giovedì 15 settembre 2022

LE CONDIZIONI D VITA E DI LAVORO DEI PROLETARI NON ENTRANO NELLA LORO PROPAGANDA ELETTORALE

 DAI MURI ALLE FABBRICHE PER L’ASSEMBLEA PROLETARIA ANTICAPITALISTA

 Dall’aumento spaventoso dei prezzi, con una consistente perdita del potere d’acquisto dei salari per i lavoratori, per tutti i proletari, che si fonde con il dato negativo dei bassi salari nel paese, diminuiti del 3% negli ultimi trent’anni, salari che in percentuale sempre in Italia incidono al 18% per le aziende, almeno 5/8 punti in percentuale sotto la media europea, regalando un margine di profitto ancora maggiore ai padroni.

Dai recenti dati Istat che fotografano la situazione che ‘si percepisce in fabbrica’, con l’occupazione in calo, in particolare male per le donne e giovani, e la tenuta/crescita dei contratti a tempo determinato oltre i tre milioni, il dato più alto dall’inizio delle rilevazioni Istat del 1997.

Alle condizioni di lavoro e contrattuali in continuo peggioramento nelle fabbriche, e a cascata negli altri posti, tanto che, persino i confederali che hanno fatto della conciliazione la loro linea politico sindacale, dove conciliazione significa sottomettere gli interessi dei lavoratori a quelli aziendali, sono obbligati dai

lavoratori al punto da scioperare in un intero gruppo di punti vendita Eurospin, contro i carichi di lavoro terribili, gli abusi sugli orari, la mancanza di sicurezza…come dire contro la normalità che fin'ora hanno gestito con accordi o guardando dall'altra parte.

Tutti fattori comuni e decisivi per le condizioni di vita e di morte nei luoghi di lavoro, dove si consuma, a senso unico, una guerra quotidiana per il profitto.

I lavoratori muoiono per calcolo economico dei padroni. Mancati investimenti sulla sicurezza, formazione, cicli di produzione sempre più veloci e ad organici ridotti, mancanza o inefficienza generalizzata di controlli, che i governi hanno depotenziato e non ci possono certo essere aspettative sul prossimo, visto gli schieramenti in campo impegnati a convincere Confindustria di essere ‘affidabili’.

14 settembre esplosione in una fabbrica metalmeccanica, Somet di Ambivere (Bg), durante il processo di fusione dell’alluminio. Tremano i vetri delle case, saltati tetto e finestre in fabbrica, bruciato solo un muletto. Tutto bene dunque?

2 settembre Pontevico (Bs) Eural Gnutti, improvvisamente una lastra da 50 quintali si stacca dalle catene e schiaccia l’operaio

18 agosto, Borgo San Giacomo (Bs), Tomasoni, un operaio precario è stato schiacciato allo stesso modo da un’altra lastra

29 agosto Ema prefabbricati a Buscate (Va), operaio assunto tramite cooperativa, travolto da una lastra caduta durante lo spostamento. La cronaca ci rassicura dicendo che è stato colpito alle gambe ma che non è in pericolo di vita.

14 settembre ad Ancona un lavoratore dipendente di Fincantieri in queste ore sta lottando per la vita in conseguenza di un gravissimo incidente sul lavoro determinato dallo schiacciamento sotto una lastra d’acciaio.

2 settembre schiacciato da un camion manutentore dipendente Italtrans di Calcio, mentre lavorava in un tombino sul piazzale/parcheggio dei mezzi alla LodoTrruck di Filago (Bg)

31 agosto Malgesso (Va) alla Tecnofilo, un operaio schiacciato in una macchina durante le operazioni di manutenzione e pulizia.

Le lastre che si staccano non sono fatalità, le macchine in manutenzione non si mettono in moto da sole… a lavori in corso il traffico va limitato.

Questi sono omicidi. Verità e giustizia, sicurezza, possono avanzare solo con nuovi rapporti di forza nelle fabbriche, con gli operai organizzati in autonomia e contro i sindacati confederali sempre pronti ad ogni incidente, a invocare i padroni perchè rispettino le regole, ad appellarsi alle istituzioni, ad invocare la stesura di nuovi protocolli. In altre parole a lasciare tutto come prima, garanti della produzione e del profitto.

Serve una rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro.

Di questo parliamo all’Assemblea Proletaria Anticapitalista a Roma sabato

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