da corriere di Taranto
Il Governo ha convocato i sindacati metalmeccanici per lunedì 25 marzo alle ore 19 a Palazzo Chigi. L’incontro, annunciato da fonti sindacali, si svolgerà presso la Sala Verde di Palazzo Chigi e servirà per fare un nuovo punto sulla situazione dell’ex Ilva, dopo la procedura di amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia e delle sue associate.
Le organizzazioni sindacali attendono di ricevere chiarimenti in merito alle risorse che il governo intenderà destinare al rilancio produttivo del siderurgico, a cui certamente non basteranno i 320 milioni di euro destinati con l’ultimo decreto approvato in ordine di tempo, che dovranno comunque ottenere il via libera da parte della Commissione Europea, in quanto si tratterà di un prestito ponte da elargire in una o più trance entro dicembre 2024. Né certamente l’eventuale implementazione di altri 150 milioni di euro, che dovrebbero arrivare dall’amministrazione straordinaria di Ilva in AS, che “al fine di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori trasferisce fino a 150 milioni ai commissari di Acciaierie Italia” come prevede l’articolo 39, su misure urgenti per l’ex Ilva, della bozza del decreto Pnrr post Consiglio dei Ministri dello scorso febbraio e che non è certo sarà poi approvato. Per far ripartire l’azienda serviranno molte più risorse, pari a non meno di un miliardo di euro, tra l’acquisto delle materie prime, la manutenzione ordinarie e straordinaria degli impianti, il pagamento delle bollette scadute del gas ad Eni e Snam tramite i pianai di rientro sottoscritti con le due società, senza dimenticare quella corretta gestione della cassa integrazione (che si attesta intorno al 30%) che i sindacati chiedono da tempo e che al momento non è cambiata dopo l’estromissione del socio privato ArcelorMittal. Oltre a porre sul tavolo la questione inerente il bando di gara internazionale con cui si cercheranno nuovi gestori del siderurgico, che difficilmente vedrà la luce prima della fine dell’anno (vista la complessità di una procedura del genere e l’esperienza recente con ArcelorMittal) nonostante le intenzioni del ministro delle Imprese Adolfo Urso che vorrebbe anticipare i tempi all’estate.
Così come saranno chiesti chiarimenti all’esecutivo in merito alla deliberazione di due linee di factoring, destinate a sostenere la liquidità e la continuità di Acciaierie d’Italia in As (Adi) e della filiera di fornitori, da parte di SACE. In particolare, la prima linea spiega il comunicato, riguarda la cessione dei crediti che Adi vanta nei confronti dei propri clienti (c.d. ciclo attivo) per un importo complessivo di 100 milioni di euro. “Sace anticiperà i pagamenti ad Adi, che potrà così disporre di risorse immediate per le esigenze più urgenti”. La seconda linea riguarda il sostegno alla filiera di fornitori di Acciaierie d’Italia (c.d. ciclo passivo), per un importo fino a 120 milioni di euro. Sace potrà acquistare i crediti che i fornitori vantano nei confronti di Acciaierie d’Italia, “per cercare di venire incontro alle esigenze di liquidità”. Anche perché bisognerà poi capire se effettivamente la strada scelta dall’esecutivo sia quella più utile per garantire le aziende dell’indotto o meno, visto che quest’ultime inizialmente erano poco propense a tale soluzione.
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