mercoledì 7 settembre 2016

7 settembre - La ricetta della Cgil della Camusso per rilanciare… i profitti dei padroni!



In una intervista al quotidiano la Repubblica del 3 settembre Susanna Camusso, dirigente nazionale della Cgil, rispondendo ad alcune domande apre di fatto la stagione politico-sindacale con le sue “proposte” al governo. Proposte che potrebbero sembrare ragionevoli, ma che, invece, con giri di parole che vogliono ingannare tutti coloro che non comprendono i meccanismi di fondo dell’economia (ma che ne subiscono direttamente le conseguenze!) nascondono un reale e profondo sostegno da un lato ai padroni e dall’altro alle politiche del governo di turno; questa volta al governo Renzi.
 È bene ricordare, prima di passare avanti, che la Cgil è il sindacato confederale, tra l’altro, che firma tutti i contratti di lavoro, con i quali di fatto non aumenta di un centesimo il salario e si perdono diritti e che spesso si trascinano per anni (come quello del pubblico impiego); che ha sottoscritto con i padroni l’accordo moderno fascista sulla “rappresentanza” che straccia i diritti sindacali, anticipando di fatto la riforma costituzionale di Renzi; che aveva minacciato lo sciopero perché il governo voleva
tagliare i fondi ai patronati dei sindacati, cioè all’immensa burocrazia sindacale, “minaccia” che adesso, anche secondo l’Espresso di questa settimana, sarà ritirata perché il governo nella prossima manovra finanziaria prevede l’utilizzo dei patronati e dei caf nella gestione delle “consulenze” per i pensionati… “così” dice l’Espresso, “Susanna Camusso torna amica del Pd renziano, o almeno non belligerante.”


Il giornale sintetizza la “ricetta” proposta dalla Camusso che consiste nell’introduzione di una “patrimoniale per finanziare il taglio delle tasse sui salari nazionali”; per dirla in maniera semplice la Camusso suggerisce al governo che per trovare soldi deve mettere una tassa sui grandi patrimoni e tagliare le tasse ai lavoratori per far ripartire l’economia. E chi ce li ha questi grandi patrimoni se non i grandi padroni della finanza, i padroni delle fabbriche, delle banche, delle televisioni ecc. ecc. e in parte i politicanti che si sono arricchiti nei decenni in cui hanno detenuto il potere? Stiamo parlando di quelle stesse persone con le quali la Camusso fa incontri e firma contratti ecc., quelle stesse persone i cui interessi devono essere garantiti da questo governo, e queste stesse persone dovrebbero accettare il suggerimento di pagare tasse più alte! Ma che bella proposta!
Per commentare esaurientemente questo e tutte le risposte della Camusso dovremmo scrivere un intero volumetto, e quindi ci limiteremo ad alcuni aspetti. In sostanza le domande del giornalista si concentrano sulla crisi del Paese Italia, visto che, come dice l’Istat il paese è fermo; e sulle “necessarie” politiche che il governo, d’accordo con i padroni (che il giornalista chiama Confindustria) prepara per far ripartire l’economia. Queste politiche prevedono la detassazione degli straordinari degli operai facendo pagare meno tasse soprattutto a quei padroni che applicano la contrattazione aziendale o di secondo livello per far “ripartire l’economia”. Il giornalista ricorda infine alla Camusso che non si possono chiedere soldi in un momento di crisi.
La Camusso comincia col dire che in questo paese bisogna dire la verità e cioè che il vero dramma è la disoccupazione giovanile. E che questa aumenta le differenze e le disuguaglianze. A quanto pare non le interessa la disoccupazione di tutti gli altri milioni di ex lavoratrici e lavoratori, anche questi censiti dall’Istat!
La Camusso non solo non dice cosa fa per contrastare questa disoccupazione, ma evita di dire che i contratti e gli accordi che firma con padroni e governo non fanno che portare ad ulteriori impoverimenti, visto che il salario non sale, e quindi di fatto diminuisce, e ad altri licenziamenti! Anzi, sposta subito l’attenzione dai disoccupati alla situazione delle aziende del Paese, ripetendo esattamente ciò che dicono governo e padroni, e cioè che le aziende “brave”, un terzo, sono riuscite a sopravvivere grazie all’innovazione tecnologica e ad essere competitive sul mercato, e queste sono la “nostra vetrina sul mondo” (abbiamo capito bene! le aziende che sfruttano bene gli operai e sanno stare sul mercato facendo buoni profitti sono quelle di cui la Cgil va fiera, la sua “vetrina sul mondo”!), mentre le altre, quelle che possono vendere solo sul mercato interno, stanno chiudendo.
Per la Camusso questo stato di cose dimostra che manca una “idea di Paese” (una “idea” che per la Camusso coincide con quella dei bravi padroni!), e dice che per rimediare si dovrebbe fare come fu per l’euro! (E cioè un Paese, un governo, capace, con una manovra monetaria, di abbassare di botto il livello salariale e di vita di tutti i lavoratori e delle masse popolari, proprio un bell’esempio!) e dice anche che il governo non deve continuare, invece, con i bonus, criticando gli 80 euro di Renzi perché con questi soldi “la gente ha prima pagato i debiti poi si è rimessa a risparmiare”.
La “gente” si è messa a risparmiare? Con 80 euro al mese? ma in che mondo vive la Camusso??? Da queste sparate si può anche capire che l’egregia signora non conosce, o fa finta di non conoscere, assolutamente nulla del mondo del lavoro; sarà per lo stipendio che si ritrova?!
La colpa di tutto però sarebbe della politica (la politica di chi? Per che cosa? La Camusso usa apposta un linguaggio fumoso) che "Ha delegato al sistema finanziario e imprenditoriale di decidere le nostre prospettive”, e parlando di questa politica, aggiunge una verità che sta davanti agli occhi di tutti, dice, infatti: L'idea di fondo è: noi vi togliamo i vincoli, spetta poi a voi imprese decidere cosa e come fare.” Esatto! Ma quando dice “noi” la Camusso intende il governo e la Cgil! Abbiamo visto tutti oramai che l’indirizzo dell’attuale governo è proprio questo: togliere qualsiasi vincolo che impedisca ai padroni di sfruttare meglio e fino in fondo la classe operaia, attraverso, per esempio, Jobs act e riforma costituzionale! E davanti a questa “verità” cosa fa la Camusso? Critica. Che cosa? Per esempio che “abbiamo (abbiamo chi? ancora il governo e la Cgil!) destinato agli sgravi contributivi per le assunzioni 17 miliardi”!!! Quindi la Camusso sa bene, e non potrebbe non saperlo, quanto il governo regala ai padroni, mentre nello stesso momento nega i soldi per i servizi e i contratti! Diciamo che sono soldi regalati perché il risultato di questi 17 miliardi sono, se è come dice la Camusso, 585mila assunzioni (non nuove assunzioni ma trasformazioni di contratti precari a tempo indeterminato!), quindi niente vere assunzioni.
Ed è senza nessuna speranza sul futuro, una dirigente sindacale nazionale che dice di avere 5 milioni di iscritti!, quando dice: “Non penso che si possa tornare, con un colpo di bacchetta magica, ai livelli occupazionali del 2007”, confermando che la disoccupazione durerà ancora chissà quanto, nonostante le sue “rcicette”, e copre le proprie magagne continuando a “criticare”: “Questo governo ha promesso l'abolizione del precariato mentre oggi con i voucher rischiamo di avere una forma ancora peggiore di sfruttamento". Appunto! Voucher, salario, diritti, morti sul lavoro… e si potrebbe continuare, ma la Camusso è interessata ad altro, ci tiene a confermare che loro si sono battuti “e continueremo a farlo, per la detassazione dei premi. Ma serve una misura per l'insieme dei lavoratori dipendenti, non solo per quel 20% interessato dalla contrattazione aziendale ".
A parte il fatto che chiama “premi” gli straordinari ecc. degli operai, alla Camusso, insomma, non interessa proprio che, visto gli stipendi che si ritrovano, gli operai sono costretti a fare straordinari su straordinari, e lasciamo stare in quali condizioni, per arrotondare; no! le interessa solo che sui soldi di questi straordinari l’operaio paghi meno tasse. Per fare cosa? Per avere più soldi da spendere! E questa spesa dovrebbe far “ripartire l’economia” (un tormentone più insistente delle canzonette estive). È chiaro che si tratta di fumo negli occhi, ma dato che la Camusso è brava a fare i conti dovrebbe dire a quanto ammonterebbero questi soldi in più in tasca agli operai, tali da far addirittura ripartire l’economia!!! E dovrebbe dire anche a quanto ammontano i soldi in più che il governo versa ai padroni che applicano questa virtuosa contrattazione aziendale! Oltre, naturalmente, ai 17 miliardi di cui sopra e ai tantissimi altri che vanno sotto le voci più diverse!
La ricetta della Camusso alla fine si fa più “precisa”: “L'obiettivo deve essere quello di rilanciare la domanda, di far ripartire gli investimenti, di una crescita generale dei salari". E ripete esattamente quello che dice Renzi e che dicono i padroni e i loro “economisti”! “Rilanciare la domanda”! Cioè lavoratori e masse popolari dovrebbero avere più soldi da spendere per poter comprare beni e servizi, così che le fabbriche possano continuare a produrre. Ma se nei contratti di lavoro non sono previsti aumenti e non si aumentano nemmeno le pensioni e i giovani non trovano lavoro e quindi nemmeno un salario, e non si vogliono toccare i profitti dei padroni, come si fa ad avere soldi e spendere? Sembra una cosa facile da capire ma lo si vada a spiegare alla Camusso! Che continua a ripetere cretinate come la seguente: “quella che viviamo non è forse una crisi da domanda?” mentre perfino i partecipanti al G20 in Cina, capi di stato e ministri dell’economia, oggi sono stati costretti a diventare un po’ “marxisti”, dichiarando di trovarsi davanti a problemi colossali dell’economia mondiale dovuti ad una crisi da sovrapproduzione! Che è il cuore vero del sistema capitalistico. E la Camusso, che di questo sistema capitalistico è garante, ci gira attorno, e parla invece “leva fiscale”, di tasse da mettere e levare e di come organizzare meglio gli ammortizzatori sociali!
Il risultato finale di queste “ricette” della Cgil è che non solo non si avranno contratti decenti, ma che ci sarà un ulteriore arretramento di ciò che è rimasto dei diritti conquistati con la lotta, insomma si avrà una forte pressione paralizzatrice sull’azione di una parte della classe operaia e quindi un sostegno attivo a padroni e governo con una “pace sociale” che ammortizza la lotta di classe, vero obbiettivo e missione del riformismo borghese di cui la classe operaia prima si libera e meglio è.


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