domenica 14 settembre 2014

10 settembre: SOSTENIAMO LA LOTTA DELLE "MADRI NELLA CRISI" del Policlinico di Milano

«Madri nella crisi», dal tetto alla tenda. Davanti al comune



di Marta Santamato Cosentino

"... un cen­ti­naio di donne che da quasi 70 giorni va in scena, giorno e notte, sul tetto del Padi­glione Alfieri del Poli­cli­nico di Milano sta­mat­tina (lunedì 8/9) si sono date appun­ta­mento sulla rampa della cli­nica Man­gia­galli, quella dove a Milano nascono i bam­bini, e da lì, insieme ai dele­gati Usb che con­di­vi­dono con loro que­sta lotta, sono par­tite in un cor­teo che, infi­lan­dosi per le viuzze del cen­tro, ha rag­giunto Palazzo Marino, sede del Comune.
Usan­doli come aste per le ban­diere, hanno tra­spor­tato dei tubi inno­centi che, davanti alla Scala, hanno com­po­sto la strut­tura pen­sata e costruita per sim­bo­leg­giare la sof­fe­renza della pre­ca­rietà. E’ il cimi­tero del lavoro: appog­giata a un lam­pione, una grande croce alta più di 4 metri e larga 3 rac­conta, con diversi car­telli, le varie anime, lega­liz­zate o meno, in cui si declina la pre­ca­rietà. Quell’assenza di diritti e garan­zie che ha per­messo che que­ste donne venis­sero lasciate a casa dopo aver lavo­rato per anni — anche venti — presso il Poli­cli­nico di Milano in qua­lità di ope­ra­trici socio sanitarie.
Nono­stante la con­ti­nuità del rap­porto, non sono mai figu­rate come dipen­denti dell’azienda ospe­da­liera ma hanno sem­pre lavo­rato con con­tratti di som­mi­ni­stra­zione, rin­no­vati mese per mese, facenti capo alle coo­pe­ra­tive che si sono sus­se­guite negli anni... Per avere spie­ga­zioni e ria­vere indie­tro il loro impiego sono salite sul tetto por­tando avanti un pre­si­dio per­ma­nente en plein air in un’estate in cui il timore del caldo ha ceduto il passo all’inconveniente dei tem­po­rali. E se gli oltre 2 mesi tra­scorsi tra i camini non sono bastati per meri­tare un cenno da parte delle isti­tu­zioni regio­nali, respon­sa­bili del com­parto sanità, da oggi una suc­cur­sale del tetto si trova davanti alla casa dei Mila­nesi. Con una tenda e un gazebo inten­dono restare lì nel qua­dri­la­tero della moda fino a che non avranno rispo­ste, sfi­dando l’ordine di sgom­bero e l’indifferenza dei pas­santi...
Le madri nella Crisi comun­que non si danno per vinte e insi­stono con le loro riven­di­ca­zioni... Una di loro, Maria, a metà ago­sto è stata rico­ve­rata 5 giorni per forti ver­ti­gini. Pos­si­bile effetto dello stress, le hanno spie­gato all’ospedale. Si è rimessa in sesto ed è tor­nata sul tetto. Ieri era in piazza, decisa a tra­scor­rerci la notte. E quelle a venire.
Sotto al gazebo, molte donne hanno por­tato anche i figli che con loro hanno già tra­scorso tanti giorni sul tetto. All’inizio poteva anche essere diver­tente salire così in alto e vedere la Madon­nina tanto vicino. Vanno a scuola di tena­cia, quei ragaz­zini. Una lezione di dignità tenuta da chi si divide tra la casa e il pre­si­dio e soprav­vive con 520 euro al mese, l’assegno men­sile del fondo di soli­da­rietà del con­tratto nazio­nale di som­mi­ni­stra­zione. Solo fino a Natale, poi ci sarà da tirare un buco in più alla cinghia".
Analisi della realtà di lavoro e non lavoro delle donne
inchiesta tra le operaie metalmeccaniche
 prassi di lotta delle donne - esperienze di lotte

per riceverlo: mfpr.naz@gmail.com

  • Sosteniamo da ogni città, posto di lavoro questa lotta - Costruiamo una rete delle lavoratrici, precarie licenziate o a rischio perdita del posto di lavoro, per una mobilitazione nazionale. Noi del mfpr siamo pronte.
  • L'attacco al posto di lavoro è per le donne sempre doppio, di classe e di genere, perchè mette in discussione immediatamente le condizioni generali di vita delle donne, il peso sulla famiglia, e ne aumenta discriminazione e oppressione. Anche questa è violenza.
  • Ma proprio per questo, la risposta deve essere più forte e riguarda tutte le donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, ricacciate in casa...
  • Il coraggio e la determinazione delle "Madri nella crisi" sono una sfida alle istituzioni che si ricordano delle "povere" donne al massimo una volta all'anno per "piangerci" ipocritamente, ma che peggiorano ogni giorno la vita delle donne e se ne fregano o reprimono le nostre lotte.
  • Si possono mandare messaggi di solidarietà alle compagne del mfpr di Milano (e mail: mfpr.mi1@gmail.com), che li porteranno al presidio delle lavoratrici licenziate.
MFPR


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