Lo sciopero del 20 ott. riporta in piazza con forza le esigenze delle lavoratrici/lavoratori degli asili. Chi lavora per l'unità delle lavoratrici e chi invece pratica divisione...
Venerdì 20 in mattinata le lavoratrici delle pulizie/ausiliariato asili nido di Taranto hanno scioperato, unendosi a tutte le lavoratrici e lavoratori che in tanti posti di lavoro hanno partecipato allo sciopero generale indetto dai sindacati di base classisti e combattivi, per il diritto a un salario e un lavoro dignitoso, alla sicurezza/salute.
Organizzate con lo Slai Cobas hanno fatto in un presidio sotto al Comune in piazza Castello, durante il quale le lavoratrici avevano chiesto un incontro con il sindaco Melucci che però non le ha incontrate personalmente. L'assessore all'istruzione Fabiano Marti invece è sceso ad incontrarle e ha risposto alle domande delle lavoratrici sulle decisioni del Comune rispetto alle loro richieste di un aumento dell'orario di lavoro di almeno 5 ore giornaliere, rispetto alle 3 ore e mezza che fanno, frutto tra l'altro solo della loro lotta.
L'assessore ha ribadito che sta lavorando in tal senso, però le lavoratrici si sono lamentate anche dell'aumento dei carichi di lavoro e del non riconoscimento del fatto che da decenni fanno tutto il lavoro per garantire pulizia, cucina, mensa ai bambini, ecc, e che per questo lavoro faticoso in tutti questi anni hanno anche dato la loro salute, ma per il Comune restano sempre "l'ultima ruota del carro; e hanno ribadito la necessità della internalizzazione per porre fine ai rapporti lavorativi precari, e agli appalti al massimo ribasso che poi viene da parte delle Ditte scaricato sulle lavoratrici col taglio dei costi anche su attrezzature, salari, ecc.
L'assessore si è impegnato al più presto ad incontrare lo Slai cobas sc per formalizzare le proposte.
Le
lavoratrici sono pronte a continuare la lotta se le loro richieste
non saranno accolte.
Detto questo, dobbiamo denunciare che Cisl e Usb hanno impedito che le loro iscritte, che pur il giorno prima in un altro presidio all'assessorato Pubblica Istruzione avevano manifestato la loro volontà di aderire allo sciopero del 20 e partecipare alla manifestazione sotto Palazzo di città, unitamente alle lavoratrici Slai cobas, scendessero in sciopero. Contro il volere delle lavoratrici, che vogliono essere unite per essere più forti, Cisl e Usb - che tra l'altro nulla hanno fatto nei mesi precedenti, nulla sapevano delle ultime discriminazioni subite dalle lavoratrici; mentre lo Slai cobas non c'è stato un solo mese/settimana che non ha rivendicato i diritti di tutte le lavoratrici, ottenendo anche dei risultati - hanno fatto nella prima mattinata del 20 un incontro separato, quasi "clandestino" con il Comune.
Per quanto riguarda la Cisl non c'è chiaramente da meravigliarsi (anche durante l'iniziativa del giorno prima, il 19, il suo segretario, D'Alessio, si è tenuto in disparte, separato anche dalle sue iscritte che invece si univano tranquillamente alle colleghe dello Slai cobas); per l'Usb (che a livello nazionale non ha aderito allo sciopero del 20 ottobre) è vergognoso far passare l'idea che i diritti si ottengono con gli incontri e non con la lotta, e continuare a manovrare per dividere le lavoratrici.
Ma, sia chiaro, ciò che resta importante della giornata del 20 ottobre e che peserà nel futuro della vertenza è lo sciopero e la mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori dello Slai cobas.
Azienda e Comune volevano mettere in un angolo lo Slai cobas, hanno cercato prima con provvedimenti disciplinari alle rappresentanti sindacali da parte della Ditta - "colpevoli" di aver denunciato nei precedenti scioperi e iniziative lo stato della mancanza di una sicurezza adeguata -; poi alzando un muro ad incontri e interlocuzioni di mettere in difficoltà, in difesa le lavoratrici slai cobas.
Non ci sono riusciti! E ora le lavoratrici/lavoratori Slai cobas con le loro ininterrotte iniziative e soprattutto con lo sciopero del 20 ottobre, non solo dimostrano che la repressione non le ha affatto impaurite, ma che sono sempre più determinate, combattive a portare avanti la loro giusta lotta, passando, quindi, dalla "difesa" in cui volevano ricacciarle Ditta e Comune al nuovo "attacco".
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