dei
lavoratori.
Fis
e Smart Working
Che
la maggior parte del lavoro da casa non sia “ Lavoro
Agile”,
lo abbiamo già denunciato nell’articolo “ Tu
chiamalo se vuoi Smart Working”,
ma Comdata è andata oltre. Ha pensato di diventare lei “smart”,
decidendo di caricare automaticamente come Fis ogni fermata di lavoro
degli operatori dovuta a questioni tecniche indipendenti dai
lavoratori, come problemi di rete o il blocco di un applicativo
aziendale. Un fatto assolutamente inaccettabile, un uso
creativo del Fis che
è subito stato denunciato dalle organizzazioni sindacali.
“ Denunciamo
l’uso del FIS da parte di Comdata come strumento di flessibilità
oraria atto a scaricare sui Lavoratori qualunque forma di rischio
d’impresa o di disservizio tecnico. Rigettiamo categoricamente la
decisione di utilizzare il FIS con preavviso di pochi minuti in base
ai volumi delle singole mezz’ore nonché di applicarlo per i
disservizi tecnici di qualunque natura chiedendo per di più ai
Lavoratori di rimanere disponibili a riprendere prontamente
l’attività lavorativa in qualsiasi momento.”,
scrivono i delegati Slc-Cgil
di Ivrea in
un comunicato del 5 maggio scorso. Intendiamoci, Comdata
non è l’unica azienda ad usare il Fis come strumento di
organizzazione del lavoro (sic),
ma la sensazione è che Comdata sia fra le più disinvolte e attive,
fra le piùsmart.
“ Anche
in questa situazione di emergenza, che riguarda il mondo intero, è
deludente constatare quanto Comdata stia cercando di scaricare quanto
possibile sulle nostre teste e tasche! Fin da subito è stato chiaro
l’intento di gestione unilaterale e non condivisa di uno strumento,
il Fis Covid, che doveva servire esclusivamente a gestire le
casistiche previste dalla Legge. Comdata non ha voluto sottoscrivere
alcun accordo sul FIS nell’illusione, probabilmente, che questo le
consentisse di operare indisturbata in modo unilaterale.”, continua
la denuncia dei delegati Slc di Ivrea
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