giovedì 1 aprile 2021

1 aprile - ASS. DEL PATTO DEL 28/3: INTERVENTO DEL COMPAGNO SERGIO, BERGAMO

 

E’ stata citata la grande repressione di Stato del 2001 a Genova, ricordiamo l’altrettanto pesante repressione a Napoli che c’era stata pochi mesi prima a Napoli contro un’altra combattiva manifestazione per dire che la borghesia quando si dota di un governo che cambia di segno non si ferma davanti a nulla.

Esattamente come il governo Draghi con le forze che compongono la sua maggioranza ha l’obiettivo di spazzare le lotte, l’opposizione di classe, per garantire i profitti, anche dentro le ristrutturazione che stanno avanzando, per i padroni.

Perchè questo governo ha si fatto ‘le scarpe a Conte’, ha raggruppato una maggioranza diversificata, ma che lo rende strategicamente debole ma molto pericoloso dal punto di vista tattico. È un governo che crede di avere un’enorme forza con questa maggioranza, sta colpendo e continuerà a colpire in questa direzione.

Gli elementi fondamentali di questa maggioranza su cui va a fondare il consenso dentro le masse, perché è un governo che ha bisogno di avere dei riferimenti all’interno delle masse, sono il fascio populismo di Salvini, con la posizione in questo momento diversificata di Meloni, e il sindacalismo confederale, con Landini in prima fila, che da subito ha garantito il sostegno al governo Draghi in formazione. E continua con questa politica nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, trascinando tutto l’intero sindacato in una concertazione che è un asservimento totale a questi piani.

In questo senso crediamo che continuare a parlare di burocrazie sindacali sia un errore. Qui c’è una intera macchina mobilitata in questa sciagurata azione politica, e questa macchina, questa organizzazione, si regge di tutti gli elementi che la compongono. Quindi riconosco gli obiettivi che sono stati posti fino ad oggi per il patto, ma all’odg abbiamo sicuramente la necessità di fare questa chiarezza.

E lo faccio con un esempio contingente. Non ci contrapponiamo ai piani del padrone, non ci contrapponiamo agli elementi su cui in questo momento viene fondata la politica di Confindustria, facendo le pulci al contratto dei metalmeccanici, dicendo non va bene nelle assemblee, come sta facendo l’opposizione alla Cgil, ma si fa attaccando con il contratto le organizzazioni che hanno compiuto questa operazione, proprio alla vigilia del governo Draghi e se ne fanno garanti per restituire la pace sociale nelle fabbriche ai padroni.

Questa pace sociale va rotta, lo Stato e i padroni sono contro gli operai in lotta, gli operai in lotta devono essere contro lo Stato e i padroni, non c’è altra strada.

A Piacenza non abbiamo visto una risposta in difensiva. A Piacenza è stata attaccata una parte di proletariato avanzata, avanzata concretamente che in questi anni ha saputo costruire elementi importanti di organizzazione, al punto da produrre la significativa iniziativa fuori da Amazon.

Quindi c’è stata una risposta articolata, di classe, combattiva, una risposta necessaria, ma è lo Stato che ha attaccato attraverso le misure che conosciamo; con i colpi a questa parte avanzata ha cercato di dare un segnale a tutto il sindacalismo di classe, ai movimenti dei lavoratori che vogliono mantenere negli scioperi, nelle lotte, nella rottura delle regole borghesi, la difesa degli interessi di classe, degli interessi proletari.

E lo ha fatto mettendo in campo tutta la struttura, non c’è stata solo la polizia con i manganelli, i compagni hanno già ricordato, sono state settimane molto intense abbiamo sentito più volte come ci sia stato un intervento complessivo da parte dei tribunali della procura, che si è spinta a dire che non c’era valenza sindacale nelle rivendicazioni del Sicobas, lodando la politica confederale in primis della cisl.

In questo quadro dobbiamo vedere la tenuta e lo sviluppo del patto d’azione, rimpossessarci della piattaforma. Penso che abbiamo messo in campo tante iniziative, coinvolgendo ogni compagno ogni lavoratore, tutte aperte, nel senso più ampio e corretto da un punto di vista di classe, inclusive. Non abbiamo mai limitato la partecipazione a nessuno che ne condividesse gli obiettivi.

In questo senso non vedo utile iniziative ad hoc, a tavolino, per costruire un percorso privilegiato di inclusione.

Sul terreno c’è tutta la lotta e l’iniziativa del patto d’azione, basta ricordare Piacenza, ogni compagno, ogni organismo di classe, deve prenderne atto, ci si deve rapportare e scendere in campo allo stesso modo come i lavoratori del patto si stanno mobilitando.

Chi c’è ha avuto la possibilità di farlo e ancor di più ha la necessità di fare un passo in avanti adesso.

Giustamente ci sono le iniziative sui migranti perché il problema del permesso di soggiorno è strettamente legato e in maniera indegna, al lavoro. E’ un costante ricatto, se ne deve far carico, pur dentro l’iniziativa specifica in preparazione, se ne deve far carico l’intero movimento.

Il primo maggio che dobbiamo far di tutto per tenere in presenza, sarebbe importante che fosse nell’area calda dello scontro Piacenza/Milano. In alternativa ad eventuali limiti che non riuscissimo a superare, una nord sud, ma con il massimo sforzo per realizzare iniziative di piazza, iniziative in presenza.

Cosi è importante che il patto, pure nell’autonomia del percorso, ma nel legame politico oggettivo che c’è con l’assemblea dei lavoratori combattivi, che innescasse il percorso e la mobilitazione dei lavoratori su quella parte della piattaforma, che deve continuare ad essere un cemento del patto, e farla vivere nelle lotte.

Abbiamo la questione della cig al 100%, la riduzione di orario a parità di salario, del lavoro e del salario garantito, l’enorme battaglia sulla salute e sicurezza, così come alcune battaglie contingenti come il contratto dei metalmeccanici che non finisce con la farsa del referendum e con le assemblee molto sotto traccia nelle fabbriche, deve continuare anche nei prossimi mesi.

E con la grande questione della vertenza Ilva.

Per finire, proponiamo di mettere le nostre energie, per costruire una rete, di unità e resistenza contro la repressione, coinvolgendo, mettendoli proprio in rete fisicamente, e tutti sappiamo quanto sia difficile, gli avvocati, perché anche su questo terreno tutte le energie che ci sono, possano essere messe in campo a sostegno delle lotte.

Nessun commento:

Posta un commento