L'uomo, un 46enne indiano, si è sentito male a Tor San Lorenzo (Roma) ed è da settimane in terapia intensiva. A Torino un altro caso di un lavoratore straniero abbandonato davanti all'ospedale
di F. Q. | 10 Febbraio 2025
È ricoverato nel reparto di terapia intensiva coronarica dell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina da alcune settimane. I medici hanno dovuto amputargli una gamba. Ha 46 anni, è indiano e lavora come bracciante. Secondo alcune ricostruzioni circolate ieri, l’uomo sarebbe stato esposto a un contatto prolungato con prodotti chimici, forse senza che fossero adottate misure di sicurezza adeguate, e il suo sistema immunitario avrebbe reagito all’esposizione. Ora sul caso indaga la polizia di Stato su disposizione della Procura del capoluogo.
Caporalato. Chi sono i nuovi schiavi: altri casi da Latina a Torino
Marco Birolini lunedì 10 febbraio 2025
Nuovo caso nell'Agro pontino dopo la morte di Satnam Singh: bracciante senza protezioni esposto ai pesticidi perde le gambe. Piemonte, operaio edile peruviano ferito abbandonato davanti all'ospedale
C’è una nuova vittima dello sfruttamento nelle campagne di Latina. Un bracciante agricolo indiano di 46 anni ha perso entrambe le gambe dopo un'intossicazione dovuta all'esposizione prolungata a pesticidi, forse durata addirittura tre giorni. Resta ricoverato da giorni in condizioni molto critiche all'ospedale "Goretti". La procura ha aperto un'inchiesta.
Probabilmente per il lavoratore non sono state adottate le misure di sicurezza prescritte dalla legge. Il quarantaseienne è arrivato nel nosocomio pontino per una grave cardiopatia, ma durante gli accertamenti è emerso che gli arti inferiori, un braccio, il naso e la milza erano interessati da una vasculite autoimmune, provocata probabilmente dalla reazione del sistema immunitario all'esposizione a pesticidi o diserbanti. Sulla vicenda indaga adesso la polizia, che sta cercando di risalire all'azienda agricola per cui ha lavorato lo straniero, che non parla italiano. Informati anche i servizi sociali per rintracciare la famiglia di origine. "È una cosa incredibile: una brutta, bruttissima storia - commenta Gurmukh Singh, presidente della comunità indiana del Lazio -. Non lo conosco personalmente, ma dico sempre ai ragazzi che devono stare attenti. Se perdi il lavoro lo puoi ritrovare dopo uno o sei mesi, ma la vita è una sola".
Il nuovo dramma ha riportato alla mente quello di Satnam Singh,
il bracciante indiano 31enne che nel giugno scorso era stato lasciato
agonizzante davanti alla sua casa senza un braccio, dopo un incidente
sul lavoro nei campi. Singh era deceduto in ospedale: la sua morte
aveva riacceso l’attenzione sulla piaga del caporalato nell’agro
pontino. Sette mesi dopo, però, il problema rimane in tutta la sua
gravità. La Cgil di Roma e Lazio e di Frosinone e Latina lanciano un
nuovo, ennesimo allarme, sottolineando la necessità di
intensificare il confronto sul tavolo della Prefettura di Latina e
dare piena attuazione a quanto stabilito nel recente protocollo
contro lo sfruttamento lavorativo tra Procura, enti ispettivi, forze
dell'ordine e azienda sanitaria locale, rafforzandone i contenuti ed
estendendone l'efficacia a tutti i settori.
«Chiediamo
nuovamente alla Regione Lazio di riconvocare con urgenza tutte le
parti per tornare a mettere pressione e riaccendere i riflettori sul
territorio di Latina e su tutto il Lazio, regione che ha visto un
aumento impressionante di morti sul lavoro e malattie professionali
nel corso del 2024. Segno evidente che le misure adottate finora
dall'amministrazione regionale non sono ancora sufficienti a
invertire la rotta» afferma il sindacato. Sulla stessa linea anche
la Flai Cgil.
Nel Pd Arturo Scotto, capogruppo del partito in
commissione Lavoro alla Camera, parla di lavoratori trattati «come
carne da macello» e annuncia la presentazione di una interrogazione
parlamentare.
Episodio drammatico e tutto da chiarire anche a Rivoli. La
procura di Torino ha infatti aperto un’inchiesta sul caso di un
operaio edile peruviano di 22 anni, che qualche giorno fa è stato
lasciato gravemente ferito davanti all’ospedale di Rivoli. In
un primo tempo si era pensato che fosse stato malmenato in una rissa,
le indagini hanno poi accertato che si era trattato di un infortunio
sul lavoro in un cantiere di Collegno. Indagato un imprenditore
romeno, responsabile di una ditta di demolizioni:è accusato di
lesioni colpose gravissime. La vittima era al suo secondo giorno
di lavoro e ancora non aveva consegnato i documenti necessari per la
messa in regola. A portarlo in ospedale sarebbe stato lo stesso
romeno.
«Questo caso - commenta Sarah Pantò, segretaria della
Cgil Torino - rende evidente come il crescente fenomeno del lavoro
nero, oltre a negare i diritti fondamentali dei lavoratori, espone
questi ultimi a rischi gravi, sia in termini di sicurezza sul lavoro
che di assistenza sanitaria in caso di infortunio. Condanniamo
fermamente questo atto di negligenza e totale mancanza di umanità
nei confronti di un lavoratore che, oltre a subire un infortunio, è
stato trattato con totale disprezzo, con un’assoluta mancanza di
umanità, dignità e rispetto dei diritti fondamentali»..
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