domenica 9 marzo 2014

4 marzo: contro il job act

Quello che Matteo Renzi va spacciando come nuovo piano per il lavoro
(dandogli anche un termine inglese, che fa tanto moderno...: "Job Act"), che
eliminerebbe il precariato, altro non è che la riedizione della proposta di
Ichino, fatta a suo tempo per accompagnare l'attacco all'art. 18.
Vale a dire: le ditte non pagherebbero i contributi nei primi tre anni, che
quindi sarebbero a carico dello Stato, e quindi di tutti i lavoratori, e i
neoassunti verrebbero esclusi dall'applicazione dell'articolo 18 per i primi
tre anni, durante i quali i padroni possono tranquillamente e in ogni
momento licenziarli senza rischio di ricorsi legali. Si sta discutendo sul
campo di applicazione. "se restringerlo al primo contratto della vita
lavorativa o agli under 35, oppure per qualsiasi assunzione senza limiti di
età e di numero di rapporti di lavoro dipendenti". Se passa quest'ultima
soluzione, tra vari contratti di durata massima tre anni e nessun limite di
età, i lavoratori sarebbero a vita sempre e in ogni momento licenziabili!!

Per questo Renzi nelle interviste sta dicendo che non vuole parlare
sull'art. 18, o di modifiche della riforma Fornero (che continua
pietosamente a chiedergli Maurizio Landini); infatti di cosa dovrebbe
parlare se con questo piano l'art.18 è bello che sparito, almeno per i primi
tre anni, poi...
La flessibilità "in entrata", come dice Renzi, è in realtà tutta in
"uscita";
"l'appetibilità" per i padroni per le assunzioni con questo contratto di
inserimento ci potrebbe essere proprio perchè garantisce la "flessibilità in
uscita", che non verrebbe certo scoraggiata a causa dell'"indennità
risarcitoria" che si vuole introdurre nella prima fase dato che già Renzi
sta pensando di renderla poco onerosa per le aziende.
La proposta del piano Renzi, con il suo effettivo mentore, Ichino, di un
contratto unico, per - si dice - eliminare i contratti a termine che si
susseguono, quelli interinali, ecc., in realtà è l'unificazione al livello
più basso (anche a livello di inquadramento contrattuale e quindi
retributivo), sarebbe l'unificazione di tutte le forme di precarietà in una
sola, senza più limiti e rischio di vertenze per i padroni.

Stessa unificazione al ribasso riguarderebbe la introduzione di una
retribuzione minima oraria garantita per tutti i lavoratori, e in
particolare per precari, immigrati, donne che rientrano dalla maternità...
Al di là che in questo modo si vuole rendere legale l'illegalità (già in
essere), vale a dire la non applicazione dei contratti a questa settori di
lavoratori, lavoratrici, questa proposta è davvero oscena anche dal punto di
vista della filosofia oggettivamente razzista, sessista che l'accompagna, e
che cristallizza, invece di rimuoverla, una condizione di inferiorità.

Altro aspetto del piano riguarda i contratti flessibili, per cui il progetto
prevede l'estensione delle tutele: dalla maternità alla malattia... Ma
questa, che non è affatto una proposta nuova, lascerebbe sempre intatta
tutta l'illegalità di rapporti di lavoro di fatto dipendenti, come e più di
quelli effettivi, spacciati, anche con Renzi, come rapporti parasubordinati.
Si pensa anche di far tornare i co.co.co (collaborazioni coordinate e
continuative) al posto dei contratti a progetto per rendere di fatto più
larghi, flessibili i tempi e i modi di utilizzo del lavoratore.

Infine, l'altra "vecchia novità" del sussidio di disoccupazione universale
al posto dell'attuale cassa integrazione, che dovrebbe essere uguale per
tutti, senza distinzione in base alle dimensioni dell'azienda, all'area
geografica, all'età anagrafica. Anche qui ci troviamo all'unificazione delle
condizioni di coloro che hanno perso il lavoro, ma al più basso livello. Gli
operai attualmente in cassintegrazione ci perderebbero due volte, per
l'entità e la durata del sussidio, ma soprattutto perchè verrebbe
immediatamente interrotto ogni rapporto con l'azienda, senza alcuna
possibilità, come ora, di rientro.
Inoltre questo sussidio di disoccupazione è condizionato all'obbligo di
frequentare un percorso di formazione - che se fosse legato ad una
riqualificazione per un effettivo sbocco occupazionale potrebbe anche essere
utile, ma in realtà, come alcune esperienze già mostrano, si tratta solo di
ore di tempo sprecate, inutili, senza prospettiva, usate di fatto in forme
ricattatorie.

QUINDI, RENZI PUO' ANCHE USARE FORMULE "NUOVE", MA SEMPRE DI VECCHIE
POLITICHE, A FAVORE DELLE AZIENDE E CONTRO I LAVORATORI, SI TRATTA!

slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionae
1 marzo 2014


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