Expo Questore di Milano
ammette: “Pass bloccati per chi ha denuncia anche se assolto”
“Non abbiamo bloccato l’accesso a Expo
a persone che frequentano un centro sociale”, spiega al fattoquotidiano.it
il questore di Milano. Ma sulle motivazioni che hanno
portato all’esclusione di 600 lavoratori, sui cui Sel ha annunciato un
esposto in Procura, Luigi
Savina fornisce qualche elemento in più: “Quando la polizia fa gli
accertamenti, li fa interrogando una banca dati. Nella banca dati, per
legge italiana ci sono dei precedenti penali come la denuncia per un reato o
l’occupazione di una casa, ma non la frequentazione di un centro sociale“.
E ribadisce che per bloccare i pass, devono essere stati rilevati fatti penalmente
rilevanti: “Ci deve
essere una denuncia, che può essere anche significata un’assoluzione ma
c’è una denuncia: perché i reati d’opinione non esistono nel nostro
Paese” di Francesca Martelli
8 giugno
2015
Expo, spuntano errori nel maxi
archivio dei lavoratori
Sono segnati
1.800 contratti a progetto, ma non sono tutti veri. Le responsabilità dei Paesi
partecipanti
di Luca
Zorloni
Milano, 9 giugno 2015 - I sindacati stanno
passando ai raggi X i contratti registrati della piattaforma degli accrediti di
Expo, l’archivio digitale con i dati dei 30mila lavoratori che
possono accedere al sito. Cgil, Cisl e Uil hanno acceso un riflettore sull’area
grigia dei contratti a progetto, ma hanno scoperto in poco tempo che le
informazioni in rete non sono del tutto corrette. La matassa del lavoro in Expo è
sempre più ingarbugliata. «Sulla piattaforma sono segnati 1.800 co.co.pro. –
spiega Renato Zambelli, responsabile Expo per Cisl Milano –. Non sono più
previsti dalla legge però, a meno che il lavoratore non sia già in carico
da prima del 2015». Una trentina di co.co.pro., ad esempio, era attribuita
all’agenzia interinale Adecco. Ieri l’osservatorio del lavoro di Expo
(composto dai sindacati e dalla stessa società organizzatrice) incontra i
responsabili per vederci chiaro sulle assunzioni a progetto e scopre che le
informazioni della piattaforma sono sbagliate. «Non ne abbiamo fatti – precisa
Claudio Soldà, direttore delle relazioni istituzionali di Adecco –. L’errore è
nel database».
L’agenzia puntualizza che alla piattaforma hanno accesso
solo i Paesi e le società che lavorano dentro Expo, di conseguenza è loro
l’errore. Le verifiche dell’osservatorio dimostreranno se è l’unico caso
o se nell’archivio ufficiale sono scritte informazioni che non corrispondono
alla realtà. Nel caso di Adecco, i sindacati hanno appurato che i contratti
sottoscritti sono quelli confederali. Per Stefano Franzoni, responsabile
Expo per Uil Lombardia, «bisogna approfondire il fatto che le società di
outsourcing, come Professional solutions, controllata da Adecco, non applichino
un contratto collettivo unico, come le aziende, ma uno differente per ciascun
cliente. Ma è una partita che travalica Expo». L’agenzia tuttavia precisa
che la propria controllata adopera il contratto multiservizi e solo in un caso,
per alcuni impiegati amministrativi, ha applicato quello del commercio. Dalle
prime analisi del database emergono anche contratti brevissimi, di un
mese con una proroga. Anche in questo caso, Cgil, Cisl e Uil promettono di
andare a fondo. «La responsabilità è dei Paesi – osserva Zambelli – che non
hanno fatto una programmazione precisa del personale che serve». Ieri Daniele
Farina, deputato di Sinistra, ecologia e libertà, ha spiegato di «valutare
seriamente un esposto alla Procura della Repubblica» sul caso dei 600 pass di accesso a
Expo negati dalla Questura di Milano per «motivi di sicurezza», mentre Sinistra per Pisapia sarebbe pronta a una
mozione a riguardo nel corso dell’incontro del Comitato per l’ordine pubblico e
la sicurezza in programma oggi. «Quando la polizia fa accertamenti lo fa
interrogando una banca dati dove ci sono i reati e non certo le appartenenze
politiche», ha però precisato il questore Luigi Savina.
luca.zorloni@ilgiorno.net
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