di Rino Condemi
Dopo aver appreso nel fine settimana di oltre 11.000 licenziamenti nella Pubblica Amministrazione, l’Associazione dei Lavoratori Statali (ATE) ha effettuato proteste massicce in tutte le agenzie e ministeri, sia con i lavoratori a tempo indeterminato, sia con quelli assunti che non sono stati licenziati sia con quelli che hanno già ricevuto il loro preavviso di licenziamento.
In molti uffici pubblici lavoratrici e lavoratori hanno cercato di entrare tutti insieme nei loro luoghi di lavoro nonostante la massiccia presenza di polizia che aveva il compito di bloccare coloro che sono stati licenziati.
“Noi lavoratori statali siamo riusciti a entrare nella maggior parte dei ministeri e delle agenzie e a occupare i nostri posti di lavoro. Ma deve essere chiaro che nulla finisce oggi, tutto inizia oggi perché il governo sta sicuramente perseguendo 70.000 lavoratori salariati e cercando di far sparire lo Stato come lo abbiamo concepito fino ad ora”, ha detto il segretario generale del sindacato, Rodolfo Aguiar, che ha partecipato alla protesta all’ingresso nel Ministero del Lavoro.
In questo contesto, il leader sindacale ha sottolineato che: “Il livello di aggressività che stiamo subendo è enorme. L’attacco ai nostri diritti fondamentali di lavoratori è senza precedenti. Di fronte a questo, dobbiamo approfondire il nostro piano di lotta. Questo è il motivo per cui abbiamo convocato una plenaria di delegati provenienti da tutto il paese con l’intenzione di definire una nuova misura di forza generale entro la fine di questa settimana”.
L’assemblea plenaria vedrà la partecipazione di oltre mille delegati provenienti da tutto il paese e da tutti gli enti pubblici in modalità mista tra partecipazioni in presenza e collegamenti da remoto.
Mercoledi il governo Milei ha confermato che ci sono 15.000 contratti di lavoratori pubblici che non sono stati rinnovati.
“In effetti, il numero finale è di circa 15.000 contratti che non sono stati rinnovati. Ne abbiamo parlato ripetutamente, non c’è molto altro da dire, fa parte del lavoro che facciamo per ridurre lo Stato. Personale che non è necessario, che non continua a ricevere entrate dallo Stato”, ha detto il portavoce del governo Manuel Adorni in una conferenza stampa.
Inoltre, e per quanto riguarda le proteste dei lavoratori dell’ATE, ha assicurato che “ciò che è al di fuori della legge avrà le conseguenze corrispondenti in ogni caso”.
Il segretario del sindacato dei lavoratori statali, ha replicato al governo: “causare licenziamenti di massa nello Stato significa sopprimere i diritti fondamentali delle persone” – ha affermato Rodolfo Aguiar – “Non viene rispettato il Patto sui diritti economici, sociali e culturali, che obbliga gli Stati a proteggere il lavoro e garantire la piena occupazione”.
Fonte: Resumen Latinoamericano
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