In tutti gli asili le lavoratrici hanno scioperato. Un presidio vivace, determinato sotto Palazzo di città ha poi fatto arrivare forte al Comune, agli assessori che passavano la denuncia delle condizioni vergognose, misere in cui devono lavorare, la denuncia dello sfruttamento di anni e anni da parte di Amministrazioni comunali e Ditte che pretendono più lavoro, sempre più servizi ma non vogliono sborsare un centesimo per migliorare una condizione fatta di pochissime ore, tanto lavoro, salari al di sotto del cosiddetto "salario minimo", di periodi di non lavoro, fatto di continue pretese delle direzioni degli asili, di discriminazioni volte a dividere le stesse lavoratrici - tra le "cattive", quelle dello Slai cobas e dell'Usb e le "buone" quelle dei sindacati confederali o di appartenenze intoccabili -; una condizione anche a rischio salute perchè si deve lavorare come 70 anni fa spaccandosi la schiena e anche in ambienti pieni di scarafaggi (come è successo a settembre), fregandosene anche della tutela igienica dei bambini.
Nello stesso tempo ieri le lavoratrici hanno fatto sentire la loro determinazione ad ottenere risposte concrete, non ennesimi incontri inutili.
Ma siccome senza lotta non si ottiene niente - l'abbiamo visto in questi anni in cui solo con scioperi, lotte, ricorsi giudiziari si sono strappati risultati, anche se ancora piccoli (da un aumento dell'orario di lavoro, al riconoscimento dell'ausiliariato, al lavoro di un mese in estate, alle sostituzioni al 100% di personale assente, ecc.) - allora anche questo sciopero continuerà.
Il Comune ha tentato nei giorni scorsi di fare un incontro nello stesso orario del presidio, allo scopo di far fallire lo sciopero ed evitare il presidio, ma questo tentativo è stato respinto! e l'assessorato è stato costretto a fissare altra data di incontro.
Vogliamo evidenziare 2 cose:
- Nello sciopero e nel presidio, indetto dallo Slai cobas, è stata importante l'unità tra le lavoratrici Slai cobas e lavoratrici Usb, che ha posto in generale la necessità dell'unità di tutte le lavoratrici e lavoratori a fronte dei tentativi, in atto anche per ieri, di ostacolare lo sciopero con allargamento delle precettazioni per i servizi minimi, seminando false preoccupazioni, ecc. Così come è importante un'azione di convincimento, critica tra le lavoratrici che non scioperano, per loro atteggiamenti sbagliati o perchè seguono i diktat dei sindacati confederali - perchè esse danneggiano sè e tutte le altre.
- Importante, ma anche naturale, è stata la solidarietà da parte di tutte/tutti durante il presidio al popolo palestinese, alla sua resistenza, con la denuncia del genocidio di Israele, dei massacri di bambini e donne, espressasi anche con dei cartelli, perchè le lavoratrici, i lavoratori sono parte di un unico popolo del mondo.
Così come importante è stata la comprensione e la denuncia dell'azione repressiva del governo Meloni, che ora sta per varare il nuovo decreto sicurezza che punta a impedire, criminalizzare qualsiasi lotta, protesta, dissenso in ogni ambito per imporre peggioramenti delle condizioni di lavoro e di vita, dei diritti democratici, con provvedimenti che violano la stessa Costituzione.
Lo sciopero e le iniziative di lotta servono anche per questo, per avanzare nella coscienza della situazione più generale e nella comprensione che occorre molto di più per liberarci di questo sistema che pensa solo al suo potere.
Lavoratrici e lavoratori asili Taranto
“Rivendichiamo i nostri diritti”
Prosegue la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori degli asili comunali
Da Corriere di Taranto
Gianmario Leone
pubblicato il 08 Ottobre 2024, 08:37
“I nostri problemi sono ampiamente conosciuti così come le condizioni sempre più peggiorative per lavoratori e lavoratrici degli asili comunali. Adesso vogliamo risposte e soluzioni definitive”. Così Margherita Calderazzi dello Slai Cobas per il sindacato di classe ribadiva ieri durante lo sciopero e il presidio all’esterno di Palazzo di Città, la posizione del sindacato nei confronti della vertenza che riguarda decine di lavoratrici e lavoratori che operano nel capitolato d’appalto comunale affidato alla ditta Servizi Integrati che scadrà a novembre e che verrà quasi sicuramente rinnovato.
“Cambiano gli assessori al ramo, ma agli incontri arrivano sempre impreparati: si documentassero prima di incontrarci – ha urlato nel megafono l’esponente del sindacato di classe -. L’assessore Simili ci ha detto che essendo nuova del ramo non è ancora a conoscenza dei nostri problemi. E allora glieli abbiamo ricordati noi ancora una volta: la miseria delle ore lavorate e dei salari, le pretese delle coordinatrici degli asili che spesso vanno oltre le attività previste dal contratto, la tutela della salute. Sarà fornita nuova documentazione all’assessore Simili, compreso l’esposto del nostro avvocato che è molto dettagliato. In modo tale che l’assessore possa essere a conoscenza di tutto. Ma magari potrebbe anche farsi un giro negli asili nido comunali per osservare direttamente con i suoi occhi quali sono le condizioni di lavoro che denunciamo”.
La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro con l'Assessore e “proporremo la partecipazione di una delegazione larga con permessi sindacali essendo l’incontro di mattina. Dopo di che faremo le prime verifiche, che non pensiamo saranno ciò che ci aspettiamo. Anche perché a novembre questo appalto scade – ha ricordato ancora la Calderazzi – ma quasi sicuramente Servizi Integrati otterrà una proroga sino a giugno alle stesse condizioni: per questo o nella proroga il Comune interviene aumentando le ore di lavoro, aggiornando le condizioni migliorative di salario (introducendo ad esempio quello "minimo" come hanno già avuto modo di fare altre amministrazioni comunali in altri capitolati di appalto) che sia almeno di 9 euro netti, migliora le condizioni per la salute di lavoratrici e lavoratori, altrimenti continueremo la nostra protesta. Che però ha bisogno anche di una maggiore partecipazione tra i lavoratori – ha poi concluso rivolgendosi alle lavoratrici e ai lavoratori l’esponente dello Slai Cobas per il sindacato di classe -: perché chi non sciopera contribuisce a peggiorare la condizione di tutte e tutti noi. Anche perché non abbiamo altra strada che insistere nella nostra lotta”.
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