Se accostassimo
il decreto governativo che tra il cashback e la proroga delle cartelle esattoriali degna due misere righe alla fine del blocco dei licenziamenti, per invocare, con le parole di Cgil Cisl Uil la clemenza dei padroni all’uso ancora per tre mesi della cassa integrazione resa gratuita per rendere diluito nel tempo l’impatto sociale delle espulsioni, ma estremamente concreti e contingenti gli effetti di questa grande manovra di ristrutturazione;
i dati recenti sulla significativa ripresa delle assunzioni nella ‘ripresa dell’economia;
il trasferimento diretto da parte del governo di fondi pubblici in gran parte frutto della fatica dei lavoratori, alle casse dei padroni, come lo è quello denominato ‘alimentari, fabbriche e innovazioni, 286 milioni per la ripresa, il ministro Giorgetti valorizzazione del made in Italy tradizionale e hi tech, (Corriere 28.6.21)’;
come in una operazione matematica di base, potremmo trovare un comune denominatore che è la precarietà.
Il 30 di giugno diventa, da data simbolo per lo sblocco dei licenziamenti, a conferma che i padroni hanno avuto il via libera a sostituire i lavoratori con maggiori tutele con i somministrati, attraverso la libera gestione della cassa covid, compresi gli accordi già fatti per le dimissioni incentivate, gestiti con i confederali anche durante il blocco dei licenziamenti, molti con Fiom Fim Uilm nelle fabbriche metalmeccaniche, molti a condizioni che rasentano la truffa con il grosso dell’incentivo pescato dalla Naspi/Inps e non dalle casse delle aziende, troppi simili ad uno svecchiamento della fabbrica per cacciare i lavoratori consumati nei cicli di produzione.
La ripresa ben ci spiegano le statistiche, con le prime 200.000 assunzioni di questi mesi, parla solo di posti precari, al centro in maggioranza i lavoratori somministrati, quelli delle agenzie, che in tante importanti fabbriche hanno già aperto uffici dentro le aziende. Analizzando meglio i dati, il quadro si fa ancora più chiaro, tante entrate molte uscite, quindi per contratti di lavoro di piccola durata. Una condizione favorevole ai padroni per avere forza lavoro sottomessa e ricattabile, una forma di assunzione minacciosa verso le rivendicazioni e la coscienza di classe.
I 286 milioni di investimento che il governo tramite il Mise annuncia di aver liquidato in questi giorni per sei programmi di sviluppo e tre accordi di programmi, ad aziende che ‘innoveranno i processi produttivi in linea con l’industria 4.0’, con la benedizione di Giorgetti che plaude a questo intervento affermando ‘con il Pnnr potremo fare molto di più...’ , altro non sono che finanziamenti senza piani di assunzione. Soldi pubblici per coprire le spese dell’impresa, senza nemmeno una garanzia sulla qualità dei posti di lavoro, in questo settore alimentare, dove grande è l'incidenza della somministrazione e degli appalti.
Sono tre esempi tratti dalla cronaca di questi giorni che non ci devono solo ricordare quale il segno della politica di padroni e governi, per intrappolarci nella grande rete della precarietà a vita e nella vita.
Interventi che hanno fatto della demolizione sistematica delle conquiste del movimento operaio, gran parte frutto dell’autunno caldo e anni 70, il loro obiettivo;
che al di fuori di ogni tentazione di vittimismo, è un piano di accerchiamento ai lavoratori, in buona parte già consumato, dove ‘tutti’, padroni e servi dei padroni, condividono e hanno il loro ruolo nel portare questo attacco ai proletari;
che per invertire il segno di quanto in generale lavoratori e masse popolari stanno subendo, è necessario che facciamo leva sulle nostre forze, ricostruendo l’organizzazione di classe, unendo le lotte, contagiando gli sfruttati le masse povere con gli esempi più avanzati di resistenza, di lotta di classe e degli scioperi combattivi, che gruppi e settori di lavoratori con coraggio stanno conducendo, arrivando a mettere in crisi i piani dei padroni fino ad una crescente repressione che la borghesia scatena a monito per la ribellione dell’intera classe.
Ma la repressione non ferma le lotte, le alimenta, di una energie speciale che può rafforzare obiettivi e prospettive dell’Assemblea dei Lavoratori Combattivi dell’11 luglio a Bologna nel percorso del Patto d’Azione Anticapitalista per il Fronte Unico di Classe.
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