Questa è la scuola che Presidi, Governo, Ministero della PI vogliono.
E' chiaro che in questa scuola e contro questa scuola non devono esserci
lotte degli studenti...
******
Le linee programmatiche per la scuola del futuro del governo,
su cui Renzi non ha perso tempo anche questa volta a spargere prima della loro
uscita ufficiale annunci mediatici ad effetto per suscitare l'attenzione di
massa per poi postarle in bella mostra in un sito on line apposito "passodopopasso",
sono pienamente dentro il percorso di smantellamento della scuola pubblica e di
trasformazione della stessa in una scuola sempre più al servizio del capitale.
Il Passodopopasso di Renzi verso un nuovo "patto
educativo", "una buona scuola", la"rivoluzione"
diventa infatti "un coraggioso cambio di passo" sia ideologico
che pratico per i padroni che, sebbene auspicherebbero un Renzi ancora più
veloce e rapido nell'ascoltarli e agire in loro funzione, considerano, come si
legge in un articolo del Sole 24 ore di venerdì 5 settembre, "le linee
guida per la riforma della scuola… una spinta significativa ad un sistema
educativo che ha bisogno di profondo rinnovamento… è necessario un coraggioso
cambio di passo… abbiamo bisogno di una scuola che restituisca dignità al
lavoro degli insegnanti ma anche alla cultura del lavoro e di impresa…".
Una scuola sempre più scuola/azienda quindi: "tra le voci
più importanti – leggiamo nell'articolo del Sole 24 ore – per la
rinascita della scuola c'è finalmente (i padroni apprezzano!) una grande
attenzione all'alternanza scuola-lavoro… una questione cruciale che determinerà
la qualità del nostro capitale umano nei prossimi vent'anni…", cruciale
sì! per i padroni affinché venga agevolata la preparazione degli studenti
all'ingresso nel mondo del lavoro-salariato, nel mondo dello sfruttamento
dell'uomo sull'uomo, soffocandone via via invece tutta la potenzialità nel
maturare menti critiche e autonome (la conferma dell'imposizione dei test
INVALSI anche da parte del governo Renzi/Giannini sin dal suo insediamento
dall'alto che si atteggia nell'ascoltare le masse ma che poi è diventato
totalmente sordo dinanzi alle legittime proteste di tanti docenti contro la
scuola-quiz ha questa chiara funzione); uniformare gli studenti ad un unico
modello sociale per trasformarli appunto in quel capitale umano fresco,
prezioso e sempre disponibile per il mantenimento e la salvaguardia della
produzione capitalistica secondo "…il modello Federmeccanica, già
oggetto di uno specifico protocollo siglato con il Miur con il raddoppio del
numero delle ore di formazione in azienda (da 100 a 200)"rendendo
obbligatorio l'apprendistato in azienda/fabbrica negli ultimi tre anni degli
istituti tecnici, il tutto naturalmente a COSTO ZERO per i padroni, il "modello
tedesco" docet, e questo il giornalista del Sole lo evidenzia
nell'articolo.
Ma per fare tutto questo occorre che la scuola sia organizzata sempre
meglio secondo l'ottica verticistico/aziendale: ecco quindi la ripresa dalla
Gelmini/Aprea ma potenziata del ruolo di manager dei dirigenti scolastici, una
sorta di neo-padroni cui si dà il potere di dettare legge liberamente sulla
scelta dei docenti impegnati nelle attività di innovazione didattica, di
orientamento, di valutazione…, di decidere in stile fascistoide a chi
elargire "il premio" economico (lo scatto stipendiale non più
legato all'anzianità di servizio ma al merito che spetterà periodicamente, ogni
tre anni, e solo ai due terzi dei docenti (66%) di tutta la scuola o della rete
di scuole che avranno maturato più crediti) per il maggiore impegno profuso da
alcuni insegnanti rispetto agli altri, presidi affiancati da una sorta di neo-caporale,
il docente mentor,che farà da supporto "nella valorizzazione
delle risorse umane"aprendo inevitabilmente a logiche sempre più
clientelari, discriminanti, corruttive, di induzione a sempre più subalternità
nei confronti di presidi il cui unico interesse, come già accade ora nelle
scuole, è quello di raggiungere i migliori risultati per incassare i lauti
compensi loro destinati per il "raggiungimento degli obiettivi"
generali in competizione con le altre scuole, scuole in cui già tra i
lavoratori con la contrattazione di istituto svuotata per molti aspetti dalla
reazionaria legge Brunetta si sono innescati meccanismi di guerra tra poveri
per compensi accessori sempre più miseri a causa dei continui tagli dei vari
governi alle risorse del cosiddetto fondo di istituto.
Una scuola sempre più privatizzata, vedi le linee guida in merito alla
richiesta di risorse ai privati in cambio di concessioni di incentivi fiscali
come lo "school bonus", una sorta di bonus fiscale per un portafoglio
di investimenti privati da parte di imprese, fondazioni, associazioni, insomma
altre regalie ai padroni.
Ma come far passare tutto questo a livello di massa come giusto e
necessario? Gli annunci che hanno riempito tutte le testate giornalistiche e
televisive sulla mega stabilizzazione dei precari servono allo scopo: “Noi
diciamo basta ai precari e alla “supplentite”- ha detto Renzi - ma ci
vuole anche il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e che
gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito e non
dell’anzianità”
Frasi ad hoc, annunci ad effetto: mettere fine al precariato, chiudere le
graduatorie ad esaurimento, far fronte al turn-over, la novità dell'organico
funzionale, cioè una quota di personale docente, privo di posto in classe, che
può servire alla scuola ad ampliare l’offerta formativa, alla sostituzione dei
docenti assenti e che come nuovi pendolari sarà a disposizione di reti di
scuole.
Ma il governo dove trova i tre miliardi di euro necessari per la spesa?
Renzi si è affrettato a rassicurare che le risorse si ricaveranno dalla
spending review che sarà non di 17 miliardi ma di 20 miliardi di euro, ma certo
è che oggi i soldi per tutta l'operazione non ci sono, di freschissima memoria
è l'operazione dei 4000 docenti "quota 96", odiosamente impediti
dalla riforma Fornero ad andare in pensione nonostante il diritto pienamente
maturato, letteralmente beffati dal governo Renzi che prima questa estate ha
annunciato il provvedimento di collocamento a riposo e poi si è tirato
letteralmente indietro per mancanza di risorse.
Per non parlare della questione dell'eliminazione del precariato… dietro l'
operazione mediatica si cela invece il fatto concreto che, sempre che ci siano
le risorse, non tutti i precari verranno assunti e stabilizzati perché una
buona fetta di essi (i docenti delle cosiddette terze fasce per esempio dei non
abilitati che in questi anni hanno lavorato con le supplenze temporanee come
veri e propri tamponi usa e getta) saranno tagliati fuori per sempre andando ad
ingrossare le file dei disoccupati e in questo senso li elimina davvero!
E non una parola il governo spende poi per l'altra grande fetta di
lavoratori che popolano il mondo della scuola, di cui tanti sono i precari, che
sembra rimanere fantasma, i lavoratori ATA...
Il passodopopasso del governo Renzi che promuove provvedimenti
reazionari in ogni ambito, rientranti nel moderno fascismo che avanza, come
questo sulla scuola sempre più a misura del capitale, con la collaborazione
verso questo processo dei sindacati confederali, vedi la Cisl e la Uil Scuola
aperti sulla introduzione degli scatti legati al merito, così come la
disponibilità al dialogo anche della Cgil, pone la necessità di rispondere
contro con decisivi e determinati passi sviluppando una lotta visibile che ostacoli
l'azione del governo al fine della sua caduta.
Nessun commento:
Posta un commento