Quella che pubblichiamo di seguito è la registrazione dell’incontro presso la task force regionale a Bari tenutasi per la vertenza Tessitura Albini Mottola - fabbrica chiusa per delocalizzazione dalla proprietà. Alla riunione erano presenti in qualità di presidente Sepac il dott Caroli e un suo collaboratore, Tessitura in liquidazione rappresentata dal dott Tamburini, la nuova società che vuole rilevarla, il gruppo Ekasa-De Carlo, già presente a Mottola rappresentata dal dott. Carriero e l’avvocato Lore’, la società di scouting per Albini con la dott.ssa Brockaus, le org sindacali cgil-cisl-uil-ugl con le segr. reg. e Rsu aziendali, il sindaco di Mottola dott. Barulli - presente in remoto per ingiusta e illegittima discriminazione il coord provinciale Slai Cobas e gli Rsa Slai Cobas e sempre in remoto Confindustria Taranto dott. Meschiari.
Questa volta vista la gravità della situazione a circa un mese dalla scadenza della cassa integrazione e il licenziamento di tutti gli attuali 90 lavoratori con il loro passaggio in Naspi, a Bari sotto la presidenza della Regione vi era un folto presidio di lavoratori e lavoratrici - queste ultime numerose e combattive dimostrando quanto ci tengono al lavoro, contro la logica di mandarle a casa - con cartelli e striscioni che chiedevano con forza assunzione per tutti o proroga di un’altro anno di cassaintegrazione fino all’assunzione di tutti.
In vista di questo incontro vi era stato ai cancelli della fabbrica un presidio continuato per impedire l’ingresso dei responsabili di Albini allo scopo di smantellare gli impianti per poi portarli via e sgomberare il capannone aziendale.
Per comprendere il carattere combattivo della presenza dei lavoratori già prima dell’incontro all’arrivo del dott Tamburrini vi e’ stata una contestazione e un duro confronto con i lavoratori. L’incontro è poi cominciato e qui lo Slai Cobas tra i promotori del presidio ha messo a disposizione il collegamento in remoto a tutti i lavoratori presenti che così hanno potuto seguire in diretta tutti gli interventi, sottolineandoli da sotto la finestra della Regione ora con fischi ora con applausi.
L’incontro come si può ascoltare dalla registrazione si è presentato subito come negativo e ‘ drammatico; lo stesso Caroli che nel precedente incontro aveva presentato ipotesi di proposte che garantissero l'assunzione di tutti i lavoratori ed eventuale proroga della cassa integrazione, questa volta ha tolto ogni speranza ai lavoratori affermando la certezza nessun ammortizzatore sociale e quindi di licenziamento e Naspi; il gruppo Ekasa ha perfino peggiorato proposta e piano presentato affermando che dopo l’acquisizione del capannone, per l’accordo di acquisto con Albini, ci sarà un anno per riempirlo degli impianti necessari alla produzione con assunzione di un piccolo gruppo di lavoratori 10/15 a tempo determinato preso dalla Naspi, e poi si procederà nell’anno successivo attingendo ‘anche’ dal bacino di Tessitura. Questo ha provocato la immediata reazione negativa di tutte le rappresentanze sindacali che sostanzialmente sia pure con toni diversi non accettano questa decisione e hanno chiesto maggiori garanzie di assunzioni di tutti e non a tempo determinato. La proprietà Ekasa, però, non si è sostanzialmente spostata dalle sue posizioni e nell’incontro ci sono stati momenti di tensione - dove le parti industriali hanno chiesto con toni inaccettabili la fine del presidio - spalleggiati da Confindustria
Ma la cosa davvero grave e’ avvenuta quando al Tavolo è arrivata la notizia che tutti i lavoratori presenti al presidio stavano seguendo in diretta la riunione grazie al collegamento Slai cobas e questo per le parti al Tavolo era una cosa inaccettabile, l’incontro doveva rimanere riservato alle parti al Tavolo e quindi i lavoratori non avevano il diritto di seguirlo quando è il loro destino e futuro, compreso quello delle loro famiglie, che è in gioco - si vuole decidere senza di loro e sulla loro testa? Forte è stata a quel punto l’indignazione dei lavoratori e certamente i rappresentanti dello Slai Cobas non potevano accettare la chiusura dell’ascolto ai lavoratori. Ma qui con una azione autoritaria, provocatoria e di ulteriore discriminazione antisindacale verso lo Slai Cobas, lor signori sono arrivati a togliere il collegamento da remoto allo Slai Cobas - cosa che certamente denunciamo e non finisce qui.
Tagliati fuori i lavoratori e lo Slai Cobas, l’incontro si è frettolosamente chiuso con la promessa di un verbale proposto da Caroli che migliorasse la proposta aziendale - fermo restando la fine della cassa integrazione il 23 dicembre, il licenziamento e passaggio in Naspi a fine dicembre per tutti.
Nell'incontro informale dei lavoratori e lavoratrici susseguito alla discesa dalla Regione dei rappresentanti sindacali confederali, è stata affidata a questo verbale nei prossimi giorni la chiusura della vertenza...
Intanto il presidio continua e nessuna parte aziendale deve entrare - poi bisognerà avere e leggere questo verbale e l’assemblea dei lavoratori potrà esprimersi.
Lo Slai Cobas esprime tutta la sua opposizione alle proposte aziendali di licenziamenti-naspi - assunzioni negli anni a tempo determinato, continuando a difendere con il presidio lavoro, salario e diritto a un futuro, nessun accordo senza il consenso dell’assemblea di tutti i lavoratori.
Rsa Slai Cobas / Slai Cobas prov.
TA 15 novembre 23
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