e la rischiano gli stessi turisti. E come se non contassero turni stressanti, mezzi obsoleti, caldo cocente, come sempre sul banco degli imputati si mettono i lavoratori. In questo caso la "causa" sarebbe il malore dell'autista. Appunto perché si sarebbe sentito male il lavoratore. Si sarà sentito male per le condizioni di lavoro a cui sono costretti.
di Fulvio Bufi inviato a Capri (Napoli)
«Andava a 20 all’ora». L’ipotesi di un malore del conducente. Un uomo in gravi condizioni.
Coricato sul fianco destro in uno stretto passaggio tra il muraglione e le cabine di legno del bagno Le Ondine, il bus bianco e arancione dell’Atc sembra gigantesco. Eppure i primi testimoni che si affacciano al muretto del lido («dopo aver sentito un rumore come di un crollo», raccontano) fanno fatica a vederlo, avvolto com’è da una nuvola di polvere. Sono le pietre e il terriccio che ha trascinato con sé mentre precipitava per cinque o sei metri dopo aver sfondato la ringhiera arrugginita lungo la strada che da Marina Grande sale verso il centro di Capri.
Il mezzo era pieno Era pieno, il bus. Che in realtà non è affatto gigantesco ma anzi abbastanza piccolo, perché Capri è fatta di strade strette e un bus di dimensioni normali non potrebbe andare da nessuna parte. Ma questo era pieno non soltanto perché ha appena quattordici posti a sedere: anche perché i turisti che dal porto volevano salire verso la Piazzetta hanno trovato chiusi i cancelli della funicolare, ferma per un guasto, e si sono riversati tutti al capolinea degli autobus. Alle 11,30 l’autista Emanuele Melillo è partito per l’ultima corsa della sua vita con il mezzo già carico, e altri passeggeri li ha raccolti alle prime fermate. Ce n’erano ventitré quando, all’altezza del lido con l’insegna a strisce bianche e celesti, è successo qualcosa. Qualcosa di inaspettato e incredibile: il bus ha smesso di andare dritto. Ha tirato verso destra, ancora non è chiaro se perché senza controllo o per una inspiegabile manovra del conducente. Poi senza frenare né rallentare è salito sul marciapiede, ha sradicato la ringhiera e è volato giù.
«Muoveva la testa in maniera strana» Chi dice di aver visto, giura che viaggiasse a non più di venti all’ora, che poi è la velocità abituale lungo quel tratto. Un turista inglese che era a bordo racconta di aver visto l’autista «muovere la testa in maniera strana poco prima dell’incidente», ma non sa il perché. Il bus è precipitato toccando terra con la parte anteriore, e l’impatto ha ucciso Melillo, sempre che non gli fosse già accaduto qualcosa prima, perché quella perdita di controllo del mezzo è spiegabile soltanto con un malore improvviso e ingestibile.
Il rischio di una tragedia peggiore Gli altri passeggeri possono dire di essere stati fortunati: sono tutti feriti, uno anche in maniera grave, ma quel volo poteva costare la vita a più d’uno. E quello di ieri è stato il giorno fortunato anche per chi era sul solarium del lido o stava a ridosso delle cabine: una traiettoria diversa nella caduta e il bus avrebbe travolto tutto e tutti. E se invece che in quel momento fosse precipitato dieci minuti dopo, avrebbe potuto travolgere una colonia di bambini che vanno ogni giorno alla spiaggia libera e per raggiungerla utilizzano proprio quel passaggio.
Gli elicotteri di soccorso
A bordo c’erano turisti francesi, libanesi, romani, c’erano persone dell’isola e c’erano anche due bambini. Trasportarli tutti in ospedale non si è rivelato semplice, ma l’attivazione dei soccorsi è stata immediata. Da Napoli è partita in elicottero una squadra di medici per dare supporto ai colleghi del Capilupi, ma in breve si è capito che l’unica struttura sanitaria dell’isola non avrebbe potuto far fronte a una emergenza di quelle dimensioni. Così gli elicotteri si sono rialzati in volo per accompagnare i feriti a Napoli. I due bambini sono stati portati al Santobono, il centro pediatrico: uno ha diverse contusioni ma niente di più, l’altro ha fratture e traumi sparsi, però non è ritenuto in condizioni gravi o comunque preoccupanti. Altri tredici passeggeri del bus sono stati trasportati all’Ospedale del Mare, mentre in otto, dopo essere stati medicati, hanno rifiutato il ricovero. Alle quattro del pomeriggio è stato trasferito l’ultimo ferito, e mentre Capri aveva già ripreso la sua abituale vita estiva, intorno al bus sono rimasti a lavorare i tecnici della polizia scientifica
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