mercoledì 20 marzo 2019

19 marzo - Operai morti alla Lamina, giudice rinvia decisione su patteggiamento. No all'impunità dei padroni assassini. La Rete nazionale Salute e Sicurezza sul lavoro e territori nodo MI/BG

Il gup vuole acquisire altri documenti prima di pronunciarsi
Milano, 19 marzo 2019 - Ha deciso di prendere tempo e di acquisire alcuni documenti, il gup di Milano Manuela Scudieri prima di decidere se dare il via libera o meno al patteggiamento ad una pena sospesa di 1 anno e 10 mesi, dopo aver risarcito le famiglie delle vittime e l'Inail per un totale di oltre 4 milioni di euro, per Roberto Sanmarchi, il titolare della Lamina, l'azienda metallurgica milanese dove il 16 gennaio dello scorso anno morirono quattro operai a causa di una fuoriuscita di gas argon nella vasca di un forno.
L'imprenditore, difeso dai legali Roberto Nicolosi Petringa e Elena Benedetti, accusato di omicidio colposo plurimo con l'aggravante di aver commesso il fatto in violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro, ha raggiunto, infatti, un accordo con la Procura per patteggiare la pena sospesa, ma oggi il gup ha voluto acquisire alcuni documenti che non aveva nel fascicolo e poi in tarda mattinata rinvierà l'udienza ad altra data per la decisione. Lo stesso giudice oggi ha deciso di ammettere nel procedimento come parti civili la Fiom-Cgil e l'Anmil, associazione mutilati e invalidi. L'inchiesta, coordinata dai pm Letizia Mocciaro e Gaetano Ruta, aveva evidenziato una serie di falle nei sistemi di sicurezza della fabbrica, messi in luce da una complessa consulenza tecnica. Era stato accertato che nella fabbrica, infatti, non c'erano nemmeno «procedure di sicurezza sulla utilizzazione della centralina di allarme del livello di ossigeno» e «sulla gestione della funzione di tacitazione» dell'allarme stesso che quel giorno suonò al mattino e venne probabilmente disattivato da uno dei quattro operai, che poi scesero nella vasca del forno e morirono uno dopo l'altro


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