Il ventiquattro e venticinque febbraio scorsi si sono tenute le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento; il risultato ha dato ben poche indicazioni chiare: per dirla con Lorenzo De' Medici - signore di Firenze dal 1469 al 9 aprile 1492, data della sua morte - "del doman non v'è certezza".
Un quarto degli italiani non si è recato alle urne, mentre i restanti si sono divisi equamente tra le due destre, moderata e radicale, ed il voto di protesta, quello per il Movimento Cinque Stelle.
Questa è l'analisi generale, ma se si va ad analizzare maggiormente in profondità si noterà che - all'interno di uno stesso schieramento - vi sono differenze abissali, in termini di consensi: è indubbio che gli elettori hanno premiato le formazioni maggiori a discapito dei cespugli.
Così, se nell'ambito radicale i legaioli stanno arrivando alla resa dei conti dopo aver dissipato un capitale umano di dimensioni importanti, lo stesso sta accadendo nel campo moderato: qui Sinistra Ecologia e Libertà appare sempre più vicina alla confluenza nella componente liberal-clericale dell'ammucchiata in questione.
La decisione sembra presa; sono proprio le parole di Nichi (s)Vendola a rivelarlo: "mai annessione di Sel al Pd, e no alla fusione a freddo. Dobbiamo metterci tutti in gioco, senza guardare alle percentuali".
Tradotto dal vendolese: "non faremo la fine dei Comunisti Unitari, ridotti al rango di gregari senza voce (è del 30 gennaio 2013 l'annuncio della chiusura del loro giornale on line Paneacqua-appunti di idee progressiste - http://www.paneacqua.info - che da qualche anno aveva sostituito Aprile-la settimana della sinistra); nel gruppo dirigente del partito, che nascerà dalla nostra confluenza e dalla scissione dei renziani, vogliamo contare anche noi".
Genova, 14 aprile 2013
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Genova
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