dal blog terantocontro
4 deputati renziani, non del territorio, hanno improvvisamente lanciato la notizia che Evergreen ed Hutchinson potrebbero mollare il Porto di Taranto. Il presidente dell'Autorità portuale smentisce e rivendica il percorso in corso e i piani dei lavori che dovrebbero cominciare a settembre.
Il PD e i suoi deputati sono ormai un partito fatto di lobby, correnti, impegnato in una guerra tra bande su scala nazionale come su scala territoriale; la componente renziana di questo partito, neoliberista e filo padronale vuole allargare la presa sul territorio tarantino in cui non è presente e, quindi, partendo da ritardi reali dei progetti in corso, si lancia in una ricerca di presa sul territorio tentando di mostrarsi una sorta di agenti, portavoci occulti delle grandi multinazionali. E' più o meno la stessa strategia di Renzi a livello nazionale. Mentre i parlamentari locali dello stesso partito, acquattati come sono all'ombra dell'attuale segreteria e dell'attuale governo, vogliono mantenere il controllo sul territorio.
Ma non ci sono solo questi interessi, c'è anche un effettivo scontro sulla gestione del Porto, sui rapporti con le multinazionali, sui fondi e sui lavori del Porto stesso.
Noi abbiamo denunciato da sempre questo gioco delle parti in corso e recentemente siamo stati testimoni di uno scontro in atto in Confindustria e di un tentativo di coinvolgere i lavoratori in questo scontro.
Al Porto non vogliono lo Slai cobas perchè, a tutela dei lavoratori, mette a nudo questi interessi.
I sindacati confederali sono parte della cogestione economica del Porto stesso. E vi sono componenti industriali e personaggi del Porto che non si ritrovano nell'attuale gestione, Prete, sindacati confederali, ecc., e pensano perfino di utilizzare i lavoratori e lo Slai cobas nello scontro in atto.
Come si vede la confusione è grande sotto il cielo e i lavoratori della TCT vengono considerati come 'sudditi' e 'pedine' in questo gioco.
Ma questi giochi prima o poi arrivano al dunque. E il dunque qual'è? A maggio 2014 scade la cassintegrazione per circa 500 lavoratori della TCT. I lavori che giustificano la cassa non hanno alcuna possibilità di concludersi in quella data; la cig stessa stando alle leggi attuali non potrebbe essere rinnovata; finora questa cassa è stata gestita con mano libera alla TCT con la complicità attiva dei sindacati confederali; i corsi di formazione poi che doveva fare la Provincia, assolutamente fasulli, hanno interessato finora solo una metà dei lavoratori e non si sa se possono mai partire gli altri.
Quindi, più che temere che Hutchinson e la Evergreen vadano via, prospettiva ancora non realmente all'orizzonte perchè resta vero che se il Porto di Taranto dentro un sistema industriale così consistente si sviluppa esso è fonte di veri profitti per queste multinazionali, c'è da temere per il lavoro degli operai della TCT attualmente in cassintegrazione.
Ma tra i lavoratori cammina il desiderio di organizzarsi per capire realmente i giochi in campo e lottare in autonomia per lavoro e diritti.
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