Corteo a Prato e lotte nel distretto tessile
Dopo le esplosioni e i pacchi incendiari nei magazzini della logistica tessile di sabato scorso, Prato è scesa in piazza per ribadire che nessun lavoratore deve più rischiare la propria vita per guerre e faide che non gli appartengono.
Dalle parole del sindacato Suddcobas: “Per troppi anni la violenza mafiosa si è potuta consumare nell’invisibilità. Ed era soprattutto l’invisibilità di chi si trovava a subirla.
La novità oggi non è la violenza mafiosa, come non lo era sei anni fa il supersfruttamento nel distretto. La novità è che i senza voce oggi hanno voce. Perché insieme abbiamo imparato a fare coro. E lo abbiamo imparato nello stesso momento in cui abbiamo imparato a stringere i nostri corpi davanti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini di questo distretto.
La lotta per il lavoro degno e sicuro è lotta antimafia. La lotta antimafia è lotta per il lavoro degno e sicuro, oppure non è.”
MAGLIFICIO CXL DI PRATO – MULTATO IL PRESIDIO OPERAIO
Caro
Operai Contro, sabato 22 febbraio hanno manifestato per le strade del
distretto, dimostrando di non farsi intimidire dalle multe del
Comune, né dalle provocazioni che, seppur non direttamente su di
loro, aumentano la pressione sulla loro lotta. Trattandosi di 3
pacchi incendiari fatti esplodere in 3 aziende vicine: Acca di Seano,
Elt Express di Campi Bisenzio e Logistica Shun Da di Prato.
In
sciopero per la loro vertenza, al presidio operaio del maglificio CXL
di Prato, è arrivata la multa dal Comune amministrato dal
centrosinistra. Un provvedimento che sembra inserirsi nel decreto
sicurezza che il governo Meloni vuole approvare in questi giorni.
La
multa per il presidio – dice la sindaca del Pd Ilaria Bugetti – è
conseguente alla richiesta della Questura, i picchetti devono essere
regolarmente autorizzati. Tradotto: nel dibattito parlamentare il Pd
dice di opporsi al decreto sicurezza, ma una sua sindaca con la bella
scusa di applicazione burocratica dei permessi, colpisce un presidio
operaio.
Gli operai della CXL sono in lotta contro i salari da fame, la giornata lavorativa di 12 ore 7 giorni su 7 e contro l’esternalizzazione dei contratti. Rivendicano un contratto con la giornata lavorativa di 8 ore per 5 giorni la settimana. Come nello stesso distretto hanno già ottenuto e firmato almeno 3 aziende: la Zipper di Seano, la tessiture Sofia di Montemurlo e la stireria di Tang di Prato stesso.
Quanta solerzia in nome della legge, contro gli operai in lotta! Multati per aver occupato con la tensostruttura del presidio il suolo pubblico. Nella città famosa per il distretto del “pronto moda”, dove l’alto sfruttamento nelle aziende, nella logistica e le condizioni di vita sono tristemente additati come modello elevato a “sistema”.
Un “sistema” con circa 8 mila fra imprese e microimprese, non poteva crescere senza la complicità di lor signori, assenti nell’impedire che in nome dell’alta moda, in città nascesse un simile obbrobrio, un ghetto di tali proporzioni che nessuna misura tanto meno, multa, ha fermato.
Ed ora candidamente la sindaca Bugetti, dice che per fare il presidio ci vogliono 30 giorni di preavviso!
La stessa inflessibilità viene applicata anche nelle verifiche sulla sicurezza e salubrità nei reparti? Sulle condizioni di lavoro? Sulla regolarità della busta paga? Nelle imprese sono state rimosse le condizioni che videro morire in un rogo 7 operai (2 donne) nei capannoni della “Teresa Moda”di Prato?
I controlli dell’Ispettorato nelle fabbriche ci sono – dice intervistato dalla televisione “La7” un sindacalista del Sudd Cobas che segue la vertenza CXL – ma evidentemente le aziende sanzionate pagano le multe e continuano imperterrite, mettendo in conto di pagare la prossima multa, tanto è alto il margine di profitto.
Il distretto della moda di Prato insieme a quello di Firenze, a stragrande maggioranza forza lavoro immigrata, registrano 2 miliardi e 800 milioni di import e 11 miliardi e 500 milioni di export l’anno, con tutto lo sfruttamento operaio e il profitto che ci passa in mezzo.
Chissà se l’indefesso rigore di lor signori, ha prodotto risultati nell’individuare picchiatori e loro mandanti, che lo scorso ottobre hanno aggredito con spranghe il picchetto notturno degli operai

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