La nostra vicinanza e solidarietà alle popolazioni della Toscana su cui si è abbattuto l'alluvione, un estremo evento climatico che ormai sta diventando sinonimo di strage per le responsabilità politiche di questa classe dominante - sono 7 i morti e 2 i dispersi- con il conseguente carico di distruzione di città, paesi, case, strade. Sono 1200 gli sfollati in un’area che va da Firenze/Campi Bisenzio, a Pisa, Prato, Pistoia. Chi è stato colpito ha perso tutto, case, macchine, anni di sacrifici buttati via…
Anche altre regioni come il Friuli, la Liguria, hanno avuto danni ma in Toscana le conseguenze sono state più pesanti, qui ci sono state delle vittime.
Sta accadendo sempre più di frequente eppure per i media, per gli amministratori, per il governo, sembra sempre la prima volta.
Il disastro di maggio dell’Emilia Romagna non ha spinto le istituzioni e il governo a impegnarsi nella difesa dei territori e delle popolazioni – abbiamo visto in questi giorni di maltempo che i fiumi della Romagna si stavano di nuovo gonfiando in maniera preoccupante - ma è un’illusione pensare che da questo Stato e dal governo ci possa essere qualsiasi tipo di soluzione a fare fronte agli eventi climatici che si trasformano, ormai sempre più frequentemente, in disastri idrogeologici, in enormi tragedie per le persone. Anzi, il cambiamento climatico diventa un alibi per salvarsi dalle proprie responsabilità!
Certo, è anche crisi climatica, come denunciano i movimenti ambientalisti, come esito inevitabile di questo sistema capitalistico che per il profitto distrugge uomini e ambiente; ma queste denunce trovano un potere politico sordo, e lo è proprio perché è espressione di questo sistema capitalista, che spesso alle denunce , alle proteste, lotte risponde solo con la repressione.
Non si abbatte invece la repressione sulle Istituzioni locali che l’unica cosa che sanno dire alle proprie
popolazioni in eventi come questi è “salite ai piani alti”, mentre non predispongono neanche piani di evacuazione; che ringraziano i volontari per gli aiuti mentre lo Stato è assente.
Interventi, bonifiche, manutenzione dei fiumi, casse di espansione, piani per mettere in sicurezza i territori e le persone “non sono nell’agenda”, come si dice, delle istituzioni, partendo dai sindaci e finendo al governo.
Si sono mossi immediatamente invece le Brigate di solidarietà Attiva (Bsa), il Collettivo di Fabbrica Gkn, assieme ai lavoratori di 'Mondoconvenienza' in sciopero, che hanno creato, assieme ad altre realtà di movimento, di centri sociali, di associazioni, una rete per portare aiuti.
Gli aiuti sono necessari per sostituire l’assenza dello Stato. Ma, proprio dall’esperienza fatta delle Brigate e dalle organizzazioni di solidarietà nelle zone alluvionate della Romagna, emerge la necessità di portare, assieme agli aiuti, un lavoro per organizzare assieme alle popolazioni colpite forme di contropotere popolare, comitati popolari di autodifesa, perché con il protagonismo popolare, con l’autorganizzazione le masse popolari possano effettivamente contare, far pesare la propria voce, e non delegare alle istituzioni.
L’esperienza dell’alluvione in Romagna deve far ricordare che le popolazioni colpite sono state solo una passerella mediatica per il governo Meloni, perché le misure reali prese sono nettamente insufficienti e comunque provenienti da fondi destinati al lavoro, oppure dalla lotteria...! Dei circa 9 miliardi allora annunciati, il decreto 'Alluvione' ne ha stanziato la metà, 4,5 miliardi.
La realtà è che questo governo che per la guerra trova i finanziamenti molto rapidamente ha, invece, cancellato, “definanziato” - come afferma nel linguaggio tecnico della burocrazia - quasi 16 miliardi di euro dei progetti del Pnrr in totale, di cui una parte, 2,5 miliardi di euro, dovevano servire proprio a fronteggiare il dissesto idrogeologico, assieme a miliardi che dovevano servire per interventi per le periferie delle città, per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Che poi sarebbero giunti a destinazione, questo è un altro discorso... Anche perché è sempre lo stesso governo che vuole cancellare il reato di "abuso d’ufficio" per mettere a riparo, difendere il malgoverno delle amministrazioni, la corruzione, che è all’origine delle scelte che portano alla distruzione dei territori per finanziare invece padroni, palazzinari, centri commerciali e garantirgli i profitti.
Dicono gli operai del Collettivo di fabbrica GKN: “200 millimetri di pioggia in due ore, il Bisenzio che sale di sette metri, case allagate, macchine distrutte. Cementificazione, consumo del territorio, tagli ai servizi e infine cambiamento climatico. Quanto accaduto ci ricorda l’urgenza di cambiare, di ottenere qui e ora giustizia climatica. Ma in questa lotta, dobbiamo essere tutte e tutti”.
Questa denuncia, la necessità di cambiare, è solo nelle nostre mani, mani che hanno bisogno di diventare forza e furia per rovesciare questo governo, per cacciare gli amministratori che permettono tutto questo, e mettere in campo forme di autorganizzazione popolare, per gettare le basi di un contropotere popolare reale.
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