domenica 9 marzo 2014

4 marzo: SCIOPERO PRECARIO DELL'11 APRILE: SCUOLA LIBERA DAL MERCATO, SCUOLA LIBERA DAL PRECARIATO!

Hanno finora risposto positivamente all'appello, indicendo lo sciopero, i
sindacati *USI-AIT, CUB* e *Slai-Cobas per il sindacato di classe*, ma i
Precari auspicano e, anzi, postulano la convergenza, sulla data dell'11
aprile, anche dei sindacati confederali, di quelli di base e delle
associazioni di categoria, per una mobilitazione generale di tutti i
lavoratori della scuola.

Documento allegato

*SCUOLA LIBERA DAL MERCATO, SCUOLA LIBERA DAL PRECARIATO!*
*(VERSO LO SCIOPERO PRECARIO DELL'11 APRILE)*

Non si contano, finora, i proclami governativi che hanno millantato di
voler restituire dignità e risorse alla Scuola Pubblica, depauperata dal
taglio di 8,5 miliardi di euro e 150.000 posti; le concrete politiche
scolastiche, tuttavia, appaiono chiaramente finalizzate alla riconversione
della Scuola in una fucina di manodopera acritica, addestrata a rispondere
ai bisogni di un Mercato volubile, fattosi, con la crisi, più aggressivo
nelle sue pretese di "selezione" e controllo sociale.
I Precari della Scuola Pubblica, che da anni, a prezzo di immensi
sacrifici, garantiscono la tenuta strutturale del sistema scolastico e
quella culturale delle nuove generazioni, riuniti in assemblea nazionale a
Roma, lo scorso 19 gennaio, dopo aver operato una ricognizione delle
criticità vecchie e nuove, soffermandosi, in particolare, sull'avvio
illegale (mancando il vincolante e obbligatorio parere del CNPI), a Milano
e a Napoli, di sperimentazioni "pilotate" di cicli di studio superiore
della durata di soli 4 anni, preludio a ulteriori tagli, hanno convenuto
che Scuola e Ricerca, lungi dall'essere al centro del dibattito politico,
vengono prosciugate delle ultime risorse e surrettiziamente assimilate,
nelle loro dinamiche, al modello produttivo dell'azienda, con grave
pregiudizio per la libertà d'insegnamento, per il livello di preparazione
degli studenti e per il confronto democratico.
I ministri che si sono finora succeduti si sono fatti garanti di questo
scellerato progetto di liquidazione dell'istruzione e di azzeramento della
mobilità sociale, mascherandolo con uno specioso ricorso alla
"meritocrazia". I docenti e gli ATA precari, dunque, privati del sacrosanto
diritto ad una stabilizzazione che perfino l'UE, minacciando di comminare
all'Italia multe salate, ha ritenuto assolutamente improcrastinabile, hanno
deliberato di proclamare un'agitazione che culminerà nelle giornate del 21
marzo e dell'11 aprile. Nella prima giornata, i Precari chiederanno in
massa le ferie, evidenziando il cruciale ruolo svolto dal personale
precario nella Scuola, e organizzeranno, in simultanea, iniziative di
protesta a livello locale. Per l'11 aprile, poi, è stato indetto uno
sciopero dei precari della Scuola Pubblica, cui si accompagnerà una
manifestazione nazionale.
Hanno finora risposto positivamente all'appello, indicendo lo sciopero, i
sindacati *USI-AIT, CUB* e *Slai-Cobas per il sindacato di classe*, ma i
Precari auspicano e, anzi, postulano la convergenza, sulla data dell'11
aprile, anche dei sindacati confederali, di quelli di base e delle
associazioni di categoria, per una mobilitazione generale di tutti i
lavoratori della scuola, in ragione dei molteplici e gravissimi attacchi
sferrati al comparto nel suo complesso, dal blocco degli scatti stipendiali
e
dal mancato pagamento delle ferie non godute alla riduzione all'osso dei
Fondi di Istituto; dall'attivazione di procedure di abilitazione costose, a
posti zero, con l'intento di fomentare guerre tra poveri alla fatiscenza
vergognosa delle strutture scolastiche; dai BES e dall'ingerenza
intollerabile dell'Invalsi nella valutazione e nella programmazione
didattica alla neutralizzazione della collegialità. Parimenti, i Precari
chiamano in piazza anche le numerose associazioni di genitori e cittadini
da anni impegnati nella difesa strenua della Scuola Pubblica, per chiedere,
unitariamente e con fermezza:

- L'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari della scuola,
docenti e ATA, attraverso il rifinanziamento della scuola pubblica e il
ritiro dei tagli Gelmini
- L'attivazione di un sistema di reclutamento unitario che consenta, in
tempi rapidi, nel rispetto della normativa europea contro l'iterazione
abusiva dei contratti a tempo determinato, l'immissione in ruolo di tutti i
docenti abilitati inseriti nelle Gae, dei neoabilitati TFA e di tutti i
docenti non abilitati, seguendo, per quanto riguarda i tempi di
stabilizzazione, il criterio del servizio prestato e dei titoli, e
prevedendo corsi abilitanti gratuiti
- L'abrogazione della Riforma Fornero, in ottemperanza ai prescrittivi
pronunciamenti dell'UE sull'intollerabile abuso del lavoro precario (L.
70/1999/CE)
-   Lo sblocco del turn-over per il tramite dell'abrogazione della L.
449/97, che condiziona le assunzioni al parere favorevole del MEF, perché
l'istruzione non può essere considerata e trattata come una variabile
dell'economia
-   La definitiva rinuncia del governo alla forzata immissione dei docenti
"inidonei" nei ruoli degli ATA precari
-   Il ritiro delle confuse e vergognose direttive sui BES, volte a
tagliare posti di sostegno, che ledono il diritto allo studio dei disabili
e quello all'integrazione degli immigrati. Il ripristino del rapporto 1:1
per gli alunni con gravi disabilità, in ossequio alle numerose sentenze
emesse in tal senso
-   La soppressione dei quiz INVALSI, che calpestano le prerogative dei
docenti, isteriliscono le capacità di elaborazione critica, rimodellano la
didattica sulle esigenze dell'imprenditoria e costituiscono il pretesto per
tagliare fondi proprio a quegli istituti che costituiscono la sola
occasione di riscatto di certi territori
- Il rifiuto della chiamata diretta da parte dei dirigenti e di ogni altra
pratica equivalente (concorsi per reti di scuole, organico funzionale per
reti di scuole, etc.), da cui conseguirebbero derive clientelari e
tentativi di "normalizzazione" ideologica
-  Il ripristino dei quadri-orario anteriori alla riforma Gelmini, dei
laboratori e delle discipline caratterizzanti penalizzate dai tagli
-   Il pagamento regolare delle ferie non godute e degli scatti di carriera
al personale precario e di ruolo e il pagamento regolare degli
   stipendi dei supplenti temporanei, spesso costretti a elemosinare le
loro spettanze
-   Il blocco dell'incostituzionale finanziamento della scuola privata e
"paritaria", per lo più confessionale
-  Lo stanziamento di fondi per la messa in sicurezza delle scuole, teatro,
negli ultimi anni, di incidenti anche mortali
I Precari sono ben consci che uno sciopero comporta sacrificio; sono
tuttavia convinti che si tratti di una forma di protesta ancora dirompente,
oltre che moralmente dovuta. Auspicano, perciò, che l'11 aprile emerga con
forza il dissenso di quelli che non si arrendono alla logica del "cosa
fatta capo ha", né vogliono chiudersi in un individualismo rassegnato.
Insieme, con il nostro "no" solidale e deciso, possiamo invertire la rotta,
per evitare di naufragare e di veder naufragare le nostre laboriose
conquiste e i nostri irrinunciabili diritti di lavoratori.

PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI
(Per adesioni e comunicazioni: 
precari_uniti.2014@yahoo.it);
*Pagina di riferimento su facebook: *PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI

Coordinamento *3 ottobre*  MILANO
Coordinamento Precari Scuola BOLOGNA
Coordinamento Precari Scuola ROMA
Coordinamento Precari Scuola NAPOLI
Coordinamento Precari Scuola RAVENNA
Precari uniti contro i tagli ROMA
Movimento Precari Scuola FIRENZE
Precari TORINO
Coordinamento Precari Scuola LATINA
Precari della scuola in lotta MODENA
Precari COSENZA

*Per**  info:*
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338 2992047     (Milano)
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328 5312437     (Roma)
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