(Da Il Manifesto) Jobs Act.
Camusso annuncia: ricorso alla Corte europea su art.18, demansionamento e
controlli a distanza...
confermando vieppiù la
ritrovata sintonia con la Fiom di Maurizio Landini, precursore della
via giudiziaria fino alla vittoria in Corte Costituzionale
sull’articolo 19 dello Statuto contro la Fiat di Marchionne e che già
aveva anticipato l’idea dei ricorsi contro il Jobs act – ecco l’annuncio di
Susanna Camusso...
il segretario della Cgil lo
dice chiaro e tondo: «Contro il Jobs act valuteremo tutte le strade,
anche il ricorso all’Europa. La lettura degli articoli 30 e 31 della
carta di Nizza dice che è possibile, ci penseremo, ci proveremo. Questi
sono i casi in cui diciamo: meno male che l’Europa c’è»...
Leggiamoli
allora assieme questi articoli della Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea, sottoscritta il 7 dicembre 2000 nella città francese.
«Articolo 30 (Tutela in caso di licenziamento ingiustificato):Ogni lavoratore
ha il diritto alla tutela contro ogni licenziamento ingiustificato, conformemente
al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali.
Articolo 31(Condizioni di lavoro giuste ed eque) 1. Ogni lavoratore ha
diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose».
Articoli che stridono con ciò che è previsto nel decreto delega al governo in fatto di contratto a tutele crescenti sostanzialmente senza articolo 18, demansionamento e controllo a distanza, specie nel riferimento alle «prassi nazionali».
Naturalmente per presentare una denuncia la Cgil dovrà attendere la cosiddetta «attualità del danno» e dunque il testo della delega – in bianco – al governo e il deposito dei decreti delegati... sottolinea Camusso. «Non è l’approvazione al Parlamento che ci ferma per cambiare le norme che riteniamo sbagliate, continueremo la nostra iniziativa..."
Articoli che stridono con ciò che è previsto nel decreto delega al governo in fatto di contratto a tutele crescenti sostanzialmente senza articolo 18, demansionamento e controllo a distanza, specie nel riferimento alle «prassi nazionali».
Naturalmente per presentare una denuncia la Cgil dovrà attendere la cosiddetta «attualità del danno» e dunque il testo della delega – in bianco – al governo e il deposito dei decreti delegati... sottolinea Camusso. «Non è l’approvazione al Parlamento che ci ferma per cambiare le norme che riteniamo sbagliate, continueremo la nostra iniziativa..."
A 15 giorni dallo sciopero generale del 12 dicembre, non ci poteva essere migliore dichiarazione a mostrare che Cgil, Uil vogliono fare di questo sciopero solo una carta per cercare di avere più chance nel confronto con governo Renzi (che intanto conferma che non gliene frega niente) e non quella lotta generale, di blocco del paese, delle fabbriche, dei posti di lavoro, per far cadere, con la mobilitazione che fa, per fortuna, ancora paura ai padroni se fatta realmente, il jobs act, l'attacco all'art. 18 e lo stesso governo antioperaio, antipopolare, da dittatorello di Renzi.
Il riferimento all'azione giudiziaria di Landini sull'art. 19 contro la Fiat di Marchionne, poi, non poteva essere peggio scelto dalla Camusso; visto che la Fiom, benchè abbia vinto alla Corte Costituzionale, non ha vinto nei fatti nelle fabbriche di Marchionne e in tante altre metalmeccaniche, in cui tuttora la Fiom non viene riconosciuta, non può tenere assemblee, ecc.; a dimostrazione che contro il fascismo padronale, come contro il governo Renzi non ci possono essere vie giudiziarie che tengano senza uno sciopero generale vero che paralizzi il paese e che continua fino ai risultati.
Le parole della Camusso, quindi, dimostrano quello che abbiamo detto subito: lo sciopero del 12 dicembre non è lo sciopero generale di cui i lavoratori e le masse popolari hanno bisogno, perchè esso deve essere chiaro nella piattaforma di classe e di massa, fatto per paralizzare effettivamente il paese e contribuire alla caduta del governo antioperaio, antipopolare, reazionario e repressivo di Renzi.
La convocazione unitaria cgil-uil è peggiore della convocazione della sola Cgil, perchè, fatta con la uil sindacato esplicitamente legato ai padroni, lo sciopero generale viene annacquato e reso conciliante con il governo Renzi.
Per questo è giusto e sacrosanto che i sindacati di base e di classe non vi aderiscano, purchè lo spieghino bene ai lavoratori e propongano un altro percorso unitario di lotta reale in grado di marciare verso gli obiettivi.
La posizione autoreferenziale della USB in primis e i limiti politici organizzativi degli altri rende difficile questa strada - che però allo stato dei fatti è obbligata.
Naturalmente il 12 dicembre invece bisogna partecipare alle manifestazioni realmente di massa di operai, precari e disoccupati perchè le masse non vanno regalate al controllo delle burocrazie sindacali e per indicare la strada della rottura e protesta contro le stesse direzioni sindacali e la costruzione di un vero sciopero generale, che blocchi fabbriche, posti di lavoro, strade, città... una vera rivolta sociale per la caduta del governo Renzi"
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