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Oggi prima
giornata di mobilitazione dei lavoratori della natura.com di Bolgare contro la chiusura dello
stabilimento e la relativa procedura di mobilità che si prospetta a fine anno
per 68 lavoratori che si sono iscritti in maggioranza allo Slai Cobas
s.c.. per rivendicare il lavoro, dopo che sono rimasti per 1 anno in cassa
integrazione con la promessa aziendale della ripresa del lavoro.
I lavoratori
ritengono illegittima e ingiustificata la procedura di mobilità in quanto il
lavoro c'è, nello stabilimento di Bolgare continua ad esserci i magazzini con
la materia prima: l'insalata, oltre al fatto che in altri stabilimenti
del gruppo, dove si svolge la stessa produzione vi sono state nuove assunzioni
e aumento del lavoro.
Per questo chiedono un'incontro
urgente all'azienda per trovare altre strade rispetto alla chiusura del sito di
Bolgare, tutto questo prima del 15 ottobre, data in cui i sindacati
confederali e azienda effettueranno un'incontro per siglare l'ennesima mobilità
e quindi "chiusura" di una fabbrica.
per lo Slai
Cobas s.c.
Sebastiano
Lamera
3355244902
p.s.: sono
disponibili video
e articoli di stampa
Turbanti e striscioni: la protesta
degli operai dell’insalata
degli operai dell’insalata
Lottano contro la chiusura dello stabilimento di
Bolgare: «Fateci lavorare»
di Mad. Ber.
La protesta dei lavoratori dello
stabilimento Natura.com di Bolgare
«Non
accetteremo nessuna mobilità». La protesta dei lavoratori di Natura.com, la
società che produce e commercializza insalate fresche, sbarca a Bergamo. I 35
lavoratori rappresentati dallo Slai-Cobas, tutti indiani e tutti assunti da
almeno una decina d’anni, giovedì mattina sono partiti da Bolgare con
striscioni e turbanti per fare sentire la loro voce. L’azienda, che dal 2007 è
controllata dal gruppo bresciano «La linea verde», ha annunciato la messa in
mobilità dei 68 dipendenti dello stabilimento, dove l’insalata viene lavorata e
imbustata (leggi l’articolo di Fabio Spaterna). La
decisione arriva dopo un anno di cassa integrazione e sembra non lasciare
spazio a speranze.
«Noi
riteniamo - sostiene il coordinatore Sebastiano Lamera - che ci siano tutte le
condizioni per andare avanti e continuare a lavorare. Per questo non accettiamo
la messa in mobilità e chiediamo un incontro con l’azienda». Annuiscono al suo
fianco gli operai. Come Sokar Giurjit, assunto 10 anni fa. O il «veterano»
Resham Singh, che vive e lavora a Bolgare dal 1998. «Noi siamo anche disposti a
trasferirci a Manerbio (dove ha sede «La linea verde»,ndr) - spiega Sokar Giurjit -, l’importante è che ci facciano lavorare.
Abbiamo tutti famiglie da mantenere».
9 ottobre 2014
| 13:57
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