Strage operai Enel: sono dell'appalto gli operai morti sul lavoro, vittime della privatizzazione dell'azienda
Un’ altra strage di operai sul lavoro: 3 sono gli operai morti e diversi sono i dispersi nell’esplosione di una turbina in una centrale idroelettrica dell’Enel Green Power a Bargi sul lago di Suviana nell’appennino bolognese.
Ci stringiamo a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, a quelle che hanno perso i loro cari e a quelle dei dispersi che vivono nell’angoscia.
Come a Brandizzo, come all’Esselunga di Firenze, come a tante altre stragi operaie, i grandi numeri degli operai morti sul lavoro riportano alla luce i numeri di una guerra per il profitto che uccide 4 operai al giorno.
Lo scoppio, riporta la stampa, è stato a 30 metri di profondità, al nono piano, sotto il livello del mare in una centrale che ha un grande livello di potenza elettrica nella regione ed enormi impianti di pompaggio e di turbinaggio.
“Un disastro. E' scoppiato l'alternatore della diga... Sono arrivato al piano 7, sott'acqua, dopo non si va più giù. Impressionante, impressionante... Continue esplosioni, mi tremano le gambe": è una testimonianza che arriva dalla centrale.
Una strage che ha ucciso lavoratori di ditte esterne in appalto all’azienda Enel che, come committente, ha l’obbligo di vigilare in particolare sulla sicurezza degli impianti.
Lo Stato italiano è il principale azionista di Enel e i suoi rappresentanti assieme al governo che ora hanno espresso “profondo cordoglio”, non erano forse a conoscenza della privatizzazione di parti della rete elettrica dell’Enel anche di estrema delicatezza che ha messo a rischio la sicurezza dei lavoratori e degli impianti?
Questo per gli operai ha significato intensificazione dei ritmi di lavoro con sempre meno personale ed esposizione maggiore al rischio-sicurezza.
Di questo devono rispondere i padroni di Enel!
Giovedì 11 ci sarà uno sciopero proclamato da Cgil e Uil che è nazionale di 4 ore mentre sarà di 8 ore in Emilia Romagna ma si tratta di uno sciopero già programmato in cui la sicurezza sul lavoro non ha la sua centralità ma altri sono i temi come una “giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa”.
Lo sciopero sarà riuscito se i lavoratori metteranno al centro la sicurezza e salute in fabbrica, nei luoghi di lavoro e nel territorio.
La lotta dev’essere centrale e chiara contro i padroni che mettono al centro il profitto, contro i governi che ne rappresentano gli interessi, contro la complicità dei confederali che ha portato ad un peggioramento delle condizioni di lavoro che significa aumento del rischio-incidenti e aumento delle morti sul lavoro.
Noi stiamo organizzando come Rete nazionale sicurezza e salute un Convegno nella città-simbolo delle morti sul lavoro all’ex Ilva il giorno dell’apertura del processo Ilva “Ambiente svenduto” il 19 Aprile a Taranto, con avvocati, parti civili del processo Ilva, operai e rappresentanti di realtà operaie a livello nazionale e attivisti impegnati nella lotta per la sicurezza sul lavoro. Un Convegno che pensiamo sia un passo in avanti nell’unità e nelle mobilitazioni che metteremo in campo assieme contro le morti sul lavoro.
Rete nazionale sicurezza e salute - nodo di Ravenna
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